Capitolo 13

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Usciti da quel buio spogliatoio, come l'aveva definito il biondo ci siamo recati nella parte esterna della scuola.

In dieci minuti circa abbiamo raggiunto il luogo in cui eravamo diretti, ovvero gli spalti, zona in cui una volta all'anno si radunano tutte le classi di ogni sezione per festeggiare coloro che sono stati selezionati per le olimpiadi coreane.

In quel immenso campo che anche dagli scalini più alti si può perfettamente vedere, il preside stesso organizza un festa condividendo con noi l'informazione che tanto vogliamo sapere, ovvero chi saranno gli atleti di quest'anno.

È un giorno speciale perché nessuno di noi sa di essere stato selezionato prima di quel evento.

Annunciati i nomi e cognomi di coloro che hanno superato l'indennità di partecipazione alle olimpiadi, rispecchiando tutte le caratteristiche richieste dalle schede di valutazione il preside dà il via alle danze, tra cibo, festoni e quant'altro inizia il vero divertimento.

I ragazzi valutati sono più di centocinquanta, numero che è sempre in fase di crescita, ma solo quindici di loro possono essere scelti.

È uno sterminio di massa che la scuola maschera con una festa di congratulazioni.

Con la scusa però tutti così hanno la possibilità di festeggiare, specialmente coloro che non riusciranno ad essere presenti come spettatori il giorno della vera gara.

durante il tragitto per raggiungere questi spalti Kim si è impegnato tutto il tempo a camminare come una persona normale, ogni tanto lo sentivo borbottare e mugugnare per il dolore e doveva prendersi qualche secondo di pausa prima di riprendere a camminare nuovamente.

Io invece ho voluto usare il meno possibile le stampelle, tanto nemmeno mi servono.

Siccome non potevo lasciarle nello spogliatoio le avevo dovute per forza portate con me e mi ero mezzo divertito in realtà ad utilizzarle per fare i salti in lungo.

Sembravamo due malati di mente scappati da una struttura per pazzi, io prendevo in giro lui e lui prendeva in giro me e non riuscivamo a smettere di ridere.

Una volta seduti sul cemento di quegli scalini alti quasi non ci ustioniamo per via del sole che per tutto questo tempo ha pensato di mantenere caldi.

"Fa caldo oggi" kim si lamenta, ancora.

"Si sta bene" faccio spallucce chiudendo gli occhi e alzando la testa al cielo per farmi abbracciare da quel calore.

"Come facevi a sapere che bisognava mettersi un dito nel culo per risistemare il porridge?"

Il porridge?

Alzo un sopracciglio girandomi verso Kim che mi guarda curioso.

"Il coccige" lo correggo

"Si chiama coccige" scoppio a ridere

"Vabbè dai!" Mi colpisce la spalla in imbarazzo

"Muoio" mi tengo la pancia per quanto sto ridendo

"No, non morire!" Si aggrega alla mia risata

"Il porridge!" Ripeto ciò che ha detto, i miei occhi lacrimano e non riesco più a tornare composto.

Lui ride talmente tanto che ad una certa non emette più nessun suono, mi giro ad osservarlo e lo vedo che lentamente si sta sdraiando al suo fianco in una risata silenziosa.

Questo ragazzo è davvero strano.

Batto la mano sullo scalino in cui siamo seduti e quasi non mi viene un infarto perché dinnanzi a questa scena la mia risata si è prolungata.

Per i dieci minuti successivi la cosa non si placa, ci basta guardarci anche solo per un instante che ci riduciamo nuovamente in quello stato.

"Rispondimi dai!" Kim riesce finalmente a far uscire la sua voce normale

Prendo un grosso respiro e quando sono certo che anche io mi sono ripreso gli rispondo.

"Come ha detto quel fisioterapista maledetto"

"Hey, si chiama Jin ed è una brava persona" il biondo mi sgrida

"Non mi interrompere" brontolo

"Scusa, ma non dire che è un maledetto" sussurra piano

"Dicevo, come ha detto quel fisioterapista maledetto" lo provoco e mi volto a guardarlo notandolo roteare gli occhi

"capita a molti atleti che il coccige si sposti" finisco la frase

"E tu sei tra quelli non è vero?" Sorride guardandomi

"Non sono tenuto a dirti niente di me"

"Ok si, sei uno di quelli" ricomincia a ridere

"Chi ti ha infilato il ditino nel culetto?" Mi prende in giro, facendo una vocina infantile

oh no, non di nuovo!

Ricomincio a ridere, ma fortunatamente questa volta la cosa dura poco.

"Era una donna" ridacchio rispondendo alla sua domanda

"Si?, È com'è stato?, ti è piaciuto?" Mi chiede curioso

"Ma che domande fai??" Alzo un sopracciglio guardandolo

"Lo sai che noi dal culo possiamo provare piacere perché abbiamo-"

"Perché abbiamo la prostata, per chi mi hai preso?, faccio anch'io lo scientifico ti ricordo" è il mio turno di roteare gli occhi

"E cosa c'entra? Non capita mai di fare lezioni dove si parla della prostata!" risponde divertito e io sospiro

"Comunque ne ero già a conoscenza ok?"

"Tu non me la racconti giusta" ride

"Non ti fare strane idee biondo!" Rido di nuovo puntandogli un dito contro

"Comunque visto che tu l'hai provato, è piacevole ricevere un dito nel culo?" Mi chiede ancora

"No, non lo è perché io non sono gay." Lo spingo via

"Mmm ok Jungkook" guarda davanti sorridendo come se non fosse convinto di ciò che ha sentito.

YOU WILL BE MINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora