VI CAPITOLO - ELIAS : LA FUGA

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Percorreva le viuzze di montagna per arrivare al centro del paesino, guidando in completo silenzio, accompagnato solo dal suono martellante del suo cuore che batteva carico di agitazione. Nello stomaco sentiva un vuoto che lo attanagliava. Strizzava gli occhi, come se volesse scacciare qualcosa dal suo interno: erano le sue stesse lacrime, che, come un fiume in piena, cominciarono a scendergli lungo il viso, delineando solchi perfetti. Non poteva credere di essersene andato così bruscamente. Finn era stato incredibilmente gentile con lui, così disponibile, e il suo ringraziamento si era ridotto a una banale scusa per allontanarsi il più possibile da quel luogo. Cosa gli era successo? Perché non riusciva più ad affrontare nemmeno una situazione in un contesto così semplice? Realizzò che sarebbe bastato un semplice "Ti ringrazio per l'offerta, ma non faccio escursioni!", eppure, per non venire meno al suo orgoglio, decise di rimanere in silenzio e seguire Giaele lungo il percorso. Quella ragazza lo aveva affascinato fin dal primo istante in cui i suoi occhi si erano posati su di lei. Non gli era mai capitato di sentire un'alchimia così intensa con una persona appena conosciuta. Sembrava così forte e indipendente, eppure c'era qualcosa nel suo atteggiamento che non lo convinceva. Sembrava sforzarsi per allontanare le persone intorno a sé, come se cercasse di creare una sorta di scudo protettivo, tentando di nascondere le proprie vulnerabilità. La sua attitudine passivo-aggressiva poteva essere derivata da un trauma. Ma cosa poteva esserle successo?

Arrivato nel cuore del paese, parcheggiò il pickup e scese dall'auto. Si guardò intorno, ammirando la bellezza e la particolarità di quel posto, caratterizzato da stradine acciottolate che si snodavano tra case a graticcio dai colori vivaci e i tetti a punta, con fiori che spuntavano da balconi e finestre. Le persone si muovevano a piedi o in bicicletta, godendo della tranquillità e della bellezza del luogo. Al centro del paese si trovava una piazza animata, dove si ergeva una chiesa gotica con un campanile slanciato che si elevava verso il cielo. Piccole trattorie e caffè contornavano la piazza, invitando i visitatori a gustare piatti tradizionali, come stinco di maiale e spätzle, accompagnati da ottime birre locali. Schluchsee era anche noto per le sue tradizioni artigianali: c'erano diverse botteghe che producevano ceramiche e prodotti in legno. Fin da piccolo aveva sentito parlare dei mercatini di Natale che venivano allestiti in tutto il paese; durante le festività, le strade si riempivano di bancarelle che illuminavano ogni via con luci e colori, mentre musica e canti riecheggiavano nell'aria, creando un'atmosfera festosa. Quell'angolo della Germania sembrava uscito da una favola, pensava Elias, dove il tempo scorre lentamente e la bellezza della natura si fonde con la cultura e le tradizioni locali.

"Elias Weber?" La voce dietro di lui era incredibilmente familiare. Si voltò, riconoscendo immediatamente la persona che lo aveva chiamato. "Non posso crederci! Greta Weyer!"

"Ciao, Elias! Come stai?" chiese lei, con un sorriso che illuminava il suo viso.

"Sono venuto qui per un lavoro in una baita di pesca, ma..." Elias esitò. "Non credo ci tornerò."

"Ah, al rifugio della foresta!" esclamò Greta con entusiasmo.

"Lo conosci?" domandò Elias, stupito.

"Certo! Oltre ad essere l'unica baita di pesca della zona, è anche molto famosa! Qui tutti vanno lì, non solo per pescare. È un posto stupendo!" La risposta di Greta colpì Elias come uno schiaffo, riportando il suo pensiero su Giaele.

"Come mai non ci tornerai? Quello è il posto perfetto per te! Dopo quello che è successo, intendo." Lo incalzò lei, scrutando il suo viso con espressione seria.

Greta era stata una delle donne più importanti nella sua vita. Elias la guardava con attenzione, incredulo di quanto fosse rimasta invariata nel tempo. Era sempre stata molto alta per le ragazze della sua età, con i capelli rossi che la caratterizzavano, la pelle molto chiara e lentiggini anch'esse rossastre, e quegli occhi marroni e intensi che lo avevano colpito anni fa. Si erano conosciuti al secondo anno di scuola superiore; Elias aveva appena lasciato la Germania per trasferirsi in Svizzera, e Greta era stata subito un'amica preziosa. Gli aveva dato una mano a integrarsi, presentandogli i suoi amici che ben presto erano diventati anche i suoi. Lo aveva aiutato persino con i compiti. Ma non era stata solo una buona amica; Greta era stata il suo primo amore.

LE OMBRE DELLA FORESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora