Il senso di inadeguatezza credo faccia parte di tutti noi, inutile dire che non sia vero. Sono sempre stata abituata ad osservare e a studiare le persone cercando di scovare quel sottile tratto di loro che gli urlasse di non essere appropriati in quel contesto, forse lo facevo per non dare ascolto al mio che era fin troppo grande e rischiava di inghiottirmi del tutto, anche se alla fine c'è riuscito. Ci ho messo del tempo per cercare di uscire da quel tunnel completamente buio, cerco fortemente di dimostrare alle persone di avercela fatta seriamente ma quando torno nella mia stanza sono di nuovo lì.
La sala da ballo è l'unica parte di quel tunnel che mi fa trovare la via d'uscita più facilmente, o almeno credevo. Così è sempre stato fin quando non ho preso la decisione più folle della mia vita per dimostrare veramente qualcosa a chi ancora non era veramente convinto delle mie parole.
La decisione era stata presa con la convinzione di non potercela fare eppure il destino mi ha voluto ridere in faccia e mettermi alla prova seriamente. Tante volte mi sono ripetuta di tenere a bada la mia impulsività, non mi ha mai aiutata.
Quello studio era più piccolo di quanto avessi potuto immaginare, l'avevo sempre visto da una tv e sembrava immenso così da potersi confondere meglio tra la gente e passare inosservata. Le persone scalpitavano alla visione di noi ragazzi entrare ed accomodarci; per chi ci sarebbe riuscito, sarebbe diventato cibo per i giudizi di quelle persone. La cosa non mi rassicurava affatto e speravo di poter fuggire il prima possibile da lì e rinchiudermi nel mio rifugio personale.
Quando le urla aumentarono non potei che sentirmi morire ancor di più, Maria aveva fatto il suo ingresso. Non perse tempo nel presentare la nuova docente di ballo e far entrare il primo ospite. Poche cose mi aspettavo in quel momento, men che meno essere la prima a doversi esibire; Maria aveva fatto il mio nome << Luna, candidata al banco di ballo >>.
Ci misi qualche secondo nel concretizzare quello che realmente stava accadendo, sembravo quasi immobilizzata sul gradino di legno. Fu un ragazzo ricciolino a darmi una bottarella sulla spalla per invitarmi ad alzarmi e raggiungere il centro dello studio. << Ciao >> la mia voce uscì flebile, più del solito; mi sentivo morire, mi odiavo con tutta me stessa per aver preso quella decisione e ancor di più il destino per avermi fatto arrivare fin li.
<< Luna, 18 anni. Dice di sé: "sono una di quelle persone che non si sente, c'è ma non parla; amo osservare ogni piccolo dettaglio delle persone e cercare di capire come siano fatte. Mi definiscono una persona dolce, sensibile ( forse anche troppo ), impulsiva e soprattutto determinata. Ballo da quando ho sei anni e sento che quello è il mio posto dove fuggire dalla realtà." Balla The one that you love >>.
La musica era sparita per qualche frazione di secondo, non volevo sapere chi fosse stato ad aver abbassato la leva; pensavo solo a dare il meglio di me e bastonarmi mentalmente da solo dopo per aver fallito di nuovo. << Emanuel ha abbassato la musica, Alessandra l'ha rialzata. Direi di iniziare da lei >> esordì la conduttrice una volta che avevo recuperato il microfono.
<< Maria beh che dire! Hai un movimento veramente eccellente, fluido, dinamico; mi piaci, hai delle belle linee. Poi da considerare la giovane età che ci permette un ragionevole margine di miglioramento... >> la maestra fece un'analisi veloce su di me non arrivando al dunque. << Quindi maglia si? >> gli domandò la conduttrice notando il mio stato d'animo veramente teso << assolutamente! >>.
L'emozione che si fece spazio in me era indescrivibile, non sapevo bene come reagire o cosa dire. Ero rimasta immobilizzata al centro dello studio come i bambini rimangono quando si perdono al centro commerciale, << Luna, sei ufficialmente la prima allieva di amici24. Congratulazioni! >>. Riuscì a muovere solo la testa su e in giù, ero completamente paralizzata; Maria aveva capito cosa stesse succedendo nella mia testa, probabilmente illuminata dal ricordo del mio primo provino.
<< Grazie >> furono le uniche parole che riuscì a far uscire dalla mia bocca nel momento in cui la donna mi passò la felpa grigia. Ero riuscita ad eliminare completamente le parole che Deborah Lettieri mi aveva dedicato.
Quello che successe durante il resto della registrazione non lo saprei dire precisamente, mi ero completamente isolata mentalmente; mi biasimavo ad osservare solo i movimenti dei ragazzi che riuscivano ad entrare o meno nella scuola.

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Posso e lo farò// Nicolò Filippucci
FanfictionQuello studio era più piccolo di quanto avessi potuto immaginare, l'avevo sempre visto da una tv e sembrava immenso così da potersi confondere meglio tra la gente e passare inosservata. Le persone scalpitavano alla visione di noi ragazzi entrare ed...