Capitolo Quindici

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Cecile
20:20 tocca naso tocca verde...

Ero seduta sul divano aspettando la chiamata di Nicolò in cui mi avrebbe detto di uscire di casa.

Indossavo dei semplici jeans che cadevano larghi verso le caviglie, una di quelle camicette con un po' di pizzo dove lasciai dei bottoni aperti per avere le spalle leggermente scoperte e che riposi un po' in modo frettoloso dentro il pantalone.
Ai piedi (stranamente) mi decisi a mettere dei tacchi neri lucidi, non troppo vertiginosi, non esageriamo adesso.

I capelli li acconciai in dei boccoli che feci con molta pazienza rischiando spesso di bruciarmi, viste le mie scarsissime doti da parrucchiera.

Per il trucco non realizzai nulla di stravagante, il solito strato di correttore giusto per camuffare le occhiaie, illuminante perché bisogna sempre brillare,mascara dato che non ne posso fare a meno ed infine per dare un tocco di colore: rossetto rosso.

Dopo qualche minuto il messaggio che attendevo arrivò, perciò mi alzai dal comodo divano, presi la mia borsetta e la giacca di pelle ed uscii.

Il ragazzo era piazzato proprio davanti al portone, parcheggiato nella sua grande macchina.

In tutto questo pensavo a Kenan, dovevo avvisarlo di quest'uscita ma non so perché non riuscì a farlo.
So solo che me ne ero completamente dimenticata e questo mi creava un senso di colpa indescrivibile.

Aprii la portiera ed entrai.

Il ragazzo all'inizio si spaventò, avevo fatto tutto in modo così silenzioso che non si era accorto del mio arrivo.

Poi per qualche secondo stette fermo, immobile ad osservarmi dall'alto al basso. A scrutarmi molto attentamente.

"Ciao Cecile, sei davvero...bella." Ammise Nicolò lasciandomi due baci sulle guance.

Mi fece un complimento, eppure le mie guance non si tinsero di rosso, il mio cuore non iniziò a battere velocemente e non mi sentì il respiro mancare.

Il complimento era sicuramente gradito, dato che non sono abituata a riceverli.

Forse però era la persona che me lo faceva a fare la differenza...

"Grazie Nico! Allora...Dove andiamo?" Chiesi quasi per sviare la cordialità di rispondere al suo "sei davvero bella" con "anche tu lo sei".

"Eh tu vuoi sapere troppo! Quando saremo arrivati lo scoprirai." Disse ridendo, sicuramente una bellissima risata...ma non così armoniosa e coinvolgente come quella di qualcun altro.

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Dopo una quindicina di minuti ci fermammo davanti ad un locale.

Un ristorante che dall'insegna sembrava essere uno davvero di lusso.

Lusso? Io? Che la mia aspirazione di cena perfetta è il McDonald's?

"Eccoci qui! Ora scendi e chiudi gli occhi fin quando non ti dirò di aprirli." Esclamò allegro il ragazzo.

Scesi e come suggerito chiusi gli occhi sentendo subito dopo due mani poggiate sui miei fianchi e pensai che forse quel contatto fosse un po' troppo, insomma se mi voleva indicare la strada ,poteva farlo benissimo prendendomi per mano.

Nicolò era dietro di me che mi guidava verso l'entrata, con quei tacchi camminavo molto letteralmente facendo attenzione a poggiare bene il piede.

"Si, buonasera! Ho prenotato un tavolo con il nome di Savona."

"Savona... eccolo! Seguitemi pure, tavolo numero 15." Disse qualcuno che, a giudicare dalla voce, sembrava essere una ragazza.

The Eyes Of Destiny-Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora