Capitolo 3

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Destiny's pov

Il giorno è arrivato, sto per tornare ad Hogwarts.
La mia casa, il mio posto sicuro e la fuga da tutti i miei problemi.

"Allora, avete preso tutto?" Dice mio padre aggiustandomi la maglia nera che indosso.
"Sì papà, me lo avrai chiesto otto volte."
"Non è colpa mia se al secondo anno ti è venuto in mente di aver scordato il baule in treno dopo due giorni."

Colpo basso papà.

Non giudicatemi, ai tempi ero parecchio sbadata (non che ora non lo sia).
"Ma...Hey! Ero una bambina." Mi difendo.
Intanto Olivia di sottofondo si sta facendo una grossa risata, stronza.
"Cosa ridi? Vogliamo ricordare di quando hai per sbaglio dato al gatto del wisky incendiario al posto dell'acqua?"
Boom.
Olivia assume subito un'aria offesa, mentre quella a ridere adesso sono io.
"Dai su è ora, vi scannerete più tardi." Dice papà ridacchiando, per poi prenderci per mano e smaterializzarci al binario.

È da circa trenta minuti che sono sul treno, in un vagone vuoto intenta a sentire un po' di musica dal mio Mp3.
Chiudo gli occhi per il leggero sonno, ma di scatto li riapro quando sento il vagone aprirsi...Draco.
"Santo Salazar! Ti ho cercata per tutto il treno." Si siede.
Noto però altre persone dietro di lui.
No,no,no.
Amo tutti i miei amici ma io esigo stare completamente sola durante il viaggio e la banana platinata lo sa benissimo, ma sembra scordarselo ogni anno.

Dopo di lui, prendono posto Lorenzo, Blaise, Astoria e, per mia sorpresa, Mattheo Riddle.
Quest'ultimo si siede esattamente difronte a me, senza salutare ne degnare di uno sguardo nessuno dei presenti.

"Hey D, come stai?" Chiede Astoria.
Io e lei siamo amiche dal terzo anno, quando ci siamo casualmente trovate a dover svolgere un compito di pozioni insieme.
È una ragazza davvero gentile, anche se da molti viene vista come una perfida manipolatrice, ma non riesco proprio a capirne il motivo...
"Tutto bene A, voi come state?" Mi rivolgo a tutti.
"Todo bien hermisa." Risponde Lorenzo.

Il solito simpaticone.

Quest'estate ha viaggiato per un mese intero in Spagna e da lì non smette di parlare spagnolo.
"Si dice hermosa, idiota." Lo ammonisce Draco.
"Zitto, hurón!"
"Che?" Chiedo.
"Furetto." Risponde alzando le spalle.

Ha davvero chiamato Draco furetto in spagnolo?
"Sei serio?" Dice il furetto , sbarrando gli occhi.
Rido sotto i baffi per poi iniziare a parlare del più e del meno.

Noto però un ceto silenzio e distacco da parte di Mattheo, che continua a guardare il panorama.
"Hey Mattheo, è tutto apposto?" Chiede Astoria.
Si conoscono già?
Mattheo si limita a guardarla in modo glaciale, annuendo quasi in modo impercettibile.
Che stronzo.

Il viaggio dopo lunghe ore finisce e arriviamo, finalmente, alla mia cara Hogwarts.
"Vi conoscete già?" Chiedo ad Astoria, mentre ci incamminiamo verso l'ingresso.
"Chi? io e il ricciolino?"
Ricciolino?
"Se per ricciolino intendi Mattheo, sì."
"Quest'estate abbiamo passato tanto tempo insieme." Risponde con uno strano sorriso stampato in volto.
"Ci hai fatto qualcosa?" Le chiedo incredula.
"No...però ciò non vuol dire che io non voglia."
Tipico di Astoria.
È una ragazza che...Beh ecco si diverte molto con i ragazzi.

Arrivata in Sala Grande prendo posto vicino ai miei amici, come mio solito.
Silente, come ogni anno, svolge il suo discorso.
Però stavolta c'è un'aria diversa, di tensione.
"Hogwarts è in pericolo."
E una fitta al cuore mi pervade, sapendo che il pericolo ero proprio io.
Io che dovevo riparare l'armadio, io che dovevo aiutare i mangiamorte ad entrare e io che distruggerò casa mia con le mie stesse mani.
"È tutto ok?" Chiede Lorenzo.
"Mh...sì è tutto apposto." Rispondo vaga, ma noto una grande insicurezza da parte sua.

Finita la cena, io e gli altri decidiamo di andare insieme in Sala Comune.
Chi a farsi una canna, chi a parlare dei soliti gossip e chi, come me e Mattheo, che stanno in disparte senza trapelare un minimo di entusiasmo.
Mi chiedo perché lui sia in questo stato.
Non credo proprio sia facile essere figlio del Signore Oscuro.

Dopo circa un'oretta passata a leggere, decido di tornare in camera.
Afferro le mie cuffie, il mio Mp3, la mia tazza di latte, il mio libro e la custodia dei miei occhiali.
Sí, con solo due mani.
Congedo tutti velocemente, cercando di non far cadere nulla dalle mie mani.
Riesco, fortunatamente, ad arrivare in stanza sana e salva e mi butto subito sotto la doccia.

Mi rilasso al tocco dell'acqua calda, la amo, la uso anche d'estate.
Esco dalla doccia dopo un tempo indecifrabile , mi vesto per la notte e lego i miei capelli in una treccia scombinata.
Mi sdraio sul letto e porto la mia mano sul comodino per prendere il mio libro, ma tocco il vuoto.

Il libro non c'è.

"Cazzo." Sussurro.
Mi sarà sicuramente caduto dalle mani.
Guardo l'orario e noto che sono le undici e cinquanta, decido di uscire a cercarlo, sperando di non trovare nessuno.

A passi leggeri arrivo alla Sala Comune e per mia fortuna è completamente vuota.
Inizio a cercare il libro per tutta la sala ma non riesco a trovarlo.
Ripercorro il percorso fatto per arrivare in camera ma nulla.

Dove diavolo è finito?

Improvvisamente sento una voce alle mie spalle, mai sentita prima.

"Cercavi questo Droomer?"

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heyyy, come state?
Spero il capitolo vi sia piaciuto, di chi pensate sia la voce in questione?
<3

Until death do us part // Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora