CAPITOLO 4

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Harry si preparò un panino veloce, mentre faceva pranzare Sam. William era scomparso nel bagno, sottolineando di avere poco tempo e di dover ripartire al più presto. Quando ne riemerse, si era cambiato e sbarbato, il ragazzo riccio si ritrovò a fissarlo incantato. Con dei jeans aderenti, un giubbotto di pelle nera sbottonato su una maglia dello stesso colore, i capelli ancora umidi pettinati all'indietro, l'uomo era molto affascinante. "Sono pronto, Harry" disse William in tono deciso, l'altro annuì incerto notando una sagoma sospetta sotto la spalla dell'uomo ed una lunga tasca su un lato dei jeans, si chiese nervosamente se l'uomo fosse armato.

Uscirono insieme, scendendo le scale lentamente. Harry portava in braccio il piccolo Sam e William li seguiva. Una volta fuori dal portone, l'uomo dagli occhi blu suggerì all'altro di fare una passeggiata e dirigersi al parco più vicino mentre lui sarebbe rimasto a una certa distanza, pronto ad intervenire. Il modello non era d'accordo, ma l'altro non accettò obiezioni, ribadendo che non doveva preoccuparsi. Così, Harry portò Sam al parco più vicino, cercando di comportarsi in modo naturale e sembrare tranquillo. Fece uno sforzo enorme per non voltarsi continuamente per vedere dove si trovasse William.

Harry sedette su una panchina, tenendo in braccio il bambino e cercando di godersi il tiepido sole. Non c'erano molte persone, la zona sembrava piuttosto tranquilla. Trascorsero diversi minuti e il giovane cominciò a rilassarsi, parlottando con Sam e canticchiandogli una canzone. Il piccolo lo fissava incuriosito, gli occhi blu colmi di gioia e meraviglia. A un tratto, una voce fece gelare il sangue nelle vene del modello. "Non ti sarai dimenticato di noi, vero?" chiese quello che chiamavano Kyle, Harry sollevò la testa di scatto e vide l'uomo a pochi passi da lui, con il solito abbigliamento ed un'espressione soddisfatta. I suoi due compagni erano dietro di lui. Il giovane modello si pentì di aver dato retta a William, cosa avrebbero fatto adesso? "Lasciateci in pace" protestò, cercando di usare un tono di voce fermo. Si guardò freneticamente intorno, notando come in quel momento non ci fosse nessuno in quella parte del parco. Si sforzò di mantenere la calma, di respirare normalmente, mentre stringeva a sé il bambino. Kyle fece un passo avanti, fermandosi esattamente di fronte a lui, seguito dagli altri due. Fissò il piccolo e lo minacciò: "Non ti conviene fare l'eroe, ragazzino. Consegnaci il bambino, ci sono tante famiglie facoltose pronte a pagare per lui. Sarà meglio per tutti, se fai quello che dico". Harry non rispose, si limitò a scuotere la testa e a chiedersi perché non potessero semplicemente lasciarli in pace. Certo, Sam era un bambino bellissimo e probabilmente sembravano un bersaglio facile, dato che erano quasi sempre soli. Kyle allungò una mano, bloccandosi di colpo quando una presenza improvvisa sorprese i presenti. Come apparso dal nulla, William era dal lato opposto della panchina rispetto ad Harry, una gamba sollevata e il piede appoggiato sul sedile, l'aria apparentemente rilassata e l'espressione illeggibile. "Non te lo consiglio, ragazzino" si rivolse a Kyle, stressando l'ultima parola con cui si era rivolto prima al giovane modello. I tre malintenzionati si voltarono come fossero una cosa sola, studiando con interesse lo sconosciuto. "Cosa, non mi consigli?" ruggì offeso Kyle, William scrollò le spalle e si raddrizzò portando entrambi i piedi a terra e rispondendo, in tono piatto: "Non ti consiglio, di provare a toccare il bambino. La cosa mi innervosirebbe parecchio e, credimi, non vuoi davvero farmi perdere la pazienza". "Ma chi accidenti sei, tu?" chiese uno dei compagni di Kyle, squadrandolo con evidente disprezzo. 

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