Guido fino al paese, ma ormai non c'è molto che possa fare. L'unico passo che mi manca è quello che più ho paura di compiere: il confronto con Damian Zubcic. È inutile che continui a raccontarmi la storia della grande giornalista che vuole intervistare amici e parenti per ricostruire il ritratto della geniale Rebecca Arden, la mia è solo paura. Che il mio articolo fallisca, che il mondo si prenda gioco di me come giornalista e anche di perdere il rapporto con Daniel, nonostante quello sia destinato a chiudersi lo stesso una volta che io sarò tornata a Boston. Non sono più una ragazzina, non credo più negli amori estivi. E poi, qui non è nemmeno estate.
Prometto a me stessa che domani affronterò di nuovo la camminata da otto miglia per andare a parlare con Damian al faro. E poi deciderò se sarà opportuno rivelare del mio articolo anche a Danica e Daniel. Prima però ho bisogno di un incentivo.
Il parcheggio del King's è ancora mezzo vuoto quando arrivo. Di solito ceno dopo le otto, se lavoro posso arrivare fino alle dieci, ma stasera ho deciso di adottare i ritmi della popolazione locale, che è un modo carino di dire che ho deciso di passare l'intera serata al ristorante.
«Hannah» Mi volto. È Daniel. Cosa ci fa qua? "mi sta seguendo?" dice una vocina nella mia testa, ma mi sforzo di uscire subito dalla modalità paranoica.
«Buonasera Daniel. Anche tu a cena qui stasera?»
«Ero in giro e mi è venuta una gran voglia di zuppa di crostacei. Ora che ci penso bene...» mi rivolge un sorriso malizioso «qualcuno mi deve una cena al King's».
«Cavoli, è vero» non voglio ammettere di essermi dimenticata di dovergli un favore.
«Vuoi unirti? Ti avviso: non ho prenotato, è stata una decisione dell'ultimo minuto» «Lo chef è un mio amico. Troverà di sicuro un posto per noi. E poi, tranquilla» mi fa l'occhiolino «non ho intenzione di ordinare aragosta».
Il cameriere, lo stesso dell'altra volta, saluta Daniel e ci fa accomodare in un tavolino nell'angolo più tranquillo della sala. Immagino che siano questi i vantaggi dell'essere il pupillo dello chef del locale. «Posso consigliarti?» mi chiede Daniel con gentilezza. Chiudo il menù. «Sono tutta orecchie». «Tanto per sapere... cosa hai ordinato l'ultima volta che sei venuta qui?» «Aragosta al burro. Come dessert, mousse al cioccolato e caramello salato». «Ottima scelta» e se lo dice lui, non posso non credergli.
«Questa volta ti direi di iniziare con le tartine ai crostai e di assaggiare la zuppa di pesce» «Conosci la ricetta?» «Ho creato io la ricetta». Non dubito delle sue parole. «Lo chef mi ha detto che un tempo lavoravi qui». Lui si adombra per un secondo, poi torna a sorridere. «Immagino che il brutto di vivere in un paesino dove tutti si conoscono sia che è impossibile convincere la gente a farsi i fatti propri». «Lo chef ha detto che avresti potuto prendere il suo posto un giorno». «Credo che Max sopravvalutasse le mie capacità». Il cameriere porta in tavola gli antipasti, e iniziamo a mangiare in silenzio. Il sapore delle tartine è delizioso, ma non riesce a dissipare quel retrogusto amaro che ho in bocca. «Perché hai lasciato il lavoro al King's?» «L'hotel aveva bisogno di me». «Però avresti potuto continuare a cucinare... Non hai mai pensato ad aprire un ristorante al Reed Bay? Ai turisti farebbe piacere non dover scendere sempre in paese per pranzo o cena. Io stessa ne avrei avuto bisogno...» «Non potevo!» sbotta lui a voce alta. Sento su di me gli sguardi di metà della sala. «Non avevamo soldi e con mio fratello impegnato a fare chissà che a New York...» «Ma se tua madre stamattina mi ha detto che è stato Damian ad occuparsi della ristrutturazione». «Mia madre ha detto cosa?»
Oddio. Daniel non sapeva nulla, lo stupore sul suo volto è sincero. «Tua madre mi ha detto che Damian si è occupato della ristrutturazione. L'ha commissionata a una rinomata ditta di New York specializzata nel recupero di dimore storiche. Mi ha detto anche il nome...» «Non c'è bisogno. La conosco» la sua voce è tagliente come ghiaccio.
Perché Danica ha lasciato che suo figlio credesse per tutto questo tempo che al fratello non importasse nulla dell'hotel?
«Perché ti interessa tanto di Damian?» Rimango in silenzio. Non posso dirmi sorpresa della domanda: me l'aspettavo prima o poi. Ma non qui, non adesso in quella che era partita come una cena quasi romantica. Ma soprattutto, non con Daniel che mi scruta con un'espressione severa sul volto.
Lui sembra notare il mio disagio. Mi incalza:
«Perché stai andando in giro a fare domande su mio fratello?»
«Io...»
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Rebecca Arden non esiste
ChickLitScoprire l'identità di Rebecca Arden, la misteriosa autrice bestseller? Per Hannah Corey, giornalista di Boston, è un'opportunità unica per dare una svolta alla sua carriera. Capitata così nel pittoresco paesino di Reed Cove, Maine, Hannah scoprir...