-12- Ti spiego una cosa

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riaprii gli occhi, ero in una stanza, legata  ad una sedia molto scomoda con una corda stretta che mi faceva bloccare la circolazione ai polsi e alle caviglie.

La stanza era vuota.
non c'era nulla
niente
nada
nulla di nulla.

le pareti erano bianche e sporche e il pavimento era in marmo.

come unica decorazione della stanza c'era la sedia scomoda e io, con addosso vestiti diversi da quelli che avevo prima.

avevo una camicia bianca abbastanza corta e dei jeans larghi almeno 4 taglie in più della mia.

non intendo dire che non mi piaceva come ero vestita, anzi questo è proprio un outfit da me, solo che... come cazzo ci erano finiti quei vestiti addosso a me?

Poi mi venne in mente che chiunque mi avesse cambiato mi aveva vista in intimo.

TN:merda..
sussurrai

La mia vista era un po' offuscata e la testa mi faceva ancora male per il colpo.

Ad un certo punto sentii una porta aprirsi da dietro le mie spalle, e dei passi quasi silenziosi ma allo stesso tempo rumorosi avvicinarsi dietro di me.

Poi la persona si fermò, potevo sentire il suo respiro lento, e a questa sensazione mi venne la pelle d'oca.

x: ti sei svegliata, a quanto vedo...

Tom.
Riconoscetti la voce, perché anche se questa voce ho avuto tempo solo 1 o 2 giorni per memorizzarla, è un difficile  rumore da dimenticare.
Quasi singolare direi.

TN: perché sono legata ad una sedia?
Dissi con voce decisa, per non fare capire che in realtà fossi così tanto confusa da quasi mettermi a piangere.

Tom fece altri passi e venne verso di me, difronte a me.
Mi guardò con attenzione, guardandomi negli occhi, forse per capire il mio terrore in una scala da 1 a 100.

Non potei non notare che era vestito proprio come me.

TN: e perché sono vestita come te?
dissi non appena realizzato che poteva benissimo essere lui la persona che mi ha cambiata mentre ero incosciente, avendomi così anche (ri)vista in intimo.

Tom: partirò dall'ultima domanda
disse con tono divertito, anche se di divertente qui c'era solo la mia voglia di tirarli un cazzotto.

Tom: Dato che ore sei mia, ho deciso di fare un salto in un negozio di abbigliamento per prenderti dei vestiti come i miei.
E nel caso te lo stessi chiedo, e credo proprio di sì, confermo che sono stato io, ed esclusivamente io, a cambiarti.

Rabbrividii. data la sua affermazione non detti neanche peso al fatto che mi reputasse "sua", sapevo solo che non volevo neanche immaginare che cosa avesse fatto mentre ero incoscente.

Tom:anche se avrei preferito di gran lunga lasciarti con quell'intimo sexy, ho deciso di vestirti, sai, per raddoppiare altre punizioni lasciandoti schivare questa...

che cosa significa? non lo so, non lo voglio sapere,  non lo voglio immaginare e non lo voglio neanche provare.

Tom: e ora rispondo alla prima;
sei legata ad una sedia, perché volevo darti delle informazioni senza che tu cercassi di prendermi a calci nelle palle o cose del genere.

E che voglia di tirarli un calcio nelle palle.

TN: Ti ascolto
ero curiosa di sapere che cosa avesse voluto dirmi

Tom: Ti spiego una cosa Tn, tu da oggi sei un oggetto.
Io ti uso per qualsiasi scopo voglia, tu fai la brava e forse ne uscirai viva, quando mi stuferai o diventerai brutta e con le tette cadenti.

Risi, per non piangere ovviamente.
Era l'unica cosa che riuscii a fare in quel momento perché ero praticamente paralizzata.
La voglia di ammazzare me e "lui" in quel momento era tanta, troppa.

cosa voleva dire?

non feci tempo di metabolizzare nemmeno la prima sillaba della frase che Tom continuò la sua follia.

Tom: e vedi... ci sono cose che non dovrai mai capire.
e se le capirai, beh...
Tom si fermò.
forse aveva capito che stava rivelando troppe informazioni, o forse stava cercando come spiegare la sua pazzia.

Tom iniziò ad alternare il suo sguardo verso di me e per terra, come se stesse cercando di memorizzare qualcosa nei miei occhi per poi stamparlo sul pavimento.

Volevo dire qualcosa, ma avevo perso la capacità di comunicare.

Tom poi restò fisso sui miei occhi per più o meno 10 inquietanti secondi.

Tom: in quanto a prima, non penserai mica di passarla Liscia, frugando fra le mie cose personali.
Sai che chi fruga fra gli oggetti personali di Ton Kaulitz di solito si dimentica cos'è la pietà nel giro di 72 ore?

Tom: ma visto che te mi servi, almeno per ora, rivedrai la luce.

Disse Tom per poi inginocchiarsi davanti a me, guardandomi il seno per poi spostare lo sguardo verso il mio viso, con un espressione maliziosa.

Cazzo, merda, Cazzo merda.

e adesso che faccio, legata ad una sedia con una corda strettissima e senza nessun tipo di vantaggio e senza nessuna capacità di difendermi?

The Will of Satan- Tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora