Capitolo cinque - parte 2

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«Sei ufficialmente cotta, Nana.» Sveva mi guarda severa dal divano del suo piccolo appartamento londinese. «Sei più cotta di questo cavolo di piatto di salsiccia e patate che ho scaldato in padella e ho dimenticato sul fuoco.» Infilza con sdegno un pezzo di salsiccia bruciacchiata e lo piazza davanti alla webcam.

«Ti sbagli. È stato solo un momento», mi difendo, continuando ad accarezzare Capitan Uncino, che si è piazzato tra le mie gambe incrociate quando la mia migliore amica mi ha chiamata dall'altra parte dell'Europa. Toccare il suo soffice manto bianco e nero mi rilassa, facendomi sentire di meno il peso della notte insonne. «Si è sfogato con me riguardo a un brutto periodo della sua vita e io gli ho dato un segno di supporto. Tutto qui. Un innocente scambio di confidenze.»

«Così innocente che poi sei dovuta andare a raffreddare i bollenti spiriti nella doccia», mi fa notare lei, spietata. «Non ti ho mai vista in condizioni peggiori. Dovresti considerare l'acquisto di un siero per le occhiaie! E, dio, vai in spiaggia ogni tanto. Sei cadaverica.»

Sto iniziando a pentirmi di averle raccontato le mie sventure, ma dovevo darle una spiegazione per il mio aspetto orribile. Preferisco mille volte parlare del mio insano rapporto con l'amico di mio fratello piuttosto che raccontarle dello stalking, almeno finché non avrò le idee chiare. Adesso ho soltanto vaghi sospetti. «Non sei d'aiuto, Svevi.»

«Tu pensi che io non sia d'aiuto, e invece lo sono», afferma con sicurezza, attorcigliandosi una spessa ciocca di capelli attorno all'indice. «Sto cercando di farti aprire gli occhi davanti all'evidenza. Ti sei presa una cotta bella grossa, che ti piaccia o no!»

Scuoto la testa. «No. Mi rifiuto», ripeto. Sembro una bambina capricciosa. Alla faccia della persona adulta e matura. Persino Capitan Uncino mi lancia un'occhiata stranita, segnale felino universale di disgusto, prima di alzarsi dal mio grembo e acciambellarsi sul letto.

Sveva sospira, rassegnata. «E va bene. Se non vuoi accettare la tua sbandata, qual è la soluzione che proponi? Ti caverai gli occhi in modo da non fissarlo quando si allena? Così potrai soltanto immaginarlo tutto sudato, pieno di muscoli che...»

«Finiscila!» le intimo. Una notifica sul cellulare mi fa sobbalzare, ma si tratta soltanto dell'applicazione di Netflix che mi avvisa dell'uscita di una serie TV che potrebbe piacermi. Nessuna e-mail sospetta, nessuna telefonata. Torno a guardare Sveva. «Non ci penserò. Ecco tutto. Farò come se nulla fosse.»

La mia migliore amica mi guarda con un misto di pietà ed esasperazione nelle iridi verdi. «Ottimo, perché fin ora ti è riuscito così bene che vale la pena continuare.» Schiocca la lingua sul palato. «Come vuoi. Se la tua scelta è far finta di essere cieca e sorda, per me va bene. Però permettimi di aggiungere un piccolissimo, minuscolo consiglio...»

«Spara», la invito con un cenno della testa. Tanto, anche se non le avessi dato l'autorizzazione, me lo avrebbe dato comunque.

«Esci con qualcun altro!» Stende le labbra in un sorriso esultante, le fossette profonde che le scavano le guance. «Non esiste metodo migliore del chiodo schiaccia chiodo. E io conosco qualcuno che fa proprio al caso tuo...»

«Ma non mi dire!» In qualche modo, non sono per niente sorpresa.

«... è un amico di Marco. Mi sarebbe piaciuto combinarti un appuntamento direttamente con lui, ma sai com'è», rotea le mani in aria, «sta ancora con Alessandra. Non la molla un attimo.»

Marco è il fratello maggiore di Sveva. Quando eravamo al liceo avevo una colossale cotta per lui, e questo è uno dei motivi per cui trascorrevo a casa della mia migliore amica più tempo che nella mia. Alto, con i capelli scuri e un paio di luminosi occhi verdi simili a quelli della sorella, per me è sempre stato un modello di bellezza irraggiungibile persino per gli attori del cinema. Per colpa sua mi sono meritata una marea di prese per il culo da parte di Sveva, ma ormai l'ho superata da un bel pezzo, più o meno da quando ho capito che non ha occhi che per Alessandra. Stanno insieme da quasi dieci anni, ormai.

«L'amico di Marco si chiama Edoardo. È carino, il tuo tipo. È laureato in legge e vuole fare l'avvocato», elenca, sollevando un dito a ogni caratteristica positiva. «Sono sicura che ti piacerà. Ti combino un incontro?»

Il primo impulso è quello di rifiutare. Non mi piacciono gli appuntamenti al buio: ho bisogno di essere sicura di essere attratta da qualcuno prima di uscirci.

Però, se la situazione che sto vivendo mi ha rivelato qualcosa, è che sono incredibilmente sola. Sveva è in un altro paese, Claudia non è più mia amica, gli altri sono meri conoscenti. Non ho nessuno con cui confidarmi, nessuno che possa starmi vicino e darmi un consiglio. I miei genitori non contano: darebbero di matto. Ho bisogno di qualcuno che sia obbiettivo.

So che è patetico, ma spero anche che la vicinanza di un ragazzo – un uomo – possa fare desistere lo stalker. Gli uomini che non rispettano le donne sono fatti così: danno più peso alla figura maschile di turno piuttosto che alla ragazza. Un "sono fidanzata" a volte è più efficace di un "non sono interessata".

Federico non può prendere questo ruolo. Fino a qualche mese fa non era neppure maggiorenne, senza contare che è un amico di mio fratello minore, ospite in casa mia.

Non posso lasciare che prenda sulle spalle il mio fardello. Dovrei essere io a proteggere lui, non viceversa.

Così, nonostante il mio corpo mi urli di declinare l'invito e tornare a crogiolarmi nella mia confusione, non lo faccio.

Decreto il mio destino con una sillaba.

«Sì.»

***

Angolo dell'autrice: Ciao a tutti ^^ Spero che la storia vi stia appassionando! In tal caso vi ricordo di lasciare una stellina e un commento, mi farebbe davvero tanto piacere ⭐️

Inoltre volevo chiedere: c'è ancora qualcuno che mi segue dai tempi di "My dead Orpheus"? Perché sto cercando di riprendere in mano il progetto e scrivere il volume conclusivo, quello che risponderà a tutte le domande irrisolte... secondo voi chi sarà il protagonista stavolta?

Alla prossima!

Lavinia

Prima che il tempo scorraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora