Bear Rock, Massachusetts, anno del Signore 1692. La vita scorreva placida e tranquilla: la brezza di fine inverno accarezzava le colline e i campi, la nebbia del mattino avvolgeva le case in legno, le gocce di pioggia notturna cadevano lente dai loro tetti spioventi, la brina ricopriva erba e cespugli, i vivaci colori dell'alba si riflettevano sulla superficie dello stagno, i profumi della campagna e della terra umida si mescolavano all'aria fresca.
Gli abitanti del villaggio si svegliavano e iniziavano la loro giornata come la precedente e quella ancora prima. Accanto all'enorme roccia che dava il nome al villaggio, sorgeva la dimora dei Wyman: Jonas era il giudice e capo di quella piccola comunità, Ursula sua moglie e Peter l'unico figlio. Dall'altra parte della strada, viveva la famiglia Hill: il capofamiglia Obadiah, mastro bottaio rimasto vedovo, le sue quattro figlie Temperance, Charity, Prudence e Patience, il figlio più giovane Jacob. Peter Wyman e Temperance Hill erano promessi sposi e il matrimonio si sarebbe celebrato due mesi dopo. Matrimoni e funerali erano pressoché gli unici eventi degni di nota del villaggio, a parte le nascite di pargoli e agnelli.
Quel giorno, Obadiah, uomo robusto con mani callose e barba folta, era già in bottega pronto per un'altra giornata di lavoro tra raspe e lime e scalpelli insieme al figlio Jacob.
Anche Charity, la secondogenita, era già sveglia. Era seduta in silenzio nella sua stanza, con le gambe cinte dalle braccia sotto la vestaglia bianca, gli occhi verdi che guardavano tristi fuori dalla finestra. La luce arancione dell'alba filtrava attraverso il vetro illuminando il suo viso pallido e i capelli rossi che scendevano su spalle e schiena. Gli echi dei suoi incubi la accompagnavano anche durante la veglia, sempre più presenti, ogni giorno più nitidi e inquietanti. Nei suoi sogni, cavalcava sotto la neve, nuotava felice nell'oceano, scalava le montagne, si arrampicava sugli alberi. E soprattutto, amava. Sapeva di avere un amore, di amare qualcuno, ma il suo volto era sempre oscurato, confuso, sebbene la illuminasse come il sole mattutino. Da sveglia, invece, vedeva sempre e solo la propria morte e una mano che si allungava verso di lei ma non riusciva a raggiungerla.
Charity era terrorizzata ma ancor di più era sconsolata. La sua vita era monotona, aiutava il padre in bottega, raccoglieva l'acqua al pozzo, curava l'orto. Pensava a quanto avrebbe voluto andare via, fare quelle cose che faceva nei suoi sogni, trovare quel qualcuno che illuminasse il suo cuore. Sua sorella Temperance si sarebbe sposata due mesi dopo e presto sarebbe arrivato anche il suo turno: nessuno dei ragazzi del villaggio smuoveva sentimenti in lei e non voleva venire promessa in sposa a un estraneo.
Le visioni erano sempre più nitide, iniziavano a sostituirsi alla sua quotidianità: volti distorti che la guardavano, sussurri che la chiamavano, ombre che la accerchiavano.
Quel giorno, Charity era immobilizzata e rimase fissa a guardare la finestra. Si mosse solo quando Prudence venne a chiamarla:
<<Sorella! È ora di alzarsi!>>
Charity si voltò verso la porta e sorrise alla sorella, che aveva la brutta abitudine di aprire la porta senza bussare.
<<Vestiti e vieni di sotto. Al lavoro, pigrona!>> Prudence si allontanò e Charity tornò al suo sguardo malinconico, poi si alzò dal letto, si vestì e scese di sotto.Le tre sorelle stavano mescolando farina e acqua per impastare il pane. Una volta cotto, ne avrebbero tenuto un po' per la famiglia e Temperance avrebbe distribuito il resto agli altri abitanti del villaggio. Era una piccola comunità e ognuno aveva il proprio ruolo e il proprio compito da svolgere. Charity si unì a loro, sforzando un sorriso per non farle preoccupare e obbligandosi a ignorare le ombre che vedeva formarsi intorno a lei. Il focolare domestico scoppiettava e riscaldava la stanza, il profumo del legno si univa a quello del pane, sia quello appena sfornato che quello ancora da impastare.
Nel primo pomeriggio, Temperance andò a distribuire il pane fresco, Prudence e Patience rimasero a curare l'orto e Charity si recò al piccolo mercato del villaggio per vendere le loro verdure e acquistare latte e uova. Passando per la strada e poi per il mercato, Charity salutava tutti garbatamente con un caldo sorriso, celando i suoi turbamenti interiori e ignorando i volti distorti, i sussurri nel vento e le ombre intorno a lei.
D'improvviso, però, le voci nella sua testa si sovrapposero in un coro, ridondante ma dolce: <<Kara... Laula... Jun... Ona...>>. Charity sentiva chiamare tanti nomi diversi, non li riconosceva ma le erano familiari. Le voci mutarono in grida di dolore: si sentì congelare, poi bruciare, poi schiacciare, infine precipitare. Lasciò cadere il suo cesto di vimini, si portò le mani alle tempie, il suo volto si contrasse in un'espressione di agonia e terrore, si accasciò a terra e svenne.
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Devil - il contratto di famiglia
ParanormalQuarto racconto della collana ''Dark Tales''. Bear Rock, 1692. La vita della famiglia Hill viene stravolta quando Charity, la secondogenita, viene accusata di stregoneria. Che cosa accadrà a questa comune famiglia campagnola? Nuovi capitoli ogni ven...