CAPITOLO 9

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"Non è un appuntamento, non è un appuntamento" si ripeté Harry, sistemando per l'ennesima volta i cuscini del salotto. Aveva lasciato Sam da Miriam, che lo aveva guardato con uno sguardo allusivo, anche se lui aveva ribadito di aver solo bisogno di rilassarsi. "Sta tranquillo" disse la donna: "Sam starà benissimo e te lo riporterò domattina". Prima che potesse replicare, Miriam gli chiuse la porta in faccia.

Così, Harry si ritrovava da solo in attesa di Louis. Si rese conto di non avere un orario preciso per l'arrivo dell'altro uomo, era quasi ora di cena e il modello prese a passeggiare nervosamente. Aveva cucinato spaghetti pomodoro e mozzarella, lasciandoli in caldo. Per secondo, in forno era quasi pronto il pesce con le patate. Pregò che Louis arrivasse presto, perché rischiava di svenire da un momento all'altro. Quando sentì bussare, si precipitò alla porta, sistemandosi con un gesto automatico la camicia di merletto bianco, sui pantaloni neri aderenti. Sospirando pesantemente, aprì la porta e fissò l'uomo dall'altra parte. Louis indossava una maglietta nera che definiva i muscoli del torace e metteva in risalto le braccia, sopra a dei jeans neri che gli calzavano a pennello. Harry cercò di sollevare lo sguardo dal cavallo dei pantaloni, ma i suoi occhi sembravano fissarsi sul rilievo causato dal membro dell'altro. Arrossendo, indietreggiò per farlo entrare e tossicchiò nervosamente. Si accomodarono in salotto, dove Louis chiese senza preamboli: "Dimmi cosa succede, Harry. Sei strano, si tratta di Sam? Qualcuno vi sta dando di nuovo fastidio?". Il modello scosse la testa e si morse un labbro, sentendosi un perfetto idiota. "N-no" rispose: "Sam sta bene, nessuno ci ha più dato fastidio". Louis sorrise a quelle parole, aspettando che l'altro si spiegasse. "Sono io, il problema" ammise Harry, abbassando lo sguardo e desiderando sprofondare nel pavimento senza riemergere più. Si voltò di spalle, sbottando: "Dio, scusami, sono un tale idiota". Louis si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, sussurrando: "Harry, sono stato io a dirti di chiamarmi per qualunque cosa, dimmi cosa posso fare per te. Anche se non posso far parte della vita di Sam, io ci sarò sempre per voi". Harry tornò a girarsi, per fissarlo con uno sguardo incredulo, quelle parole lo fecero sentire stranamente bene. "Perdonami, Louis, non avrei dovuto chiamarti ma non mi fido di nessun altro" disse Harry, a bassa voce. L'uomo più grande assunse un'espressione confusa, così il giovane decise di porre fine a quel tormento confessando di getto: "Sono così frustrato, sempre nervoso. Dormo male, mi innervosisco per una stupidaggine e non vorrei mai prendermela con Sam. Capisci? Sono mesi, mesi per me", si passò una mano tra i capelli e chiuse gli occhi, incapace di continuare. "Non capisco, Harry" replicò Louis, fissandolo con la fronte aggrottata. 

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