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La mattina era iniziata come tante altre. L’aria era fresca e il sole filtrava attraverso le tende della mia stanza, creando strisce di luce sul pavimento. Mentre mi preparavo, il pensiero della fiera che si avvicinava mi scaldava il cuore. Era un’opportunità unica, e tutti noi, nel nostro team, eravamo carichi di idee. Ma oggi, John aveva annunciato una novità: la migliore presentazione avrebbe ottenuto un bonus. La sua occhiata veloce e l’accenno di un sorriso mentre ammiccava verso di me avevano acceso una scintilla di competizione dentro di me. Soprattutto dopo ciò che era accaduto ieri tra di noi cosa significavano quelle parole?

Arrivata in ufficio, l’atmosfera era frizzante. Tutti parlavano delle loro idee, ma il mio pensiero era solo su come battere gli altri e, soprattutto, su come fare colpo su John. Lo avevo sempre trovato affascinante, e non era solo la sua competenza a intrigarmi; era il modo in cui sapeva motivarci. Ogni volta che parlava, sembrava accendere una fiamma nei cuori di tutti. Oggi, però, era il momento di mostrare di cosa ero capace.

Mentre mi sistemavo alla mia scrivania, Mia, la mia collega di lavoro, si avvicinò. Con il suo carattere solare, era impossibile non sentirsi ispirati da lei. “Isabelle, hai già un’idea per la presentazione?” chiese, curiosa. La guardai mentre sistemava i capelli in una coda di cavallo, il suo modo di concentrarsi.

“Sto pensando a qualcosa che unisca tecnologia e sostenibilità,” risposi. “Volevo esplorare come le nuove tecnologie possano ridurre l’impatto ambientale.”

Mia annuì. “Mi piace! Potresti includere anche esempi concreti, magari case study di aziende che hanno fatto la differenza. Questo potrebbe colpire John.”

La sua osservazione mi fece riflettere. “Hai ragione, dovrei aggiungere qualche esempio. Magari anche qualche grafico per rendere visivamente accattivante la presentazione.”

“Se hai bisogno di aiuto, fammi sapere,” disse Mia, incoraggiandomi. “Siamo tutte nella stessa barca, giusto?”

Sorrisi, ma dentro di me, la competizione si faceva sempre più accesa. Non potevo permettermi di perdere, soprattutto con la possibilità di un bonus in palio. Mentre Mia tornava al suo lavoro, iniziai a prendere appunti. Ogni idea che mi veniva in mente sembrava più brillante della precedente.

Verso l’ora di pranzo, Clara, la mia migliore amica, si fermò da me. “Sei già nel tuo mondo, eh?” disse con un sorriso. Aveva sempre saputo quando ero concentrata e quando avevo bisogno di una pausa.

“Non puoi immaginare quanto sia importante questa presentazione,” risposi. “John ha promesso un bonus alla migliore. Dobbiamo dimostrare che il nostro progetto è il migliore di tutti.”

“Isabelle, non stressarti,” disse Clara, sedendosi sulla mia scrivania. “Ti conosco, sei brillante e farai un ottimo lavoro. Ma ora, andiamo a pranzo. Ti meriti una pausa.”

Sospirai, ma alla fine accettai. “D’accordo, un’ora di pausa non mi ucciderà.” Chiudemmo i computer e ci dirigemmo verso il caffè vicino all’ufficio. Mentre mangiavamo, Clara continuava a chiacchierare delle ultime novità nel suo mondo, e mi aiutava a distrarmi.

“Sei pronta a fare colpo su John?” chiese, mentre sorseggiava il suo caffè. “So che ti piace.”

“Beh, sarebbe una menzogna dire di no,” ammettei, sentendomi un po’ vulnerabile. “però il suo comportamento mi confonde, sai... dopo ciò che ha fatto ieri.” terminai la frase sussurrando. "E apparte tutti i dissidi, voglio veramente fare un buon lavoro."

“E lo farai. Ma ricorda, se non lo fai per te stessa, alla fine non avrà significato.”

Le sue parole mi colpirono profondamente. Tornate in ufficio, la mia mente tornò subito alla presentazione. L’idea di Clara mi incoraggiò a puntare su ciò che amavo di più: creare un progetto che potesse ispirare gli altri. Con più determinazione, tornai al mio computer, pronta a lavorare.

Nei giorni seguenti, mi immersi completamente nel lavoro. Le idee si affollavano, e iniziai a strutturare la presentazione. Ogni volta che passavo vicino all’ufficio di John, il mio cuore accelerava. Lo vedevo intento a discutere con il suo team, il suo sguardo serio e concentrato. Ma quando incrociavo il suo sguardo, sentivo una connessione che mi motivava a dare il massimo.

Un pomeriggio, John convocò il team per discutere dei progressi. “So che state lavorando duramente per la fiera,” iniziò, “e voglio sapere come procedono le vostre presentazioni. Ricordate, voglio vedere passione e innovazione. La miglior presentazione riceverà un bonus, e voglio che sia qualcosa di cui tutti possiamo essere orgogliosi.”

Il suo discorso mi riempì di entusiasmo. Avevo già preparato delle diapositive, ma sapevo che dovevo portare il mio progetto a un livello superiore. Decisi di contattare alcune aziende locali per raccogliere dati e testimonianze. Volevo che il mio lavoro fosse più di un semplice progetto, volevo che fosse un esempio concreto di come la tecnologia potesse contribuire a un futuro migliore.

Una mattina, mentre ero immersa nel lavoro, Mia venne a trovarmi di nuovo. “Come va la preparazione?” chiese, sedendosi sulla mia scrivania.

“Sto lavorando su un paio di case study,” risposi. “Voglio mostrare come l’innovazione possa portare a risultati tangibili.”

“Fantastico! Posso dare un’occhiata?” Mi porse la mano, e le mostrò le mie slide.

“Mia, che ne pensi?” La guardai con attenzione mentre sfogliava i miei appunti.

“È ottimo! Ma potresti rendere le informazioni più visive. Aggiungi qualche grafico o immagine. È più facile catturare l’attenzione così.”

Mi annotai i suoi suggerimenti. Era un’ottima idea, e il suo aiuto era fondamentale. “Grazie, sei davvero un tesoro,” dissi, grata per la sua disponibilità.

“È quello che facciamo, giusto? Aiutiamoci a vicenda!” rispose con un sorriso.

Il giorno dopo, Clara venne a trovarmi di nuovo durante la pausa pranzo. “Pronta per la grande presentazione?” chiese, sedendosi con me nella sala relax.

“Ci sto lavorando,” dissi, cercando di apparire più sicura di quanto mi sentissi. “Ma ho ancora dei dubbi su come impostarla.”

“Parlami delle tue idee,” suggerì. “Magari possiamo fare brainstorming insieme.”

Iniziai a raccontarle di come avevo strutturato la presentazione, i dati che avevo raccolto e le storie di successo che volevo includere. Clara ascoltò attentamente, aggiungendo spunti e idee che arricchivano ulteriormente il progetto.

“Dovresti davvero mettere in risalto la parte emotiva,” disse. “Le storie personali colpiscono di più. La gente si ricorda di ciò che sente, non solo dei numeri.”

Le sue parole mi colpirono. Avevo bisogno di umanizzare il mio progetto, di renderlo più vicino alle persone. Mentre parlavamo, mi sentivo sempre più motivata e ispirata.

Il giorno della presentazione arrivò più veloce del previsto. La sala era piena, e il nervosismo si faceva sentire. Ogni collega sembrava ansioso di mostrare il proprio lavoro. Ma quando toccò a me, sentii una carica di energia.

Mi alzai e iniziai a parlare con passione. Descrissi il mio progetto, mostrando dati e grafici, ma non dimenticai di raccontare le storie che avevo raccolto. Sentivo che la mia voce trasmetteva il desiderio di un cambiamento e la possibilità di un futuro migliore.

Quando finii, ci fu un momento di silenzio, seguito da un applauso scrosciante. I volti delle persone intorno a me, compreso quello di John, erano pieni di approvazione. Mi sentii felice, orgogliosa di ciò che avevo creato.

Alla fine della presentazione, John si avvicinò a me. “Isabelle, un ottimo lavoro. Hai dimostrato davvero il potenziale della tecnologia per il futuro,” disse con un sorriso. “E penso che tu abbia buone possibilità di vincere il bonus.”

Il cuore mi batteva forte. Sapevo che avevo dato il massimo, e qualunque fosse il risultato, sapevo che avevo creato qualcosa di significativo.

Quando tornai al mio posto, Mia e Clara mi abbracciarono contente.

Decidemmo così di andare tutti insieme a prenderci un drink in un barrettino poco lontano da lì. Quando arrivammo ci accomodammo ad un bar e una volta preso posto notai come subito Betty si era seduta di fianco a John con fare territoriale. Dopo poco entrambi si alzarono ed una volta al bancone, dopo averlo stuzzicato un po' si scambiarono un lungo bacio. Più passava il tempo e meno capivo quell'uomo... Forse avrei fatto meglio a concentrarmi su altro. Su Nick per esempio che si era dimostrato molto premuroso nei miei confronti.

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