Capitolo 14 | La Partita Iniziata

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Il sole stava lentamente calando all'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature arancioni e porpora, quando Lily varcò la soglia dell'ufficio. La sua mente era ancora immersa nei tumultuosi eventi che si erano svolti nella dimora di Arthur Hastings. Il biglietto che aveva trovato, con il suo messaggio provocatorio e inquietante, non era solo una comunicazione: era una vera e propria dichiarazione di guerra. Lily sentiva il peso di una minaccia palpabile, e sapeva che doveva mantenere la lucidità; non poteva permettersi di commettere errori. L'assassino non solo conosceva ogni sfumatura del suo passato, ma sembrava intenzionato a sfruttarlo per tormentarla, trascinandola in un gioco letale le cui radici affondavano nel suo trauma.

Accanto a lei, Ethan restava in silenzio, percependo la tensione che gravava su Lily come una nube oscura. Sebbene volesse consolarla, sapeva che qualsiasi tentativo di farlo in quel momento sarebbe stato futile. Lei era concentrata, immersa nei suoi pensieri, determinata a trovare una soluzione. Un'aura di oscurità aleggiava attorno a lei, e lui comprendeva che doveva lasciarle il tempo necessario per affrontare la tempesta che stava covando dentro di sé.

"Abbiamo bisogno di rivedere ogni singolo dettaglio del processo di mio padre," disse Lily finalmente, rompendo il silenzio che li avvolgeva. La sua voce, ferma ma carica di emozione, rivelava la sua crescente ansia. "Ogni testimonianza, ogni prova, ogni persona coinvolta. Qualsiasi cosa che potrebbe darci un indizio su chi sia questo assassino."

Ethan annuì, sentendo l'urgenza delle sue parole. Era determinato a sostenere Lily in questa ricerca. "Marcus sta già rivedendo i fascicoli più vecchi. C'è qualcosa in particolare che vuoi che cerchiamo?"

Lily si fermò un attimo, riflettendo. "Qualcosa che ci siamo persi, o che all'epoca non sembrava importante. Potrebbe esserci stata una persona ossessionata da mio padre, qualcuno che aveva tentato di emularlo ma che non è mai stato preso sul serio."

"Potrebbe essere qualcuno che ha lavorato sul caso, o un osservatore esterno," aggiunse Ethan, cercando di ricostruire il puzzle. "O qualcuno che ha avuto accesso ai fascicoli dopo il processo, magari un giornalista o un avvocato."

"Esatto," confermò Lily, il suo sguardo si fece ancora più intenso. "Ma non possiamo escludere la possibilità di un legame personale. Chiunque stia facendo questo conosce me e il mio passato fin troppo bene. Non penso che sia solo un ammiratore del lavoro di mio padre. È qualcuno che desidera mettersi in mostra, forse anche superarlo."

Ethan rifletté per un momento, poi chiese con cautela, "Lily, c'è qualcuno nel tuo passato, oltre a tuo padre, che potrebbe voler farti del male? Qualcuno che magari hai incontrato durante l'indagine o anche nella tua vita personale?"

Lily scosse la testa, ma un pensiero la colpì. C'erano state persone che avevano cercato di avvicinarsi a lei, approfittando della sua notorietà dopo l'arresto del padre. Individui affascinati dalla morbosità del caso, che avevano cercato di insinuarsi nella sua vita. Ma nessuno sembrava avere la capacità o l'astuzia per orchestrare un piano così complesso.

"Non che io ricordi," rispose infine, con un tono pensieroso. "Ma è possibile che qualcuno si sia nascosto nell'ombra per tutto questo tempo, aspettando il momento giusto per colpire."

Lily ritornò alla sua scrivania, circondata da un caos di appunti, foto e ritagli di giornale. Gli indizi raccolti nelle ultime settimane avevano finalmente iniziato a prendere forma, rivelando un quadro sempre più nitido del mostro che stavano cercando. Le mani le tremavano leggermente mentre ricomponeva i pezzi del puzzle, ma c'era una determinazione nuova nei suoi occhi. Aveva finalmente qualcosa di concreto, qualcosa che poteva portare alla polizia.

Prese un foglio bianco e iniziò a scrivere, ordinando i pensieri con attenzione:

Profilo del sospetto

Etnia: Uomo bianco

Età: Sulla quarantina

Tratti psicologici: Sociopatico, con tendenze manipolative e una forte ricerca di attenzione. Probabile narcisismo patologico.

Motivazione: Il desiderio di controllo e il bisogno di sentirsi superiore agli altri. Sembra essere spinto dalla necessità di confermare la propria intelligenza e astuzia attraverso il terrore che semina.

Passato familiare: Problemi legati alla figura paterna, con probabile abuso o abbandono durante l'infanzia. Questa ferita profonda potrebbe essere la radice del suo disprezzo per l'autorità e il suo bisogno di punire coloro che percepisce come deboli o inferiori.

Comportamento: Tendenze ritualistiche nei suoi crimini, indicativo di un bisogno di ordine e controllo. È probabile che scelga le sue vittime in base a una qualche logica distorta, forse legata alle sue esperienze passate.

Relazioni personali: Probabilmente isolato, con difficoltà a mantenere rapporti duraturi. Potrebbe avere una facciata pubblica rispettabile, ma sotto la superficie cova un profondo risentimento verso la società.

Lily rilesse il profilo, cercando di immaginare l'uomo dietro quelle parole. Ogni dettaglio sembrava combaciare con ciò che aveva scoperto, ma c'era ancora un senso di inquietudine che non riusciva a scrollarsi di dosso. Era possibile che questo profilo non fosse del tutto completo, che ci fosse ancora qualcosa di nascosto, ma era un inizio. Un punto di partenza per la polizia.

Con un sospiro, si alzò e prese il telefono. "Devo parlare con il detective Morrison" disse, la voce risoluta. "Credo di avere un profilo che potrebbe aiutarci a prendere questo bastardo."

Mentre aspettava che la chiamata venisse inoltrata, sentiva crescere dentro di sé una strana sensazione: la speranza che, dopo tanto tempo, fossero finalmente vicini a fermare l'incubo che aveva travolto la sua vita. Ma sapeva anche che l'uomo che stavano cercando non si sarebbe arreso facilmente. L'ultima mossa sarebbe stata la più pericolosa di tutte.

OMBRE DI SANGUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora