Il silenzio tra noi era diverso adesso. Non c'era più quella tensione che ci aveva accompagnati fino a questo momento. Mentre fissavo la città sotto di noi, avvolta in un abbraccio di luci e ombre, sentivo il peso delle sue parole risuonare dentro di me.
"Con te, sembra che tutto quello che credevo di sapere su me stesso non conti più."
Non ero sicura di come rispondere. Lucas, sempre così sicuro di sé, sempre un passo avanti, adesso era lì, davanti a me, con le sue barriere abbassate, almeno per un istante. Era strano vederlo così. Perché, in fondo, anche io mi sentivo esattamente allo stesso modo: lui stava sconvolgendo ogni certezza che avevo su di me, su quello che volevo.
Il panorama era mozzafiato, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. La sua silhouette contro le luci di Boston, il suo profilo scolpito, così diverso dalle immagini che mi ero costruita nella mente.
Lui era un enigma che non riuscivo a risolvere, un mistero che mi attirava come una calamita, anche se sapevo che avvicinarmi troppo avrebbe significato perdere l'equilibrio.Non avrei dovuto essere qui. Razionalmente, lo sapevo. Era tutto troppo complicato, troppo rischioso. Lucas era prima di tutto il mio obbiettivo, era il tipo d'uomo che dovrebbe incutere timore a chiunque e fermare qualunque scomodità con un solo sguardo; eppure a me non avevano mai spaventato i tipi come lui; eppure, in quel momento, sembrava vulnerabile, come se volesse che vedessi oltre la sua maschera.
Ma la mia mente mi era nemica e risuonava la sua voce ancora e ancora.
"Mi fai venir voglia di perdere il controllo."
Controllo. Quella parola probabilmente era tutto ciò che ci stava permettendo di essere lì. Mi venne da pensare cosa avrebbe significato per uno come lui perdere il controllo, cosa avrebbe comportato nella sua vita o nei suoi affari?
E poi pensai a me, cosa avrebbe significato per me?
Probabilmente il controllo era il collante che teneva insieme i miei pezzi da molto, molto tempo. Se l'avessi perso, in quante parti si sarebbe potuta frammentare la mia anima?E soprattutto, quante mai avrei potuto ritrovarne?
Sentii il cuore accelerare, un suono fin troppo familiare. Per qualche istante, chiusi gli occhi e inspirai profondamente l'aria fresca della sera. Cercai di mettere ordine nei miei pensieri, ma ogni volta che ci provavo ultimamente, finivo per ritornare sempre lì, a quel bacio, a quel contatto che aveva scatenato in me un tumulto di emozioni che non riuscivo più a ignorare.
«Perché sei venuta?» mi chiese con una strana nota di dolcezza.
«Dovresti essere abituato ad ottenere ciò che vuoi senza chiedere, o mi sbaglio?» Lo provocai, alzando lo sguardo verso di lui.
Lucas sorrise, un sorriso sottile, ma nei suoi occhi c'era una scintilla che non avevo mai visto prima. «Di solito sì,» rispose, voltandosi verso la città. «Ma tu non lo fai per questo. Con te è diverso.» La sua voce si abbassò di un tono, diventando quasi un sussurro.
Non aveva negato, voleva davvero essere lì con me, quanto io con lui?
Sentii il cuore battere più forte. «Diverso come?» Lo sfidai a esporsi di più, a mettere a nudo quel qualcosa che sapevo stava cercando di trattenere.
Lucas inclinò leggermente la testa, osservandomi come se stesse cercando di decodificarmi in qualche strano modo. «Con te... devo lavorare per ottenerlo. Lavorare il doppio per ottenere la metà.» Le sue parole erano cariche di un sottotono, come se fosse un complimento avvolto in una sfida. «E non ti basta quello che dico o faccio.»
Lo fissai, cercando di mantenere il controllo sulle emozioni che montavano dentro di me. «Forse è perché non sono qui per quello che dici o fai.» La mia voce era ferma, ma non potevo ignorare l'attrazione che cresceva in ogni secondo. «Sono qui per capire chi sei davvero.»
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Tra le parole
أدب نسائيClare Miller, giovane e brillante giornalista, ha un dono unico: sa andare oltre le apparenze, scavare sotto la superficie delle storie per trovare la verità nascosta. Quando il suo caporedattore le assegna un compito tanto affascinante quanto peric...