CAPITOLO 13

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Harry riaprì gli occhi pochi istanti dopo, si sentiva appagato e confuso al tempo stesso. Batté le palpebre, accorgendosi di essere sdraiato di schiena sul letto, di Louis nessuna traccia.

SEI ANNI DOPO

"Sam!" chiamò Harry, dalla panchina del parco: "Tra dieci minuti andiamo a casa!". Il ragazzino lo squadrò di traverso, rispondendo in tono imbronciato: "Va bene, va bene, papà", tornando poi a voltarsi verso gli altri bambini con cui stava giocando. Era una bella giornata primaverile, il sole era tiepido e l'aria pulita. Harry tornò a sedersi, rassegnato. Suo figlio aveva indubbiamente un caratterino niente male, ma lo amava con tutto il cuore. A scuola era molto socievole, quasi sfacciato. Intelligente ma pigro, gli avevano anche detto. Da un paio d'anni, il giovane aveva cambiato lavoro spostandosi dietro alla macchina fotografica. Aveva seguito diversi corsi, riuscendo a diventare un buon fotografo. Oltre ad essere il suo sogno, la nuova professione gli permetteva di gestire meglio il tempo e guadagnare anche di più. Meno di un anno prima, si era trasferito con il bambino in una villetta a schiera a pochi passi dalla scuola, in una zona comoda e riservata al tempo stesso. Era sereno e Sam sembrava felice. Non aveva mai più rivisto Louis, il padre naturale di quel bambino che ormai considerava esclusivamente suo. Si erano sentiti al telefono, sporadicamente. Brevi conversazioni, in cui il misterioso uomo gli chiedeva semplicemente se andasse tutto bene, senza mai dare dettagli su dove fosse o cosa stesse facendo. I primi tempi Harry ci era rimasto male, sentendosi abbandonato da qualcuno di cui si fidava, in cui aveva sperato di trovare un amico se non un compagno. Ma Louis era stato chiaro, non voleva nessun legame e soprattutto non intendeva in alcun modo far parte della vita di Sam.

Il giovane fotografo, lo aveva ormai accettato. Erano, solo lui e suo figlio ed andava bene così. Un paio di volte al mese di ritagliava una serata per sé, lasciando Sam con la baby sitter o a casa di qualche amichetto. Andava in qualche locale, si rilassava e a volte socializzava con qualche bel ragazzo. Raramente, si concedeva più di qualche bacio e sfioramento, lo faceva sentire sporco il pensiero di fare sesso con uno sconosciuto. Forse perché, ogni maledetta volta in cui chiudeva gli occhi, rivedeva un volto affascinante e due profondi occhi blu. Ma andava bene, era sereno.

MIO FIGLIO - LARRY FANFICTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora