Capitolo Dodici

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                            Cecile
Il tempo trascorso in compagnia delle ragazze e dei rispettivi ragazzi è passato quanto più velocemente possibile.

Il cielo splendente del pomeriggio lentamente stava svanendo,dando spazio alle tenebre della sera.

Purtroppo siamo in inverno, ed il buio incomincia molto presto.

"Ragazzi sta facendo buio,penso che dovremmo andare." Ci avverte Vanja.

"Ceci,io e Fede non possiamo darti il passaggio, dobbiamo scappare a casa dei miei perché abbiamo una cena di famiglia, che peccato! Pensavo di avertelo detto!"
Lucia si porta una mano sulla fronte,come per dire "quanto sono stupida" .

Ma nella realtà dei fatti la mora sapeva esattamente cosa stava facendo, tutto un escamotage che rientrava nei suoi piani.

"Ma di quale cena parl- Ahia! Ah... si si...certo QUELLA cena di cui parlavi da giorni, mi dispiace Cecile ma davvero è questione di vita o di morte."
Fede quasi non viene preso a pugni dalla sua ragazza,la quale lo guarda con sguardo infuocato, come per dirgli di reggere il gioco se ci tiene ad uscirne vivo.

E così Lucy e Fede escono frettolosamente dal bar mano nella mano, sono proprio una bellissima coppia, dove amore, scherzo e rispetto regnano.

Magari arrivasse anche il mio di momento per provare ciò...

Dusan e Vanja, che capiscono al volo le intenzioni della coppia appena uscita, salutano e a loro volta scappano dal tavolino dove eravamo seduti.

Manu e Thessa, come Giulia e Nicolò erano già andati, i primi per tornare dal piccolo bimbo,che non vedo l'ora di conoscere,i secondi non ho ben capito il motivo.

Fatto sta che adesso mi ritrovo da sola,con di fronte a me Kenan, il quale era più spaesato di me.

Ottimo Cecile!

"Ehm...Che ne dici di andarci a fare un giro? Tanto sono ancora le sei." Pronuncia il ragazzo,che passa la mano nei suoi folti e morbidi capelli,per sistemarli.

"Beh, domani ho scuola, ma tanto non avrei nulla da fare a casa...perciò accetto!"

Così ci alziamo dal piccolo e silenzioso bar.
Torino era buia, le strade però erano illuminate dalle luci natalizie, montante forse con largo anticipo, visto che siamo a metà novembre.

Ad ogni modo, io ed il turco camminiamo verso il centro, stranamente tra noi non c'è imbarazzo , al contrario non smettiamo di parlare e ridere.

Siamo come due bambini che ridono per il solletico.

Kenan è davvero divertente, mi racconta un po' di quando era un bambino, della sua vita in Germania, si sta aprendo molto senza che io glielo abbia mai chiesto, e questo mi fa molto sorridere, il fatto che possa essere ritenuta una persona con cui parlare apertamente.

"CIOÈ TU QUANDO ERI PICCOLO NON USCIVI DI CASA SE PRIMA NON SALUTAVI IL POSTER DI DEL PIERO CHE AVEVI NELLA STANZETTA!"
Non smettevo di ridere,di gusto, Kenan in una semplice passeggiata mi stava facendo divertire come non mai.

"CECILE ORA NON PRENDERMI IN GIRO! Avevo solo sette anni..." Cerca di difendersi.

Il suo sorriso era ampio e splendente,la sua risata era incredibilmente contagiosa, gli occhi luccicanti per le lacrime che venivano evidenziati dalle luci soffuse.

Eppure è così spontaneo,non sembra lo stesso Kenan con cui mi sono scontrata improvvisamente mentre andavo a scuola...

Il ragazzo,che non smetteva di mostrare il suo sorriso perfetto, improvvisamente mi cinse i fianchi con un braccio, un gesto che mi fece sentire in soggezione, anche se in fondo non mi dispiaceva.

The Eyes Of Destiny-Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora