Capitolo 6

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Delia

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Delia

Il dolore mi martella la testa con un'intensità insopportabile e, istintivamente, porto una mano alla tempia quando un gemito mi sfugge dalle labbra. La nausea mi attanaglia lo stomaco, ho la gola arida e i muscoli mi sembrano di pietra, rigidi e intorpiditi.

Cerco di aprire gli occhi, ma le palpebre sono pesanti. Le sbatto più volte prima di riuscirci, cercando di mettere a fuoco, ma la vista rimane annebbiata. A fatica, mi tiro su a sedere e mi guardo intorno: non riconosco nulla di ciò che mi circonda. La stanza è avvolta in una penombra inquietante, l'ansia mi prende alla gola. Il respiro diventa irregolare, e il mio sguardo fruga disperatamente l'ambiente. Sposto la testa di scatto a destra e sinistra, il cuore batte all'impazzata. Dove sono?

Poi, un ricordo mi colpisce come un fulmine: il bar, le risate amare soffocate dalla musica di sottofondo con Elysia, Ethan. Lo rivedo chiaramente, lo sento quasi ancora vicino. È come se il suo abbraccio fosse ancora avvolto intorno a me, il suo profumo, quell'aroma caldo e legnoso, mi inonda i sensi.

Il mio sguardo vaga fino a fermarsi sulla felpa che indosso: è morbida, impregnata del suo odore, un odore che mi colpisce come uno schiaffo e riaccende in me ricordi confusi e vividi allo stesso tempo. Mi stringo il tessuto contro il petto, le labbra tremanti, un nodo stretto in gola che rende difficile perfino respirare.

Sono a casa sua. Ethan mi ha portata qui, nel suo letto.

Con un gesto incerto, tiro fuori le gambe da sotto le coperte e scopro il pavimento scuro e freddo. I miei piedi sfiorano la superficie liscia, e un brivido mi corre lungo la schiena. Gli occhi corrono veloci su ogni dettaglio della stanza: il cappotto e la borsa sono disposti ordinatamente su una poltrona.

Mi alzo lentamente e mi guardo ancora intorno. La stanza è un perfetto equilibrio tra modernità e minimalismo. Le tonalità scure e neutre dominano l'arredamento, rendendo l'ambiente freddo, impeccabile e distante. È un luogo che non si adatterebbe mai all'immagine di un uomo come Ethan, così indomabile, istintivo, caotico. Eppure, c'è una strana armonia, come se l'ambiente riflettesse aspetti di lui che non ho mai visto.

Mi porto una mano alla gola e inizio a camminare, lasciandomi guidare dal richiamo silenzioso del suo profumo che sembra permeare ogni angolo. Apro la porta della camera ed esco in un piccolo corridoio, dove altre due porte chiuse si affacciano silenziose. Lo attraverso con passi incerti e mi fermo sulla soglia di una grande stanza aperta.

Il mio sguardo si blocca sulla sua figura: Ethan è sdraiato su un imponente divano nero, le braccia muscolose incrociate dietro la testa. Il suo petto nudo, decorato da intricati tatuaggi che si intrecciano come storie mute, si alza e si abbassa in un ritmo lento e costante. Dorme profondamente, le labbra leggermente dischiuse, e un ciuffo di capelli scuri ricade morbido sugli occhi chiusi.

Resto lì, immobile, incantata. Ogni dettaglio sembra scolpito nella mia mente: la curva delle sue spalle, la forza che emana anche nel sonno. È quasi doloroso vederlo così vicino eppure così distante. C'è qualcosa di incredibilmente magnetico in lui, qualcosa che mi attrae in modo irresistibile, e non è solo la sua bellezza indiscussa.

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