IV Capitolo - La prova

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Camminavano silenziosamente nella foresta, cercando di ignorare la presenza l'uno dell'altro. Il sole filtrava tra le fronde degli alberi, creando un gioco di luci e ombre che danzava attorno ai loro passi. Elias tentava di mantenere attiva la mente, ripassando le nozioni apprese sull'ecosistema, piante e animali. Ogni tanto, allungava una mano per accarezzare una foglia o esaminare un ramo spezzato, sperando di impressionare Giaele con le sue conoscenze botaniche. Ma ogni tentativo sembrava un po' forzato, come se le parole scivolassero via prima di raggiungere la superficie.

Giaele, d'altra parte, sembrava muoversi in un altro mondo. La sua grazia era naturale, le sue movenze fluide e agili. Con ogni passo, il suo corpo si adattava e si piegava, evitando rami sporgenti e risalendo tronchi inclinati con una facilità che lasciava Elias incantato, ma anche, a tratti, frustrato. Era come se l'abilità di Giaele di muoversi attraverso la foresta fosse innata, come un antico accordo con la natura che lei conosceva e rispettava.

"Guarda là!" esclamò finalmente Elias, sperando di trovare un argomento di conversazione mentre additava una pianta che non aveva mai visto prima. "Quella potrebbe essere un'arnica. Ha proprietà medicinali notevoli." Giaele si voltò, e per un attimo i loro sguardi si incrociarono. Un sorriso fugace le attraversò il volto, ma svanì rapidamente mentre tornava a concentrarsi sul sentiero.

"Sì, è un'ottima osservazione." rispose, la sua voce era calma e melodiosa. "Ma non avvicinarti troppo. Potrebbe essere confusa con un'altra pianta simile, e alcune sono tossiche." Ilarità e una sottile delusione si mescolarono dentro di lui. Nonostante i suoi sforzi per mostrarsi competente, Giaele sembrava sempre un passo avanti. Proseguì nella camminata, cercando di assorbire ogni dettaglio del paesaggio, in parte per ammirarlo e in parte per non perdere tempo a pensare a quanto fosse difficile risaltare accanto a lei.

Mentre la foresta si addensava, il silenzio che li circondava divenne un vuoto pesante. Elias sentì il bisogno di interrompere quello scomodo imbarazzo che li avvolgeva, di trovare un modo per abbattere quel muro invisibile.

"Come hai imparato a muoverti così bene qui?" chiese, sperando di avvicinarsi a lei. Giaele lo guardò di nuovo, colpita dalla domanda; i suoi occhi brillavano come i riflessi del sole sull'acqua.

"La pratica." rispose con semplicità. "E il rispetto per ciò che ci circonda. Ogni passo è un dialogo con il mondo naturale. Ogni errore è un insegnamento."

Elias sapeva bene il significato di quella frase; la consapevolezza che un minuscolo errore può essere fatale. Si ritrovò a fissare il vuoto, completamente distaccato dalla realtà. Giaele lo osservò confusa; una parte di lei riconosceva quello sguardo, ma preferì non chiedere nulla. Tornò verso di lui e, toccandogli il braccio, cercò di riportarlo alla realtà.

"Elias, tutto bene?" chiese, mentre gli dava una leggera scossa. Il contatto le fece provare un brivido lungo la spina dorsale; le sue braccia erano così forti e affascinanti che non poté fare a meno di apprezzare la bellezza di quel contatto. Elias, riportato alla coscienza dal calore di quel tocco, si voltò verso di lei, i suoi occhi finalmente focalizzati.

"Sì... sì, scusa." rispose, cercando di mascherare il tumulto che si era agitato dentro di lui. "A volte mi perdo nei pensieri."

"Non preoccuparti, succede spesso anche a me. È proprio per questo che vengo qui. Tra gli alberi posso perdermi nei miei sogni e nelle mie speranze, senza che nessuno interferisca. Come ho fatto con te un attimo fa..." rispose Giaele. I loro sguardi si incontrarono di nuovo, con una estrema dolcezza. In quel momento, il mondo intorno a loro sembrava svanire, lasciando solo l'eco dei loro respiri. Una complicità silenziosa si fece strada tra di loro, e la risata che seguì fece vibrare l'aria, come se anche la natura stesse partecipando a quel momento intimo, carico di complicità.

LE OMBRE DELLA FORESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora