Mi sveglio di botto, pensando di aver fatto un incubo, ma in realtà ho semplicemente sentito il mio telefono squillare. Rispondo subito, vedendo chi mi chiama.
<<Pronto?>> dico io, con la voce impastata di sonno. <<Athena, buongiorno? Ti ho svegliato, per caso?>> mi rispondono dall'altro capo del telefono. <<Nono, non ti preoccupare>> le dico io cercando di parlare con un volume della voce udibile, ma a bassa voce, in modo da non svegliare Andie. <<C'è l'abbiamo fatta!>> urlano dall'altro lato, da Napoli. <<Lui può venire con te>> urlano ancora. Non so cosa dire. <<Veramente?!>> urlo io, dimenticandomi di Andie, che si è svegliata per colpa del mio urlo. <<Appena puoi, trona e sarà tutto tuo>> <<Chiedo a Fred e arrivo>> dico con le lacrime agli occhi.
<<Mi raccomando, tieni tutto in ordine. Per colazione ci sono le prussiane, per pranzo la lasagna di ieri e per cena c'è la carne nel frigo>> dico ad Andie mentre sono sulla porta. Ricontrollo di aver preso tutto ed scendo in macchina.
Il viaggio fino a Napoli mi sembra infinito. Non riesco più ad aspettare. Appena arrivo vado direttamente a casa di Anna. Ad aprirmi è proprio lei, Anna, con il suo caschetto castano scuro, uguale a quando l'ho conosciuta. <<Tesoro, benvenuta>> mi dice quando entro e poi mi abbraccia. Ora, lì, stretta in quell'abbraccio mi sento a casa: lei è stata la mia seconda mamma. Appena sono uscita dal colloquio ho chiamato lei, la mia seconda mamma, che per me vale mille volte di più della mia mamma. Stare in quella casa fa strano e mi vengono le lacrime agli occhi. Mi chiedo dove lei e il marito trovino la forza di andare avanti, continuare a vivere in quella casa e sorridere. Anna mi porta in cucina, dove sono già seduti il marito e un altro signore che si presenta a me come avvocato. E poi lo vedo, il mio principe. Anna si siede e mi accenna di fare lo stesso. Mi siedo, anche se vorrei correre da lui e tenerlo tra le mie braccia. Ora noto che seduti ci sono anche gli altri due figli di Anna. Saluto tutti e poi concentro la mia attenzione sull'avocato.
<<Ci dispiace averle fatto fare questa corsa, signorina Ferrari>> mi dice l'avvocato <<Ma avevamo bisogno che firmasse questo foglio prima dello scadere della settimana, affinché tu sia il tutore legale del bimbo.>> aggiunge poi. Mi tremano le mani. Ho un nodo in gola e quindi mi limito ad annuire. Mi passa una pila di fogli che leggo accuratamente, facendo domande su tutto ciò che non mi è chiaro. All'avvocato sembra piacere questa cosa. Una volta letto attentamente prendo la penna e firmo. <<Benissimo, ora lei è la tutrice legale del bimbo.>> mi dice. L'avvocato stringe la mano a tutti e poi va via. Prendo il mio bimbo tra le braccia, che in realtà è il suo, io sono solo la sua zia acquisita che lo crescerà come avrebbe fatto lei. Visto che dorme, lo rimetto nel carrozzino e gli do un bacio sulla fronte.
<<Anto' ti serve una mano a smontare tutto?>> chiedo al nonno del mio bimbo. <<Se me la dai e meglio, che quei due scansafatiche so fujuti (fuggiti) appena gli ho chiesto una mano>> dice e io rido.
Smontiamo la culla, il fasciatoio, impacchettiamo tutte le sue cose e le portiamo nella mia macchina. Entro poi nella sua stanza e non riesco più a trattenere le lacrime. Cado. Crollo. È una ferita troppo grande e troppo fresca. Nella stanza c'è il suo profumo, il peluche che le avevo regalato sul letto, la scatola con i miei regali sulla scrivania e le sue scarpe buttate sotto la scrivania come capitava. Tutto come lo aveva lasciato. Tutto fermo, immobile, come se aspettasse un suo ritorno, ma lei non tornerà mai, mai più.
<<Ti fermi a mangiare da mamma sotto con noi?>> mi chiede Anna appena mi sono calmata. <<Guarda Anna, non ho molta fame>> le dico, ma lei mi guarda con quello sguardo finto severo che mi rivolge ogni volta che dico questa cosa. <<Ja, solo per dire sta cosa alla nonna, poi dopo pranzo vai dai tuoi nonni, glie lo dici e torni al Norde>> mi dice e non posso fare altro che accettare. Mi ha giocato sporco. Sa che non resisto se si tirano in mezzo i nonni.
<<Oi no, so tornata con una sorpresa>> urlo per fami sentire sopra a Massimo Ranieri, dopo aver salutato la nonna. <<Che sorpresa?>> mi chiedono loro. Ha fermato la musica per ascoltarmi, e questo mi fa sentire importante. <<Guardate>> dico e prendo Nicholas dal passeggino. I bellissimi occhi azzurri di nonno si riempiono di lacrime. Racconto tutta la storia di quel piccolo bimbo di cinque e mesi e di come sia finito a me. All'improvviso sento dei gridolini trattenuti. Da dietro la porta chiusa sono usciti tutti i miei parenti. Era domenica e non avevo contato che potessero essere tutti li. Tutti si sono accalcati per vedere Nicholas: i miei nonni avevano il primo pronipote, così come i miei genitori, anch'essi lì, avevano il loro primo nipote e i miei fratelli erano zii per la prima volta.
Dopo poco prendo la macchina e torno a Maranello. Quando arrivo a casa trovo Andie sveglia che mi aspettava sul divano. Appena vede Nicholas le si illuminano gli occhi. <<È tuo figlio? Da dove lo hai cacciato? Quanto ha?>> chiede entusiasta. <<Lui è Nicholas. Vedi la ragazza nella foto al centro del cuore. È suo figlio. Lei era la mia migliore amica, purtroppo non è più qui. Dopo la nascita di questo principino, le è stato diagnosticato un tumore. Le avevano detto che poteva guarire, con le chemio, ma il tumore è stato più forte di lei. È venuta a mancare un mese dopo.>> dico singhiozzando tra una lacrima e l'altra. Andie mi abbraccia e mi rassicura. <<Mi manca>> dico tra i suoi capelli. <<Sai questo cosa significa? Shopping da Ikea!>> dice per tirarmi su di morale. <<No, non questa volta. In macchina ho tutto quello che lei ha scelto per la sua stanzetta. Domattina lo prendiamo e lo montiamo. Ora andiamo a dormire però>>.
Non riesco a prendere sonno. Tutto quello che è successo oggi mi ha scosso. Andie se ne rende conto e mi abbraccia, e così mi addormento.
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E poi la vita migliora
RandomUn sogno. Una passione. Un passato da cui fuggire. Questa é la vita di Athena Ferrari, una che ha il destino scritto nel cognome. Ma si può davvero fuggire dal proprio passato?