Capitolo dieci

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Il King's ha molti tavoli occupati, nonostante sia bassa stagione e non ci siano turisti in paese, ad eccezione della sottoscritta e di poche altre anime temerarie.

Ciononostante, vengo fatta subito accomodare in un tavolino in un angolo. Il locale, come tutto a Reed Cove, è grazioso, costruito in legno e con un arredamento moderno, ma che non stona con la struttura coloniale dell'edificio. Un grande camino domina la saletta in cui mi trovo; considerata la stagione e le temperature all'esterno è già acceso, e mi trasmette una sensazione di calore e conforto.

Sfoglio il menù con grande indecisione: il locale propone una cucina semplice, che fa leva sulla qualità delle materie prime, o almeno questo è quello che è scritto su ogni pagina della carta e, se fosse per me, assaggerei ogni proposta. Alla fine opto per il piatto forte dello chef, l'aragosta al burro. Il crostaceo è cotto a puntino, e la sua carne si scioglie in bocca. Quando immergo un boccone nel burro fuso ancora caldo servito come accompagnamento capisco che, anche se ho ingurgitato una quantità di colesterolo non indifferente, questa è musica per le mie papille gustative. Non ne fanno di aragoste così a Boston, e probabilmente nemmeno nel resto del Massachusetts. Mi prendo del tempo per assaporare il cibo, ma ancor prima che il crostaceo si raffreddi del tutto, il mio piatto è già vuoto.

Daniel aveva ragione, questo posto è il paradiso. Ho ancora un piccolo languorino, perciò decido di ordinare anche il dolce. Fra la passeggiata di questa mattina, e il giro in paese di questo pomeriggio, credo di non aver macinato così tante miglia a piedi come oggi; quindi mi merito un premio. Questa volta, chiedo consiglio al cameriere e nel men che non si dica, mi ritrovo davanti una mousse al cioccolato e caramello salato che sembra uscita dritta dal bancone di una pasticceria di Parigi. Affondo il cucchiaio nel dolce, e, sebbene anche questa volta cerchi di non affogarmi di cibo, nel giro di pochi secondi ho già ripulito il piatto.

Voglio tornare in questo locale e assaggiare ogni piatto sul menù. Anzi no, meglio che ne stia più lontano possibile, prima che mi ritrovi ad ingrassare di dieci kili in sette giorni.

«Come è andata la cena?» «Tutto perfetto, sono stata consigliata molto bene. Mi ha mandato Dan» «Dan?» il cameriere sembra non riuscire a capire a chi mi sto riferendo. «Daniel Zubcic, quello del Reed Bay hotel» «Ah, Daniel, lo conosco. Un tempo lavorava qui». Questo non me lo aveva detto. «Come cameriere?» «No, come cuoco»

Credevo che Daniel avesse sempre gestito l'albergo con la madre. Non sapevo che avesse anche lavorato nel settore della ristorazione. A dire il vero, considerata la mia prima sera a Reed Cove, non sapevo nemmeno sapesse cucinare... "In realtà non lo conosci per niente" la voce della ragione si fa sentire nella mia mente "smettila di comportarti come se foste amici, o peggio". «Davvero?» «Era anche bravo». 

«Talmente bravo che ero convinto che un giorno avrebbe preso il mio posto, ma quel ragazzo ha preferito altrimenti» dice una voce alle mie spalle. È un uomo di mezza età che non ho mai visto prima, ma dal suo abbigliamento intuisco essere il cuoco del King's.

«Se lo vedi salutamelo e digli che qui c'è ancora posto per lui, se lo desidera» Rimango interdetta, ma borbotto comunque un «Riferirò quando lo vedo» prima di pagare ed andarmene. Purtroppo essere amica di Daniel non mi ha garantito nessuno sconto alla cassa. Credo proprio che passerà parecchio tempo prima che prenda di nuovo un'aragosta al King's.

Quando torno in albergo a sera inoltrata, non c'è nessuno ad aspettarmi alla reception. Torno in camera, e prima di dormire tiro fuori dalla borsa il romanzo di Rebecca Arden che ho preso questo pomeriggio. Nonostante da due mesi non pensi altro che all'articolo e alla mia inchiesta, non ho mai letto nessuno fra i suoi libri. Certo, mi è capitato di leggere citazioni, recensioni, persino qualche intervista all'autrice (mediata dal suo editore e di dubbia veridicità), ma non ho mai sentito il bisogno di recarmi in una biblioteca e prendere in prestito uno dei suoi romanzi. Fino ad oggi quando, di fronte a Small Village Rules, mi sono resa conto che il mezzo per scoprire di più su Rebecca me lo ha fornito lei stessa.

Le sue storie, le sue parole.

Inizio Small Village Rules con aspettative molto basse, ma con mia grande sorpresa, non riesco a staccarmi dalle pagine. La bibliotecaria aveva ragione, il piccolo villaggio di Sandy Cove assomiglia davvero a Reed Cove, e posso scorgere qualche similitudine tra Chase Rundell, il protagonista maschile, e Daniel. Quando mi costringo a chiudere il libro mi rendo conto di aver fatto le due di notte; non mi era mai capitato di rimanere sveglia a leggere fino a quest'ora!

Rebecca Arden non esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora