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Il secondo giorno di lavoro iniziò con una rinnovata energia. Dopo un'ottima notte di sonno, mi sentivo pronta ad affrontare le sfide che mi attendevano. Mentre mi preparavo, ripensai a quanto fosse stato stimolante il primo giorno. La sensazione di appartenenza al team di John mi riempiva di gioia e determinazione. Decisi di indossare una camicia bianca e un paio di jeans, cercando di trovare il giusto equilibrio tra professionale e casual.

Dopo una veloce colazione, mi incamminai verso l'ufficio, il mio cuore batteva di entusiasmo. Arrivando al palazzo, notai che il cielo era grigio e nuvoloso, ma questo non riusciva a rovinare il mio umore. Quando entrai nell'ufficio, fui accolta dal suono di chiavi che tintinnavano e dalla frenesia del team impegnato nei loro progetti.

"Buongiorno, Isabelle!" Mi salutò Mia, sorridente. "Pronta per un'altra giornata?"

"Prontissima!" risposi, cercando di replicare l'entusiasmo della mia collega.

Mi diressi verso la mia scrivania, quando notai John che stava parlando con una donna che si trovava accanto a lui. Mi chiesi dunque chi potesse essere.

"È la sua assistente" sussurrò Mia quasi mi avesse letto la mente.

La ragazza era affascinante, con lunghi capelli biondi e occhi penetranti, indossava un rossetto rosso molto acceso una gonna attillata nera, una camicetta bianca forse un po' troppo sbottonata e dei tacchi chilometrici.

"Isabelle, vieni qui un momento!" chiamò John.

Mi avvicinai, cercando di non fissare la donna. "Sì, John?"

"Volevo che tu conoscessi Betty. È la mia assistente e una risorsa incredibile per il team," disse John, sorridendo.

"Ciao Isabelle, è un piacere conoscerti," disse Betty, sfiorando il bicipite di John con fare territoriale, il che mi fece sorgere un brivido di inquietudine.

"Ciao, piacere mio," risposi, cercando di mantenere un tono cordiale.

"Ho sentito che hai avuto alcune ottime idee ieri. Non vedo l'ora di vederle prendere forma," continuò Betty, voltandosi verso John con uno sguardo che pareva più di ammirazione che di semplice professionalità.

"Grazie, spero di poter contribuire al meglio," dissi, un po' infastidita dall'intensità del comportamento di Betty.

"Se hai bisogno di aiuto, non esitare a chiedere a Betty," aggiunse John, con un sorriso disarmante.

"Certo, grazie," risposi, ma sentivo una strana tensione nell'aria. Non riuscivo a capire se fosse solo la mia impressione, ma la chimica tra John e Betty sembrava un po' troppo intima.

Dopo la breve introduzione, mi misi al lavoro con Mia. Avevamo deciso di avviare il progetto del video promozionale e ci sentivamo cariche di idee. Mentre lavoravamo, non potei fare a meno di notare che Betty si avvicinava frequentemente a John, spesso ridendo e toccandolo leggermente sul braccio, come se cercasse di attirare la sua attenzione. Mi sentivo sempre più inquieta.

"Ehi, hai notato come Betty si comporta con John?" chiesi a Mia, abbassando la voce.

"Cosa intendi?" rispose Mia, alzando un sopracciglio.

"Non lo so, ma sembra un po'... eccessiva, non credi? Come se volesse attirare la sua attenzione in modo strano," spiegai, cercando di non sembrare troppo gelosa o sospettosa.

Mia si fermò un attimo, riflettendo. "Beh non ti sfugge nulla ragazzina eh! Si vocifera che vadano a letto, ma nulla di certo. So solo che in pausa pranzo si rinchiudono nell'ufficio di John a fare chissà cosa" ridacchiò.

"Ha l'ufficio insonorizzato il boss" e ancora una risatina. "Sarò la tua fonte principale di gossip" disse rivolgendomi un ultimo occhiolino.

La giornata proseguì lenta. Lavorare con Mia era davvero piacevole. Nessuno lì dentro mi trattava da stagista, erano tutte estremamante premurose.

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