La mia giornata iniziava sempre allo stesso modo. Sveglia all'alba, caffè e mi sedevo sulla terrazza del mio attico, godendomi la vista sulla skyline della città. Non c'era niente di più energizzante di quel momento, il silenzio che precedeva il frastuono quotidiano. La luce del sole filtrava tra i grattacieli, e per un attimo, tutto sembrava possibile.

Quel giorno, però, c'era un'aria di tensione. Sapevo che Clare Miller, la giornalista che stava per venire a intervistarmi, era già in arrivo. Le voci sulla sua determinazione e abilità nel porre domande insidiose si erano diffuse. Ero curioso di vedere di persona cosa avesse da offrire, era l'unico motivo per cui avevo accettato di buon grado l'intervista, invece del solito "no". Non che avessi pianificato di aprirmi a un'intervista, ma il mio team aveva insistito. «È un'opportunità,» avevano detto. «Devi affrontare la stampa.»

Mentre il caffè si preparava, presi il mio laptop e controllai le email. C'erano richieste di partnership e aggiornamenti sui progetti in corso. Ero nato come imprenditore di una catena di ristoranti, ma da meno di un anno mi ero rilanciato anche nel settore tecnologico, con ottimi risultati direi. Risposi rapidamente a un paio di messaggi, coordinando il lancio di un nuovo prodotto. Lavorare in quel mondo richiedeva una certa agilità; ogni decisione doveva essere ponderata con attenzione, ma non potevo permettermi di perdere tempo.

Il telefono squillò e riconobbi subito il numero del mio direttore finanziario. «Buongiorno, Lucas,» disse, la voce carica di tensione. «Dobbiamo discutere dell'offerta che abbiamo ricevuto per il nostro ultimo progetto. La valutazione è superiore alle nostre aspettative, ma ci sono alcuni dettagli che dovresti rivedere.»

«Mettiamoci al lavoro,» risposi, pronto a scavare nei dettagli. Ci facemmo un rapido scambio di idee sui numeri e sulle strategie, e mentre parlavamo, sentivo la mia mente attivarsi. Mi piaceva l'adrenalina che derivava dal prendere decisioni in tempo reale e dalla responsabilità che ne conseguiva. Se c'era una cosa che avevo imparato negli anni, era che la chiarezza e la determinazione erano essenziali nel mio campo.

Dopo poco più di 20 minuti chiudemmo la chiamata, sentii il solito senso di soddisfazione a cui sono abituato. Risolvere problemi e orientare l'azienda nella giusta direzione era la mia specialità. Ma quel giorno, non potevo distrarmi; la giornalista era in arrivo.

La mia vita era costruita su un'attenta protezione delle mie verità. La maggior parte delle persone mi adorava e pensava che fossi un libro aperto, ma sapeva solo ciò che volevo far sapere loro. Avrei aggirato la curiosità di Clare come avevo sempre fatto, deviando l'attenzione verso le zone di luce.

Quando finalmente sentii bussare alla porta, presi un respiro profondo e mi alzai.
Aprendo, incontrai immediatamente il suo sguardo. Ci fu qualcosa nei suoi occhi che mi rimase incastrato dentro. Non era solo la bellezza, innegabile; ma erano più la determinazione e l'intelligenza che emanava.

«Buongiorno, signor Raynolds,» disse, e la sua voce era ferma, sicura. La guardai mentre entrava, notando l'eleganza nei suoi movimenti e il modo in cui la sua presenza sembrò riempire la stanza. «Grazie per avermi ricevuto.»

«È un piacere,» risposi, cercando di mantenere la calma. «Spero che tu abbia preparato delle domande interessanti.»

Sorrise, ma non rispose nulla.

Le feci cenno di accomodarci nell'ampio salotto. I suoi occhi si mossero subito curiosi per la stanza, mentre si dirigeva al divano di fronte a me. Stava studiando, non solo ciò che avrei detto. Per un momento mi sentii come se ogni angolo potesse rivelarle un segreto personale.

Ci sedemmo e lei bloccò i suoi occhi azzurri su di me. 

La luce naturale che entrava dalla finestra illuminava i suoi capelli castani, leggermente mossi, che cadevano morbidi sulle spalle. Emanava un'aria di determinazione e curiosità, e non potei fare a meno di notare come la sua presenza rendesse l'atmosfera intorno a noi vibrante.

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