Capitolo 1 | L'ombra del passato

8 1 0
                                    

Lily Tunner si fermò davanti all'imponente edificio di vetro e acciaio, la sede centrale della polizia di New York. Non era la prima volta che si trovava lì, ma quel giorno era diverso. Quel giorno non era più una visitatrice, né una figlia che veniva accompagnata da un detective per rispondere a domande scomode. Quel giorno iniziava il suo primo giorno da detective.Il suo respiro si condensava nell'aria fresca del mattino, ma lei non fece caso al freddo.

Gli occhi grigio acciaio, simili a quelli del padre, scrutavano l'ingresso principale. Si chiese quante persone la riconoscessero e quanti di loro conoscessero il suo segreto. Forse pochi, forse tutti. Essere la figlia di James Tunner, uno dei più noti serial killer degli ultimi decenni, non era qualcosa che potesse essere facilmente dimenticato.

Entrò con passo sicuro, anche se il cuore le martellava nel petto. La hall era affollata di agenti in uniforme e detective in abiti civili, tutti impegnati in una frenetica attività. Alcuni la notarono, lanciandole sguardi curiosi, altri si limitarono a ignorarla.

Lily si diresse verso l'ascensore, stringendo la borsa contro il fianco, mentre il suo riflesso nel vetro le restituiva un'immagine che non riconosceva del tutto: una giovane donna con i capelli castani legati in una coda di cavallo, un abito professionale troppo serio per i suoi ventisette anni e un'espressione determinata che celava un tumulto interiore.

Non poteva permettersi di fallire. Non con il peso del cognome che portava. Ogni sua mossa sarebbe stata osservata, giudicata. Doveva essere perfetta. Meglio degli altri. Doveva dimostrare a tutti, e a sé stessa, che lei non era come lui.

Le porte dell'ascensore si aprirono con un leggero scatto e Lily uscì, ritrovandosi nel corridoio al ventesimo piano. La sezione crimini speciali. Quella era la sua nuova casa. Una casa fatta di fascicoli, prove, e soprattutto menti criminali da scovareUn uomo alto e robusto, con i capelli grigi tagliati corti, la stava aspettando alla fine del corridoio.

"Detective Tunner?" chiese, con un leggero sorriso che non raggiungeva gli occhi.

"Sì, sono io," rispose lei, stringendo la mano che lui le porgeva.

"Benvenuta nella squadra," disse lui. "Io sono il Capitano Morrison. Sarò il tuo supervisore. So che hai fatto un ottimo lavoro alla scientifica, ma qui le cose saranno diverse. Siamo sul campo, è un ambiente duro, ma sono sicuro che ce la farai."

Lily annuì, cercando di ignorare il reale significato di quella frase. Ce la farai, nonostante tutto. Nonostante chi sei. Nonostante tuo padre. "Grazie, Capitano. Sono pronta a mettermi al lavoro."

Dopo aver completato i suoi studi in biologia forense, aveva lavorato per quattro anni presso la polizia scientifica, diventando una delle migliori nel suo campo. Analisi della scena del crimine, tracciamento di indizi nascosti, connessione tra prove apparentemente scollegate: era in quelle sfide che eccelleva.

"Ottimo," commentò lui, prima di farle segno di seguirlo lungo il corridoio. "Abbiamo già un caso per te. Qualcosa di grande." Il cuore di Lily accelerò, ma cercò di mantenere un'espressione neutra. Non si aspettava di essere buttata subito nella mischia. Forse volevano testarla. Forse volevano vedere come avrebbe reagito di fronte al fuoco.

Morrison si fermò davanti a una porta, la aprì e fece un passo indietro per lasciarla entrare. "Ecco, dai un'occhiata."Lily entrò nella stanza. Sulle pareti erano appesi diversi fogli, foto e schemi. Al centro della stanza, un grande tavolo era coperto di fascicoli e rapporti. L'aria era impregnata di caffè e tensione. Il suo sguardo si posò sulle fotografie, e in un attimo il sangue le si gelò nelle vene.

Corpi. Tre, forse quattro, non era sicura. Tutti disposti in modo inquietante, come se fossero parte di un rituale. Ma non era il numero dei corpi a inquietarla, bensì il modo in cui erano stati uccisi. Tagli netti, precisi. Gli stessi che aveva visto nelle foto dei crimini commessi da suo padre."No..." sussurrò, incapace di trattenersi. Morrison, che era rimasto in silenzio a osservarla, si avvicinò. "È stato trovato un altro corpo questa mattina, stessa firma. Stiamo cercando un emulatore, ma..." Si fermò, osservandola. "Capisco che possa essere difficile per te."

Lily fece un respiro profondo, cercando di scacciare la nausea che le montava dentro. "Sono qui per fare il mio lavoro, Capitano. Mi dica cosa devo fare."

Morrison la scrutò per un lungo istante, come se cercasse di leggere il suo vero stato d'animo. Poi annuì. "Bene. Voglio che tu esamini tutti i rapporti. Sei stata una delle migliori alla scientifica, usa le tue competenze. Trova qualcosa che abbiamo trascurato."

Lily annuì, avvicinandosi al tavolo. Mentre prendeva in mano il primo fascicolo, una sola domanda le martellava nella mente: chi era abbastanza folle da voler emulare il mostro che era stato suo padre? E perché?

E soprattutto, cosa significava tutto questo per lei?

OMBRE DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora