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Il sole stava sorgendo timidamente sopra l'orizzonte di Londra, tingendo il cielo di un delicato arancio. Mi trovavo in piedi davanti allo specchio della mia piccola camera, sistemando una ciocca di capelli castani che mi scendeva sul viso. Il battito del mio cuore sembrava accelerare con il passare dei minuti. Era il primo giorno di stage, ed un misto di emozione e ansia mi riempiva lo stomaco.

"Dai, Isabelle, è solo un lavoro," dissi tra me e me, cercando di infondere un po' di coraggio in me stessa. "Non è la fine del mondo."

Indossavo una maglietta nera attillata ed un pantalone beige che mi cadeva perfettamente sulle gambe. Sugli occhi una fine riga di eye-liner e sulle labbra un rossetto corallo che evidenziava perfettamente i miei occhi chiari. Aggiusto la giacca e mi guardo un'ultima volta. Sapevo che quel giorno avrei incontrato il "genio di Londra" un giovane di 26 anni che, a detta di tutti, era tanto competente quanto affascinante. Mi chiesi come sarebbe stato lavorare con qualcuno così giovane e, soprattutto, così esperto.

Scesi le scale di corsa e, dopo una veloce colazione, uscii di casa. Il viaggio verso l'ufficio mi portò attraverso le vivaci strade di Londra, dove il profumo di caffè e pasticcini freschi si mescolava con il brusio della città che era già sveglia da tempo. Amavo la vita pulsante della metropoli, ma quel giorno sembrava che ogni angolo fosse amplificato dall'ansia.

Arrivo davanti all'edificio in cui avrei lavorato, un moderno palazzo di vetro che risplendeva alla luce del sole. Mi fermai un attimo per prendere un respiro profondo. Con un sorriso nervoso, mi feci coraggio e varcai la soglia.

"Buongiorno, posso aiutarla?" chiese una receptionist con un sorriso caloroso.

"Buongiorno, sono Isabelle, oggi inizio il mio stage," risposi, cercando di mantenere un tono sicuro.

"Ah, Isabelle! Ti aspettavamo. Puoi andare direttamente al piano superiore. John ti sta aspettando," disse la receptionist, indicando l'ascensore.

Premetti il pulsante e mi sentii avvolgere da una nuova ondata di ansia. L'ascensore si aprì e, con un passo incerto, entrai. La musica soft in sottofondo non riusciva a distogliermi dalla preoccupazione.

Quando le porte si riaprirono al piano superiore, mi ritrovai in un ambiente luminoso e moderno. Le scrivanie erano ordinate e piene di gadget tecnologici. Con un ultimo respiro profondo, mi diressi verso l'ufficio di John, che era separato dal resto della stanza da un pannello di vetro.

Bussai delicatamente. "Posso entrare?"

"Certo, entra pure!" rispose una voce profonda e calda dall'interno.

Aprendo la porta, notai un giovane uomo seduto dietro una scrivania elegante. I suoi capelli scuri erano scompigliati in modo affascinante, e indossava una camicia blu che metteva in risalto il suo sguardo penetrante.

"Sei tu Isabelle!" esclamò, alzandosi in piedi e porgendo una mano. "Piacere di conoscerti. Sono John."

"Piacere mio," risposi timidamente, stringendogli la mano. "Grazie per questa opportunità."

"Non c'è di che. Siamo entusiasti di averti qui. Spero che tu sia pronta per una giornata piena di avventure," disse, sorridendo. "Siediti pure. Volevo darti un'idea di cosa ci aspetta."

Mi sistemai su una sedia accanto a lui, cercando di nascondere il nervosismo. John iniziò a spiegare le varie attività che avrei dovuto affrontare durante lo stage, parlando con passione di ogni progetto. Lo ascoltai attentamente, affascinata dalla sua energia. E soprattutto da due occhi tanto scuri quanto penetranti.

"Mentre sei qui, voglio che tu senta di poter condividere idee e suggerimenti," continuò John. "La tua prospettiva è importante per noi. E non preoccuparti, non ti chiederò di fare il caffè," aggiunse ridendo.

Mi sentii un po' sollevata. "Grazie, mi fa piacere saperlo. Sono davvero entusiasta di iniziare."

"Bene, cominciamo allora!" disse John, alzandosi e dirigendosi verso la porta. "Ti presenterò al resto del team."

Lo seguii, mentre John apriva la porta e la guidava attraverso l'open space. Ero da sempre un osservatrice attenta e di certo non mi era sfuggito il modo in cui la camicia si tendeva sulle spalle del ragazzo. La prima persona che incontrammo fu Mia, una ragazza con lunghi capelli neri e un sorriso contagioso.

"Ehi, Mia! Questa è Isabelle, la nostra nuova stagista," disse John.

"Ciao Isabelle! Benvenuta! Spero tu sia pronta a lavorare duramente, ma anche a divertirti," disse Mia, stringendomi la mano con entusiasmo.

"Ciao, grazie! Non vedo l'ora," risposi, sentendomi un po' più a mio agio.

Proseguimmo verso altre scrivanie, dove incontrammo diversi membri del team. Ognuno di loro sembrava accogliente e desideroso di aiutarmi ad essere parte del team. Ma ciò che mi colpì di più fu il modo in cui John interagiva con loro; era carismatico e rispettoso, e sembrava che tutti lo apprezzassero; ma allo stesso tempo sembravano trattenere il respiro ogni qualvolta lui si avvicinasse ad ognuno di loro.

Dopo le presentazioni, John riunì il team per una breve riunione. Mi sedetti in un angolo, cercando di seguire il flusso della discussione.

"Abbiamo un progetto importante da portare avanti questa settimana," iniziò John. "Isabelle sarà con noi e ci aiuterà a trovare nuove idee. Ho bisogno di tutti voi per supportarla e darle una mano. D'accordo?"

"Assolutamente!" rispose Mia. Gli altri annuirono, ed io tutto d'un tratto mi sentii incoraggiata.

La riunione si concluse rapidamente, e mi ritrovai a lavorare insieme a Mia su un brainstorming per il progetto. Iniziammo a discutere idee e, mentre parlavamo, mi accorsi di quanto fosse stimolante lavorare in un ambiente così creativo.

"Ehi, ho un'idea," dissi, entusiasta. "E se facessimo un video promozionale? Qualcosa di fresco e divertente che mostri il nostro lavoro in modo visivo?"

Mia si illuminò. "Mi piace! Potremmo coinvolgere anche il team creativo per questo. Dovremmo proporla a John."

Annuii, sentendomi sempre più a mio agio. Mentre il pomeriggio volgeva al termine, John passò accanto a noi e si fermò. "Come va qui, ragazze?"

"Stiamo lavorando su alcune idee per il progetto. Isabelle ha proposto di fare un video promozionale," rispose Mia, guardandomi con approvazione.

"Ottima idea, Isabelle! Dovremmo discuterne insieme. Magari possiamo organizzare una sessione di brainstorming più formale," suggerì John, mostrando di apprezzare la proposta.

Non riuscivo a credere che le stesse parole di incoraggiamento venissero da lui. "Grazie, mi piacerebbe molto!"

La giornata volò via, e prima che me ne rendessi conto, era già tempo di tornare a casa. Mentre mi allontanavo dall'ufficio, non potevo fare a meno di sorridere. Quella giornata non era stata solo una serie di compiti e meeting; era stata una rivelazione. Avevo scoperto non solo di essere in grado di contribuire, ma anche di sentirmi parte di un team.

Quando finalmente rientrai a casa, la mia mente era ancora piena di idee e ispirazioni. Raccontai tutto alla mia migliore amica, Clara, che mi stava aspettando con una tazza di tè fumante.

"Allora? Com'è andata? Sei ancora viva?" chiese Clara, ridendo.

"È andata benissimo! John è fantastico, e il team è così accogliente. Ho già proposto un'idea per un video promozionale!" raccontai, gli occhi che brillavano di entusiasmo.

"Wow, guarda che coraggio! Non ti riconosco!" esclamò Clara, mentre mi versava del tè.

Mi sentii così orgogliosa. Era solo il primo giorno, ma sentivo che era l'inizio di qualcosa di grande.

E così, mentre il sole tramontava su Londra, Isabelle sognava il suo futuro, consapevole che quel primo giorno di stage era solo l'inizio di un'avventura che prometteva di essere straordinaria.

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