Capitolo Diciotto

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Cecile
La partita terminò, la Juventus aveva vinto e tutti i tifosi urlavano all'impazzata di felicità.

Si respirava un'aria di festa, di unione, un clima davvero coinvolgente.

"Dai va da lui! Abbraccialo, bacialo o fa quello che vuoi ma corri!" Disse Lucia spingendomi verso le scale per scendere a bordo campo.

Le altre due ragazze mi guardarono e a loro volta mi incitarono ad andare.

E così feci, corsi come una disperata per le scale rischiando di inciampare davanti a tutte quelle persone di una certa notorietà, ma in quel momento non mi importava, volevo andare da Kenan.

Il turco, che era intento a scrivere autografi e fare selfie con i tifosi, appena mi vide correre verso di lui sorrise come non mai, quel sorriso che mi fece forse era il più bello che io abbia mai visto, così sincero, così brillante, così contagioso.

Tutta la squadra era in campo a festeggiare con i tifosi, c'era chi iniziava cori, chi saltava, chi faceva autografi e foto.

Proprio come nei film, una volta raggiunto il ragazzo con il fiatone, lui mi prese in braccio dai fianchi in un modo così agile, facendomi girare.

Io gli misi le braccia al collo per cercare di essere stabile.

I nostri sguardi si incrociarono ancora, proprio come prima.

Kenan era sudato, i capelli gocciolanti e le guance arrossat che lo rendevano decisamente attraente.

Appena mi poggiò a terra lo abbracciai in modo istintivo, volevo sentirlo vicino, volevo sentire la sua presenza, volevo un contatto.

"Cecile..." Disse iniziando quello che sarebbe stato un discorso interrotto ancor prima di iniziarlo.

Poiché in quel momento quello che sentivo era un irresponsabile e innato desiderio di baciarlo.

Volevo dimostragli quello che a parole non sarei riuscita mai a dire, volevo iniziare un gesto così nuovo per me.

E così feci unire le mie labbra alle sue, in un piccolo e delicato bacio, chiusi gli occhi e mi lasciai trascinare dal momento.

Le sue labbra risultarono incredibilmente morbide.

Non sapevo bene come muovermi, dato che stavo dando il mio primo bacio, ma questo Kenan sembrava averlo notato, così appoggiò le sue mani sui miei fianchi per farmi ulteriormente avvicinare a lui, toccandogli il petto.

Quel piccolo bacio diventò poi leggermente più passionale ma non togliendo comunque lentezza e sentimento.

Le mie mani finirono sui suoi capelli, che da quel momento in poi sarebbero diventati una cosa di cui non avrei potuto far a meno toccare.

Appena ci staccammo restammo in silenzio ad osservarci, a leggerci dentro.

Avevo appena dato il mio primo bacio, mai l'avrei immaginato così, mi spiego meglio:

Fin da piccola sognavo un bacio da favola, con il tramonto, il mare ed il principe azzurro...
Con una persona che avrei imparato a conoscere profondamente prima di fare ciò.

Kenan era tutto l'opposto.

Lo conoscevo da davvero poco e il nostro rapporto non era iniziato nei migliori modi.

Ma non è forse dall' "odio" che certe volte nasce l'amore?

Quando non sopporti una persona dentro ti te convivi con questo fatto, perché fa parte dei tuoi pensieri.

E dato che ci convivi giorno dopo giorno, il fatto di non sopportarla si radica pian piano, diventano una parte di te.

E radicandosi così tanto magari si corre il rischio di non poterne più fare a meno, passando dall' "odio" alla dipendenza e perché no...all'amore.

The Eyes Of Destiny-Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora