Capitolo 2

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Camila era stanchissima, per tutta la giornata non aveva fatto altro che fare avanti indietro tra il Pronto soccorso e il reparto di Ortopedia. E come se non bastasse il suo turno era appena finito ma la Dottoressa Fernández l'aveva obbligata a fare ulteriori accertamenti, prima dell'intervento, a Marc Bernal. Così con tanta pazienza e la stanchezza a mille, visto il tardo orario, si diresse verso la stanza numero 345 e con sua gran sorpresa trovò Marc in compagnia di due ragazzi.
<Non dovreste essere qui.> Dice Camila incrociando le braccia al petto guardando attentamente Marc Bernal.
<Buonasera Dottoressa!> Esclama ironicamente un ragazzo biondo facendo l'occhiolino scherzosamente ricevendo un'occhiataccia da parte della ragazza che si avvicinò alla cartella clinica nella quale l'infermiere aveva sistemato la radiografia recentemente fatta a Marc.
<Senti ragazzino non so chi tu sia, ma le ore di visita sono finite da un bel po'. Stai disturbando il mio paziente.> Mormora sistemandosi gli occhiali da vista puntando lo sguardo su alcuni documenti da firmare. Nella stanza calò il silenzio e Camila poteva giurare di sentire lo sguardo di Marc addosso ma ciò nonostante fece finta di niente.
<Va bene credo che è il momento che voi andiate via.> Sussurra imbarazzato Marc dando una pacca sul braccio ad un ragazzo alto con i capelli ricci e neri.
<Arrivederci..> Mormora a disagio proprio quest'ultimo ricevendo un cenno con il capo da parte di Xenia intenta a cambiare la sacca dell'aflebo di Marc. Appena i due ragazzi lasciarono la stanza Camila non riuscì a fare a meno di sentirsi sottopressione sentendo lo sguardo di Marc addosso e come se non bastasse quel maledetto silenzio imbarazzante non aiutava a gestire quella sensazione di inadeguatezza.

<Come hai fatto a romperti il crociato? Fai qualche sport in particolare?> Chiese Camila analizzando il ginocchio sinistro di Marc che strinse i denti percependo la pressione delle dita di Camila sul suo ginocchio dolorante.
<Sono un calciatore.> Risponde abbastanza sorpreso dal fatto che la ragazza non l'avesse riconosciuto, ma questo non poteva che farli piacere. Essere visto come un semplice ragazzo di 17 anni e non un calciatore qualche volta era necessario.
<Sai l'anno scorso mi trovai come paziente un ragazzo con la tua stessa situazione. Fu molto strana come cosa, non mi resi conto che fosse un calciatore famoso. L'ho operato io, e credo che oggi sia tornato in campo.> Dice sorridendo leggermente ricordandosi l'espressione sorpresa del ragazzo quando lei gli disse di non avere la più pallida idea di chi lui fosse.
<Pablo Gavi> Dice divertito Marc guardando l'espressione confusa di Camila.
<Come scusa?> Chiese aggrottando le sopracciglia.
<Pablo Gavi, era lui il ragazzo a qui hai fatto l'intervento, giusto? Sono stati i suoi genitori a consigliarci di venire qui> Risponde guardando negli occhi Camila che si limitò ad annuire prendendo posto sulla sedia affianco al lettino del ragazzo.
<Come fai a conoscerlo?> Domanda curiosamente la mora non potendo fare a meno di notare lo sguardo del ragazzo diventare serio.
<Sono un suo compagno di squadra..> Mormora imbarazzato sotto lo sguardo sorpreso di Camila che si appuntò mentalmente di darsi uno schiaffo per non essersene resa conto prima.
<Cavolo a 17 anni giochi già in prima divisione, devi essere piuttosto bravo.> Dice con gli occhi sorpresi sorridendo poi dolcemente al ragazzo come a volerlo far sentire a proprio agio.
<Anche tu dev'essere piuttosto brava, a 20 lavori già come chirurga e tutti parlano di te.> Dice Marc guardando attentamente Camila che scosse la testa leggermente mordendosi il labbro nervosamente. Le piaceva il suo lavoro, ma era stanca di essere vista come la migliore nel suo reparto, non ne poteva più di tutti quegli sguardi di ostilità da parte dei suoi colleghi.
<Non tutto quello che brilla è oro.> Mormora alzandosi dalla sedia notando il tardo orario, finalmente poteva tornare a casa.
<Perché fai questo lavoro?> Chiesa Marc facendo bloccare sul posto Camila che stava giusto per uscire dalla stanza.
<Perché mi piace vedere gli occhi di speranza delle persone e la loro gioia appena vedono i loro cari stare bene.> Risponde incerta voltando di poco lo sguardo in modo tale da guardare Marc alquanto confusa da quella strana domanda.
<E sei sicura che tutto questo fa stare bene te?> Domanda a bassa voce fissando intensamente Camila che sorrise amaramente distogliendo lo sguardo.
<Buonanotte Marc.> Sussurra spegnendo la luce della stanza.
In quel momento Camila si rese conto che Marc aveva capito che c'era qualcosa che non andava in lei, la sua
domanda era ben più che lecita. Tutto quello che stava costruendo lo stava facendo per i suoi genitori, senza fare niente per se stessa. Però era ben consapevole che non avrebbe mai avuto la forza di mollare tutto, anche se avrebbe buttato volentieri tutto al diavolo con la speranza di vivere una vita migliore. Ma questo non era possibile, o almeno non ora.

Eres Tú / Marc Bernal / Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora