Capitolo 6 | Sospetti e Segreti

1 0 0
                                    


Al dipartimento di medicina legale, l'atmosfera era fredda e sterile, in netto contrasto con il caos del quartier generale della polizia. Le luci al neon gettavano un'ombra pallida sulle pareti bianche, e l'odore di disinfettante era quasi opprimente. Lily, concentrata sul suo lavoro, non poté fare a meno di notare Ethan, che stava osservando un tavolo degli strumenti con un'espressione a metà tra l'annoiato e il curioso.

"Non pensavo che il freddo dell'obitorio fosse di tuo gradimento. Avrei detto fossi più un tipo... vivace" disse Lily senza alzare lo sguardo dai suoi appunti.

Ethan alzò un sopracciglio e si avvicinò a lei con un sorriso ironico. "Beh, cosa posso dire? Il fascino di questo reparto è irresistibile. Chi può resistere a un luogo così... allegro?"

Lily ridacchiò, finalmente alzando gli occhi per incontrare il suo sguardo. "Non è proprio il primo aggettivo che mi verrebbe in mente."

"Sto solo cercando di alleggerire l'atmosfera," rispose Ethan, appoggiandosi al tavolo accanto a lei. "Anche se, devo ammetterlo, tu sembri abbastanza a tuo agio qui. Un po' inquietante, non trovi?"

"Mi piace il silenzio," replicò Lily, scrollando le spalle. "E poi, non vedi come sono tranquilli?" alzando la mano ad indicare il cadavere sul lettino.

Ethan rise piano. "Dovrei preoccuparmi? Inizi a suonare un po' come un personaggio da film horror."

"Solo se non ti comporti bene," lo stuzzicò lei, battendo le ciglia in modo esagerato. "Potrei sempre avere bisogno di un volontario per qualche... esperimento."

Ethan scosse la testa, fingendo di essere spaventato. "Per fortuna sono un bravo ragazzo. Mi terrò fuori dai guai, promesso."

Lily sorrise, tornando a concentrarsi sui rapporti preliminari sul tavolo, ma c'era un calore nei suoi occhi che Ethan non poté fare a meno di notare. Anche se il contesto non era dei migliori, l'interazione tra loro aveva aggiunto un tocco di leggerezza a quella giornata altrimenti cupa.

Ethan ruppe il silenzio con una battuta. "Sai, Lily, se mi avessero detto che avrei passato così tanto tempo qui, avrei scelto una carriera diversa. Magari qualcosa di più vivace, tipo... il giocoliere."

Lily alzò lo sguardo dal fascicolo, un sorriso che giocava sulle sue labbra. "Giocoliere, eh? Mi piacerebbe vederti destreggiarti tra più casi alla volta, considerando che fatichi già con uno."

Ethan fece una smorfia drammatica. "Touché. Ma, a mia discolpa, i miei talenti sono più apprezzati in altri contesti. Per esempio, ho un talento innato per... distrarre i miei colleghi dal lavoro."

"Ah, sì, su questo non c'è dubbio," replicò Lily con un'occhiata scherzosa. "Ma, detto tra noi, non so se sia un pregio o un difetto."

"Decisamente un pregio," disse Ethan, avvicinandosi a lei con un sorriso disarmante. "Immagina che noia sarebbe la vita senza le mie battute."

Lily finse di considerare la cosa, tamburellando le dita sul tavolo. "Potrei abituarmi all'idea," disse infine, ma il tono tradiva il divertimento dietro la sua facciata seria.

Ethan inclinò la testa di lato, osservandola con uno sguardo di finta preoccupazione. "Sta cercando di farmi fuori, detective? Perché ho un alibi di ferro, nel caso stia già pensando di incastrarmi."

Lily scrollò le spalle, trattenendo a stento una risata. "Non sarebbe necessario incastrarti, Ethan. Sei abbastanza bravo a metterti nei guai da solo."

Ethan rise, scuotendo la testa. "Verissimo. Ma ammettilo, ti mancherei se non ci fossi."

Lily sospirò, lasciando finalmente cadere la sua maschera di serietà. "Forse un po'," ammise con un sorrisetto. "Ma solo un po'."

"Sapevo di poter contare su di te," disse Ethan con un occhiolino. Poi indicò il fascicolo sul tavolo. "Ora, torniamo a fingere di essere seri. Cosa dice?"

Lily riprese in mano il fascicolo, tornando al lavoro. "dice che dobbiamo attendere il medico legale, giocoliere."

Ethan sorrise. "È un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo. E se questo significa passare del tempo con te, direi che ne vale la pena."

"Non ci contare troppo," rispose Lily, ma il suo sorriso tradiva il piacere di quella conversazione leggera, anche in un luogo così cupo.

Furono accolti dal medico legale, la dottoressa Sara Hayes, una donna minuta ma dal carattere deciso, con gli occhi acuti di chi ha visto troppe tragedie.

"La vittima è stata uccisa con un coltello chirurgico, lo stesso tipo usato nelle altre scene del crimine," iniziò la dottoressa Hayes, mentre li guidava verso il corpo coperto da un lenzuolo. "La precisione delle ferite suggerisce che l'assassino abbia una buona conoscenza anatomica, e che probabilmente non è alla sua prima volta. Non c'è stata alcuna esitazione."

"Lo sospettavamo," disse Lily, osservando il corpo sul tavolo. "C'è qualcosa di diverso rispetto alle vittime precedenti?"

La dottoressa scoprì una parte del corpo, mostrando una piccola incisione sul lato del collo. "Questa ferita è nuova. Non era presente sulle vittime precedenti. È quasi come se volesse lasciare un segno distintivo, qualcosa che lo separa dagli omicidi precedenti."

Lily osservò attentamente l'incisione. Era piccola, ma estremamente precisa, come se fosse stata fatta con un'intenzione particolare. "Questo potrebbe significare che l'assassino sta diventando più sicuro di sé, o che sta cercando di comunicare qualcosa."

"O forse sta solo giocando," aggiunse Ethan, con un tono carico di preoccupazione. "Giocando con noi, e con te in particolare, Lily."

Lily rimase in silenzio, ma sapeva che Ethan aveva ragione. Questo nuovo dettaglio poteva essere un messaggio, un avvertimento, o semplicemente un modo per destabilizzarla ulteriormente. Ma qualunque fosse la ragione, non poteva permettersi di farsi intimidire.

"Continuiamo a scavare," disse infine. "Analizziamo i partecipanti del gruppo di supporto e vediamo se riusciamo a trovare un collegamento con questa nuova incisione. Forse c'è qualcosa nel passato di una delle vittime che stiamo trascurando."

*

Più tardi quella sera, dopo ore di lavoro incessante, Lily si trovava ancora nell'ufficio vuoto, i documenti sparsi davanti a lei. Ethan e Marcus erano andati via da poco, ma lei non riusciva a smettere di pensare a quello che avevano scoperto. La connessione con il gruppo di supporto era troppo significativa per essere una coincidenza, ma qualcosa non quadrava ancora.

Il suono del suo telefono che vibrava la fece sobbalzare. Guardò il display, aspettandosi che fosse Emma. Ma il numero era sconosciuto. Esitò un momento, poi rispose.

"Pronto?"

Dall'altra parte della linea, ci fu un attimo di silenzio, poi una voce bassa e distorta parlò. "Ti sei avvicinata, Lily. Ma non abbastanza."

Lily sentì un brivido freddo correre lungo la schiena. "Chi sei?" chiese, cercando di mantenere la calma.

"Lo scoprirai presto," rispose la voce. "Ma devi essere disposta a guardare oltre ciò che pensi di sapere. Sei sicura di conoscere davvero i tuoi amici? I tuoi colleghi?"

Lily strinse il telefono, la mente che correva a mille all'ora. "Cosa vuoi da me?"

"Voglio che tu capisca, Lily. Voglio che tu veda il mondo come lo vedo io. Solo allora sarai pronta."

La linea si interruppe, lasciando Lily con il cuore che batteva forte nel petto. Si rese conto che l'assassino non stava solo giocando con lei; la stava conducendo in una spirale di dubbi e sospetti. E ora, doveva considerare la possibilità che qualcuno vicino a lei fosse coinvolto.

Doveva scoprire chi era, e doveva farlo prima che l'assassino decidesse di colpire di nuovo.

OMBRE DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora