Capitolo 1.2✨

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Sei insieme la quiete

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Sei insieme la quiete

e la confusione

del mio cuore.

- Kafka 


I cinque giorni successivi furono un tran-tran di caffè, nottate in ufficio e colloqui con persone troppo poco raccomandabili. Steve, per fortuna, si offrì di accompagnarmi in un paio di occasioni, quando aveva capito che sola significasse che non conoscevo assolutamente nessuno. Per un momento pensai che lo stesse facendo per potersi prendere parte del merito una volta chiuso il caso, ma perché prendersi il merito di una cosa andata male? Pensai anche che volesse provarci con me, ma avrebbe avuto modi molto più semplici per farlo. La teoria a cui davo più credito era quella per cui non volesse rinunciare a una compagna d'ufficio così simile a lui. E se la successiva fosse stata una barbie chiacchierona? Era così, per forza. E sapevo bene che qualcuno avrebbe potuto dire che era solo un gesto d'amicizia, una di quelle cortesie che si fanno, ma noi non eravamo amici. Eravamo a malapena colleghi.

«Pronta per domani?» Che domanda del cazzo.

«Assolutamente no.» Dire che ero spaventata sarebbe stato un eufemismo. «Perché, ti sembro pronta.»

«Credo che tu abbia fatto tutto ciò che era in tuo potere per prepararti.» Una maniera dolce per dire che mi ero impegnata ma che non avevo speranze.

«Credi che io riesca a vincere?» Bella domanda, lo sapevo bene. Ma sapere di poter contare sulla sua sincerità. Ormai questa caratteristica era merce rara.

«Credo che tu abbia una possibilità.» Bene, se non altro era qualcosa.

«Non lo dico spesso, quindi non farci l'abitudine.» Ero così nervosa che non mi ero neanche resa conto di aver camminato in tondo così tanto da poter vedere i segni dei miei passi sul pavimento. Mi fermai davanti a lui, prima di continuare a parlare. «Grazie.» Mi era stato davvero d'aiuto negli ultimi giorni, il minimo che potessi fare era ammetterlo.

«Carrie Haven che ringrazia.» Mi beffeggiò. «Devo averlo sognato. La mancanza di sonno fa brutti scherzi.» Touchè. «A che ora comincia.»

«Alle nove.» Il tempo era sempre meno e la mia ansia aumentava sempre di più.

«Passo a prenderti, lasciami il tuo indirizzo sulla scrivania.» La tranquillità con cui lo disse mi lasciò interdetta.

«Non devi esserci per forza, sarebbe solo uno spreco...»

«Lasciami il tuo indirizzo e smettila di sprecare il fiato.» Mi interruppe. «Sarò da te domani mattina.»

La sveglia si era azionata già da due minuti. Ma non ne avevo avuto bisogno. Ero già sveglia da un pezzo. Cinque giorni erano pochi già nella quotidianità, ma risultavano essere anche meno se dovevi preparare un caso impossibile. Avrei potuto decidere di perdere e preparare una strategia di difesa inefficace già al principio, dato che le possibilità di vittoria erano davvero poche. Ma avevo deciso che avrei affrontato il problema a testa alta e, se avessi perso, almeno avrei potuto dire di aver tentato. Se non altro, era un buon allenamento. Avevo raccolto ogni genere di notizia sulla controparte. Qualunque informazione, anche se piccola, sarebbe potuta essere proprio l'ago nel pagliaio che stavo cercando. Cinque giorni dopo, avevo una difesa. Era valida? Non ne avevo idea. Contro un avvocatuccio qualunque, forse avrei vinto. Ma loro avevano uno squalo.

In between - Would you fight for love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora