Capitolo nove

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Mi sento... osservata. Reed Cove è una chicca, tutta case color pastello, aiuole curate e strade ben asfaltate, ma è anche uno di quei villaggi in cui gli abitanti si conoscono tutti fra loro e il pettegolezzo è lo sport numero uno della comunità. 

E io, oggi, sono una faccia nuova che si aggira per le strade del centro.

"È una turista" "Tu dici? Secondo me è la nuova amante del signor Quincey!" "Una turista? In questo periodo dell'anno?" "E cosa sarebbe venuta a vedere, di grazia? In questo buco non c'è proprio niente!"

Dico: deve essere proprio noioso vivere da queste parti se io vengo vista come fonte principale di interesse, seppur per un solo pomeriggio.

In realtà, non è proprio vero che non c'è nulla da vedere da queste parti. Infatti, mi sto dirigendo verso la biblioteca pubblica di Reed Cove. Se c'è un luogo dove è probabile che sappiano raccontarmi qualcosa di più sul conto di Zubcic, quella è proprio la biblioteca. 

Anche se tutto sembra, fuorché una biblioteca. 

Reed Cove, infatti, è un paese così piccolo che la biblioteca locale è stata ricavata nella villa di un gentiluomo tanto ricco quanto eccentrico, che, morto senza moglie né figli, invece che lasciare i suoi averi a dei lontani parenti che, parole sue "si sarebbero ricordati della sua esistenza solo per i soldi" ha preferito donare tutto, inclusa la residenza e una collezione ben fornita di libri di inizio Novecento, alla comunità. Ovviamente non ho fatto ricerche su di lui, ma è stata la bibliotecaria a intrattenermi per venti minuti buoni con la storia di Reed Cove e dei suoi abitanti, oltre a farmi fare il tour completo della villa.

«Così, cara –ha iniziato fin da subito a chiamarmi così– è venuta a Reed Cove per una settimana nella natura»

«Un mio collega mi ha parlato di quanto sia autentico il paesaggio da queste parti» mento spudoratamente «e il colore del foliage in questa stagione è incredibile»

«Non posso fare altro che darti ragione» replica la bibliotecaria con un sospiro, rivolgendo uno sguardo agli aceri della piazza del paese.

Rimango in silenzio per un minuto, aspettando una domanda della bibliotecaria che, puntualmente, non tarda ad aspettare.

«Alloggia al Maple Inn?»

Non l'ho mai sentito nominare prima, suppongo sia un altro albergo della zona. «No, sto al Reed Bay»

«Una scelta interessante»

«Volevo... tranquillità» improvviso. «Reed Cove non è una metropoli, è molto tranquillo anche in centro. Tuttavia posso comprendere perché abbia scelto il Reed Cove» In realtà non credo possa comprendere, ma, come ho imparato durante i miei studi, una signora pettegola è una fonte di notizie prolifica, seppur non sempre affidabile. «Conosce la proprietaria?»

«Mia cara, a Reed Cove ci conosciamo tutti».

«E... cosa ne pare?» poi aggiungo a bassa voce, anche se siamo le uniche due anime vive in questo luogo «Crede che abbia fatto una buona scelta?»

«Beh, il Maple Inn è il meglio del meglio, ma è di proprietà di mia nipote, quindi sono un po'di parte».

Lo sospettavo. «Tuttavia, anche il Reed Cove è un albergo rispettabile, anche se un po' troppo tagliato fuori dal paese per i miei gusti». «Me ne sono resa conto» aggiungo io, per spostare l'argomento su ciò che più mi interessa «La mia macchina si è rotta a pochi chilometri dall'hotel. Per fortuna il figlio della proprietaria mi ha aiutato a risolvere la situazione». La bibliotecaria mi rivolge uno sguardo curioso: ho la sua attenzione.

Rebecca Arden non esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora