𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟑𝟎

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SILVIA'S POV

"Non puoi semplicemente portarmi via come se fossi un oggetto." aggiungo, con lo sguardo fisso nei suoi occhi.

Matias mi guarda, con espressione seria.

"Non farmi la morale, era una situazione pericolosa, chissà cosa avrebbe fatto Nicolas." esclama
"E chi sei tu per decidere cosa è pericoloso per me?" ribatto io, con la voce tremante per l'ira.

"Non sono una bambina da proteggere. Posso badare a me stessa!" continuo.

Le parole risuonano tra di noi, in un eco di incomprensioni accumulate.

Matias sussulta, come se sia stato appena colpito.

"Volevo solo aiutarti." ammette, ed il suo tono si fa più morbido, ma non meno determinato.

"Un aiuto che non ho richiesto." rispondo io, respirando profondamente per placare l'ardore che arde nel mio petto.

"Se avessi voluto andare via, avrei scelto io come e quando."

Un silenzio imbarazzante cade tra di noi.

La tensione, palpabile, si mescola con l'aria fresca della notte, che entra dai finestrini abbassati.

Mi sento molto vulnerabile, ma la mia determinazione é inarrestabile.

Voglio che Matias comprenda che la sua protezione é superflua, che non ho bisogno di essere salvata da chissà chi o cosa, ne tanto meno da lui.

"Smettila, conosco Nicolas, non si sarebbe fermato lì, anzi, scusami se sono stato cosi irascibile." mormora Matias, finalmente abbassando lo sguardo.

Il silenzio che segue sembra pesante, quasi insopportabile.

Sento la tensione nell'aria, e mentre Matias mi fissa, una nuova ondata di emozione mi travolge.

"Ma non puoi pensare di risolvere tutto con le scuse." inizio io, rompendo il silenzio.

"Le parole non bastano, Matias. I tuoi comportamenti parlano chiaro."
"Cosa intendi dire?" chiede lui, confuso ma con un tono che si sta facendo sempre più difensivo.

"Intendo dire che non puoi semplicemente imporre le tue scelte su di me! Ogni volta che provi a controllarmi, mi allontani sempre di più, più di quanto tu non l'abbia già fatto." rispondo io, il mio viso si colora di una frustrazione crescente.

Lo sguardo di Matias si fa serio.

"Non stavo cercando di controllarti! Ero preoccupato per la tua sicurezza, Silvia! Ci sono persone là dentro che non sono affidabili!" esclama.

A quelle parole spalanco gli occhi.

"E tu pensi di essere il mio protettore o altro?" rispondo io, alzando la voce.

"Sei così concentrato sulla tua idea di protezione che non ti rendi conto di quanto sia umiliante. Ti preoccupi di me come se fossi un pezzo di vetro, ma io non lo sono!"

Matias stringe la presa sul volante, e la frustrazione cresce nei suoi occhi.

"E non ti rendi conto di quanto sia pericoloso comportarsi in questo modo? Potresti trovarti in guai seri! Non posso semplicemente stare a guardare."

"Ma io non ti ho chiesto di intervenire!" ribatto io.

"Quindi avresti preferito ritrovarti nei guai? Questo è quello che pensi?" lui risponde, incredulo.
"Sei così presa dalla tua ribellione che non riesci a vedere che agisco nel tuo interesse!"
"Nel mio interesse?"

Dico accompagnata da un'amara risata, di cui l'eco si mescola all'oscurità.

"Dopo tutto ciò che hai fatto hai anche il coraggio di dire che vuoi agire nel mio interesse?!" sbraito io.

Il conflitto si intensifica, le emozioni esplodono come un temporale in arrivo.

Matias respira profondamente, cercando di mantenere la calma.

"Voglio solo che tu stia bene!"

"Stare bene?Sono stata malissimo per te infinite volte!E ora mi vieni a parlare di 'volermi fare stare bene', cazzo Matias tu dovresti fare pace col cervello!" esclamo ridendo amara.

"Non sai un cazzo!Se solo mi lasciassi spiegare!" sbotta lui.

Con un gesto agile cambia la marcia in una maniera così aggressiva quasi da fare paura.

"Spiegare?Dopo tutto ciò che é successo vorresti anche avere l'onore di spiegare?Cazzo Matias sei la persona meno affidabile che conosca, avevano ragione i miei amici quando mi dicevano che non saresti mai cambiato!"

In questo momento mi sento invincibile, ma allo stesso tempo vulnerabile.

La lotta tra di noi sta svelando fragilità che entrambi cerchiamo di nascondere.

"Non è questione di affidabilità." dice Matias, con la voce più calma ma carica di tensione
"È questione di responsabilità. E tu hai bisogno di comprendere le conseguenze delle tue azioni!"

E lì, mi sento sopraffatta dall'ingiustizia delle sue parole.

"Non sono mica una persona irresponsabile! Ho il diritto di scegliere e sbagliare se necessario. Non sono perfetta."

Matias, ora con gli occhi colmi di conflitto, si volta un attimo per darmi uno sguardo veloce, come se cercasse un modo per sfuggire alla discussione, per poi ritrovare a guardare la strada.

"E io voglio solo proteggerti. Ma se non capisci ciò che sto cercando di dirti, forse non siamo sulla stessa lunghezza d'onda."

"E forse non lo siamo mai stati." ribatto io, con il cuore che mi batte forte nel petto, così forte che potrebbe uscire da un momento all'altro.

Vorrei tanto aprire la portiera e fiondarmi fuori da qui.

"O almeno, credevo lo fossimo." continuo.

La nostra discussione é diventata un campo di battaglia emotivo.

Entrambi sappiamo che le parole dette non saranno dimenticate facilmente.

E mentre i lampioni illuminano il nostro confronto, una rivelazione si insinua nella mia testa:non é solo una questione di protezione, ma di sentimento, ma poi, quale sentimento?

Un sentimento che lui, evidentemente ha perso, ma io no.

SPAZIO AUTRICE

ciao a tutte!

mi sono impegnata tanto a scrivere questo capitolo, pertanto spero davvero che possa piacervi, soprattutto perché io amo il drama🫣

vi ringrazio davvero tanto per le letture, commenti e stelline⭐️❤️

siete speciali, vi amo❤️

~silvia💫

𝐭𝐰𝐨 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐥𝐢𝐜𝐭-𝓂𝒶𝓉𝒾𝒶𝓈 𝓈ℴ𝓊𝓁ℯDove le storie prendono vita. Scoprilo ora