Camila pareva non aver intenzione di dare un segno di vita a Marc che steso sul letto teneva le braccia stretta attorno ai suoi fianchi accarezzandole la schiena. Camila aveva perso la cognizione del tempo, forse erano passati minuti o forse ore, l'unica cosa che sapeva era che stare stretta fra le braccia di Marc si era rivelata la cura migliore a tutti i suoi problemi. Marc, d'altro canto,avrebbe di gran lunga preferito che lei gli spiegasse cosa fosse successo ma sapeva che in quel momento, esattamente come quella sera in Ospedale, Camila era troppo vulnerabile e non aveva la giusta forza per spiegarli quanto successo.
<Mila non voglio essere assillante, ma ho bisogno di capire cosa sta succedendo ok?> Sussurra incerto accarezzando la schiena della ragazza stesa con la testa sul suo petto nascosta nell'incavo del suo collo. Sfortunatamente però, da parte di Camila, non ricevette nessuna risposta se non un profondo silenzio assordante.
<Mila stai bene?> Domanda nuovamente mordendosi il labbro nervosamente, l'idea che la ragazza nonostante fosse affianco a lui non gli rispondesse lo rendeva agitato. Marc incerta girò la testa verso Camila notando la ragazza addormentato con le guance ancora umide per via delle lacrime dovute al pianto.
<Mila sei un casino grande..Mi stai incasinando la testa.> Borbotta accarezzando dolcemente la guancia di Camila che lamentandosi si strinse maggiormente attorno al corpo di Marc che sorrise intenerito decidendo di lasciar riposare la ragazza che sembrava fin troppo stanca..<Marc siamo a casa! Ci sono anche i tuoi amici!> Esclama a gran voce la signora Casas facendosi sentire da suo figlio che spalancò gli occhi notando che ormai fosse già ora di pranzo.
<Cazzo..> Sussurra passandosi una mano fra i capelli guardando Camila dormire beatamente sotto le lenzuola del suo letto.
<Tesoro tutto bene? Lamine e gli altri ti stanno aspettando di sotto.> Afferma la donna bussando alla porta della camera di Marc che scattò in piedi agitato chiudendo rapidamente la porta.
<Sisi tutto bene mamma! Ora arrivo devo- Devo fare la doccia!> Esclama ridacchiando nervosamente pensando a che scusa usare sul perché la chirurga che si era occupata del suo intervento fosse stesa sul suo letto. Tutto sembrava inutile, era tutto così terribilmente fraintendibile che decise di mettersi l'animo in pace preparandosi allo occhiatacce confuse dei suoi genitori e quella divertite dei suoi amici.
<Marc sicuro di stare bene? Ti sento strano..Perché hai chiuso la porta a chiave?> Domanda nuovamente la madre alquanto confusa dallo strano atteggiamento di Marc che imprecò a bassa voce vedendo Camila svegliarsi lentamente probabilmente a causa del casino causato dalle risate dei suoi amici.
<Marc hai qualche bella ragazza in camera e non vuoi farlo vedere a tua madre?> Chiese Hector ammiccando divertito facendo ridere tutti quanti.
<Ora arrivo, andate di sotto!> Alza il tono di voce nervosamente facendo cenno a Camila di rimanere in silenzio. Camila si guardò attorno confusa puntando poi gli occhi su Marc che si portò l'indice sulla bocca facendole segno di stare in silenzio.
<Va bene tesoro, fai presto.> Dice e Marc tirò un sospiro di sollievo sentendo i passi di sua madre e dei suoi amici allontanarsi lentamente.
<Cazzo ho pensato di morire!> Esclama buttandosi a peso morto affianco a Camila ancora seduta sul letto.
<Che sta succedendo?> Chiese incerta a bassa voce sentendosi in imbarazzo.
<Niente e solo che se qualcuno ti vedesse qui penserebbero tutti male e non voglio che ti mettani a disagio..> Sussurra imbarazzato sistemando la testa sul cuscino in modo tale da guardare Camila che curiosamente vagava con lo sguardo nella stanza del ragazzo che era letteralmente come se l'era immaginata: Piena di poster di calcio e leggende calcistiche.
<È proprio come me l'ero immaginata.> Ridacchia stendendosi a pancia in su osservando il soffitto bianco incerta.
<Mila che è successo oggi?> Chiese titubante guardando attentamente l'espressione stanca di Camila.
<Sta andando tutto male..> Sussurra incerta girandosi su un fianco in modo tale da poter guardare negli occhi Marc che portò una mano sulla sua guancia accarezzandola dolcemente. <Mio padre ha tradito mia madre, da quello che ho capito vogliono divorziare.> Sussurra nuovamente chiudendo gli occhi cercando di lasciarsi cullare dalle carezze delicate del ragazzo.
<Ci sei rimasta male?> Chiese scostando una ciocca dei lunghi capelli di Camila dal suo viso.
<Sapevo che prima o poi sarebbe successo, papà non è mai stato un marito fedele. Non ho mai avuto un esemplare di amore da seguire ma infondo sapere che la mia famiglia si dividerà ulteriormente mi fa male.> Sbotta stringendo gli occhi cercando di trattenere le lacrime, quel giorno stava piangendo più del dovuto e l'idea di starlo facendo davanti a Marc le metteva un leggero senso d'ansia.
<Posso aiutarti in qualche modo?> Mormora stringendo il braccio attorno ai fianchi della ragazza che si avvicinò ulteriormente lasciandosi stringere dalle braccia muscolose di Marc.
<Ho solo bisogno che tu mi rimanga accanto.> Mormora incerta nascondendo la testa nell'incavo del collo di Marc che le accarezzò la schiena con la punta delle dita percorrendo tutta la sua spina dorsale lentamente.
<Dovremmo scendere, lo sai vero che non ti puoi addormentare nuovamente?> Chiese divertito Marc sentendo il respiro di Camila farsi pensate con il passare dei minuti.
<Sisi ora andiamo..> Borbotta assonnata accoccolandosi maggiormente a Marc che sorrise scuotendo la testa rassegnato.
<Dai alzati, ti presto dei vestiti.> Dice alzandosi dal letto raggiungendo l'armadio dal quale prese una sua vecchia divisa del Barcellona. <Puoi andare a farti la doccia, se vuoi. Ti aspetto di sotto ok?> Chiese Marc guardando attentamente Camila che annuì alzandosi dal letto raggiungendo il bagno privato di Marc che le diede qualche informazione prima di raggiungere i suoi amici che si lamentarono con lui per il ritardo.
STAI LEGGENDO
Eres Tú / Marc Bernal /
FanfictionCamila Dìaz Àlvarez aveva una sola convinzione nella sua vita: Doveva essere sempre la migliore. In 20 anni di vita aveva sempre cercato di rendere orgogliosi i suoi genitori, entrambi chirurghi famosi a livello internazionale, senza però avere mai...