Quella mattina il vento era impetuoso. Fendeva i campi di lavanda come un'ascia, facendo oscillare gli steli delle piante contro il sole parzialmente oscurato dalle nubi.
Hugo se ne stava accovacciato al limitare del terreno, cercando disperatamente di trovare l'istante adatto, quello che gli avrebbe consentito di scattare la fotografia che desiderava. Era proprio questa la ragione che l'aveva spinto ad alzarsi presto dal letto, a montare in macchina e a lasciare da Avignone per recarsi nelle campagne di Aix-en-Provence.
Non aveva, però, fatto i conti con l'imprevedibilità del clima estivo, e ora continuava a spostarsi in cerca dell'angolazione giusta. Socchiuse gli occhi, poi guardò meglio nell'obiettivo della sua fotocamera, cercando di mettere a fuoco i colori violacei delle piante di lavanda.
Ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare l'ispirazione.
«Ci conviene tornare un altro giorno» la voce di Morgane gli penetrò nelle orecchie, ridestandolo dalle sue meditazioni.
Hugo alzò lo sguardo e solo in quel momento ricordò di non essere solo: Morgane, la sua ragazza, era in piedi a pochi passi da lui e si guardava attorno con scarso interesse. In effetti quella mattina Hugo aveva faticato parecchio a convincerla ad accompagnarlo fin lì.
«Ancora qualche minuto» supplicò il giovane.
Morgane alzò gli occhi al cielo. «È la quinta volta che lo dici.»
«Sono sicuro che questa volta riuscirò a scattare la foto che ho in mente.»
«Possiamo sempre tornare domani» replicò lei. «E poi, pensavo che avessimo organizzato questo viaggio per andare a trovare i nostri amici, non per isolarci nei campi di lavanda!»
A quelle parole, finalmente Hugo si staccò dalla macchina fotografica e concentrò la sua attenzione su di lei.
«Devi ammettere però che è un posto affascinante» disse. «E romantico» aggiunse, prendendola per mano.
«Hai uno strano concetto di romanticismo» sorrise lei.
Hugo ridacchiò. «Non è per questo che ti piaccio?»
Morgane annuì. «E mi piaceresti ancora di più se pensassi meno alla fotografia e più alla vita sociale.»
Hugo alzò gli occhi al cielo, ma sorrise. «Sai quanto è importante per me. Vedrai che vincerò quel concorso e riuscirò a trasformare questa passione in un lavoro vero.»
«Comincia a fotografare il campo di lavanda allora. Non possiamo stare qui tutto il giorno» ribatté lei, tra il serio e il faceto.
Hugo annuì e con un sospiro si rimise al lavoro. Perché Morgane doveva essere sempre così impaziente? La fotografia richiedeva calma, ispirazione, pazienza.
Bisognava saper aspettare il momento giusto se si volevano ottenere grandi risultati, nell'arte come nella vita — o almeno, lui la pensava così. Gli ci erano voluti ben quattro anni per far breccia nel cuore di Morgane, sua compagna dei tempi del liceo, che poi aveva ritrovato nelle aule della Sorbona di Parigi. A differenza sua, però, lei aveva studiato economia e s'era buttata a capofitto nel mondo della consulenza aziendale, dove stava ottenendo brillanti risultati. Lui invece s'era accontentato di una laurea in matematica— roba da nerd, come dicevano i suoi conoscenti— e aveva trovato un modesto impiego nel campo della contabilità che non lo soddisfaceva minimamente.
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Vaga Imago
Genel Kurgu𝖀𝖓 𝖖𝖚𝖆𝖉𝖗𝖔 𝖒𝖎𝖘𝖙𝖊𝖗𝖎𝖔𝖘𝖔, 𝖚𝖓 𝖌𝖎𝖔𝖛𝖆𝖓𝖊 𝖎𝖓 𝖈𝖊𝖗𝖈𝖆 𝖉𝖎 𝖘𝖊 𝖘𝖙𝖊𝖘𝖘𝖔, 𝖚𝖓𝖆 𝖉𝖔𝖓𝖓𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖈𝖍𝖎𝖊𝖉𝖊 𝖆𝖎𝖚𝖙𝖔 𝖉𝖆𝖑 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖆𝖙𝖔. Durante una vacanza in Provenza con la sua fidanzata, il giovane fotografo Hu...