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Arrivata in bagno, inseguita dalla mia amica mi rinchiusi sbattendomi la porta alle spalle.

"Esci Isa, così non risolverai niente" Clara provò a convincermi.

"Non ci torno da quel pazzo, e poi tu non sai ancora cosa è successo tra di noi oggi, abbiamo fatto sesso nei bagno dell'ufficio!" Sbottai ancora incredula dell'accaduto.

"Cosa!? Beh ora sì che le cose cambiano".

Già e lo sapevo eccome. Decisi comunque di farmi coraggio. Uscii dal bagno, feci un respiro profondo e tornai in sala dove ciò che mi aspettava era peggio di una pena dell'inferno.

Nick, ignorando la tensione che aleggiava, continuava a chiacchierare delle sue avventure, i suoi racconti allegri rendendo l’atmosfera leggermente più leggera. Ma per me, ogni risata era un richiamo al nostro segreto, un promemoria della fragilità del nostro legame.

"Isabelle, che ne pensi?" mi chiese Nick, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

"Scusa, cosa?" risposi, cercando di concentrarmi.

"Stavamo parlando del nuovo cliente che abbiamo acquisito," disse Nick, con entusiasmo. "Quali strategie pensi potremmo usare?"

"Ah, certo," cercai di ritrovare il filo. "Credo che dovremmo puntare su una comunicazione più diretta, magari una campagna social mirata. Potremmo…"

Le parole fluirono più facilmente mentre mi impegnavo a pensare al lavoro, ma la mia mente continuava a divagare. John si era avvicinato per ascoltare, e ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, sentivo un misto di desiderio e vulnerabilità. Quella cena sarebbe dovuta essere di piacere, eppure il ricordo di ciò che avevamo fatto il giorno prima pesava su di me come un macigno.

Il dessert fu servito e, nonostante fosse delizioso, sentivo il sapore dell’imbarazzo. Clara mi lanciò un’occhiata, come se volesse comunicarmi che era il momento di affrontare la realtà. La cena stava per concludersi. Nick era entusiasta di raccontare della sua ultima gita in barca, mentre John sembrava più serio, a tratti persino distante. Mi chiesi se anche lui stesse pensando a noi, a quello che era successo. Il suo sguardo era intenso e penetrante, come se volesse dirmi qualcosa ma si trattenesse.

Finalmente, Nick si alzò per pagare il conto. "È stata una bella serata," disse, sorridendo. "Ma non è finita qui. Ho qualcosa di speciale in mente per mercoledì."

La mia curiosità aumentò. "Cosa hai in mente?" chiesi, cercando di nascondere l’emozione.

Nick fece un sorriso misterioso. "Sorpresa! Ma non posso dirvi nulla fino a mercoledì."

John mi lanciò uno sguardo furtivo, come se volesse chiedere se anche io fossi curiosa. Ma dentro di me, la confusione aumentava. Nick non sapeva nulla di noi, eppure era così evidente che tra me e John c’era qualcosa di irrisolto.

Mentre uscivamo dal ristorante, John mi fermò. "Isabelle, possiamo parlare un attimo?" La sua voce era seria, e il mio cuore saltò.

"Certo," risposi, cercando di mascherare il nervosismo.

Ci spostammo in un angolo isolato, lontano dalle risate e dalle conversazioni. "Volevo parlarti di quello che è successo ieri," iniziò, la sua voce bassa e intensa. "So che le cose sono diventate complicate tra noi."

Annuii, il mio stomaco si contorse. "Sì, lo so. Ma cosa vuoi dire, John?"

Lui prese un respiro profondo, come se stesse cercando le parole giuste. "Quello che è successo non influenzerà il mio comportamento in ufficio, in effetti non influenzerà il mio comportamento affatto. Tra noi due non c'è niente."

Il suo sguardo si fece più intenso "inoltre ho una notizia per te".

Le parole ronzavano nella mia mente. "Cosa intendi dire?"

"Sei stata selezionata per un viaggio a Chicago per incontrare alcuni dei nostri clienti più importanti. Questo è il bonus che hai vinto."

La mia mente impiegò un momento a elaborare l’informazione. "Davvero? Chicago? È fantastico!" La gioia si mescolava a una certa apprensione. "Quando partiamo?"

"Mercoledì," rispose, e il suo sorriso rivelava una sincerità che mi colpì.

La mia testa si riempì di pensieri. Chicago non era solo un viaggio di lavoro; era un modo per esplorare il nostro legame, per capire cosa significasse davvero. Non potevo negare che l'idea di trascorrere del tempo con lui, lontana dalla routine quotidiana, mi entusiasmava e spaventava allo stesso tempo.

"Grazie, John. Non so cosa dire," dissi, sentendo il peso della sua attenzione.

"Non devi dire nulla. Solo fai del tuo meglio e come non fosse successo nulla." aggiunse, con un tono che sembrava promettere qualcosa di più.

Tornai dai nostri amici, il cuore ancora in subbuglio. Stavano parlando tra di loro. Ma mentre ascoltavo, la mia mente tornava a John e alla nostra situazione. Cosa avremmo dovuto fare ora? Avremmo potuto ignorare ciò che era accaduto o avremmo dovuto affrontarlo?

"Volevo comunicarti Nick che io e Isabelle mercoledì partiremo per un viaggio lavorativo" un'occhiata da parte di Clara mi gelò sul posto "dovremmo rimandare la tua sorpresa alla settimana dopo".

"Oh nessun problema" ci guardò emblematico Nick. "Isa posso avere qualche minuto da solo con te?" Disse avvicinandosi.

"Sono stato molto bene stasera e vorrei che la prossima volta a cena ci fossimo solo io e te, che ne dici?" Chiese premuroso.

"Io, e-ecco" balbettavo, da quando balbettavo!?

"Non rispondermi ora, prenditi del tempo" e mi lasciò un bacio all'angolo della bocca.

Insieme tornammo dagli altri.

Quando la serata volse al termine, mi sentii confusa ma anche sollevata. Avevo un’opportunità unica davanti a me, ma la mia vita personale era un groviglio di emozioni. Non potevo più ignorare ciò che avevo provato con John; dovevo capire come navigare in quel territorio sconosciuto. E soprattutto cosa fare con Nick, era così carino ma non potevo continuare a prenderlo in giro mentre la mia mente lottava contro il mio cuore.

Nel tragitto verso casa Nick lasciò me e Clara a casa mia, così ebbi finalmente un po' di tempo per parlare da sola con la mia amica.

"Ma sei fuori!? Hai intenzione di partire con lui... Da sola!" Urlo cercando di colpirmi con la sua borsa la mia migliore amica.

"Boh non ho scelta e poi è un'opportunità fantastica. Non mi ricapiterà due volte. E poi ti prometto che sarò brava. Tra me e lui non può più succedere nulla, ce lo siamo promesso"

"Si e io sono nata ieri. Soli. Lontani da casa e per di più in un hotel. Meglio che vada a letto. E tu rinfrescati la mente stanotte." Mi lasciò un bacio sulla guancia e anche la mia amica andò verso casa sua.

Aveva forse ragione? Non avrei saputo resistergli in una situazione del genere? Dovevo fare del mio meglio se tenevo a quel lavoro. John doveva uscire completamente dalla mia mente.

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