Lo studio era completamente vuoto, alla cattedra c'era la figura della maestra Celentano. Noi tutti ballerini non sapevamo bene cosa stessimo facendo in quel momento lì con lei, sicuramente un qualcosa che andasse fuori dal ballo in sé data la presenza di Chiara che era ancora infortunata. << Buongiorno maestra >> salutammo in coro, una volta posizionati ai nostri rispettivi banchi, la maestra ricambiò il saluto seriosamente.
<< Allora ragazzi, io vi ho fatto recapitare in casa delle dispense da studiare in questi giorni. Credo che sia il momento di una bella verifica no? >> quelle parole scaturirono dell'ansia generale nei miei compagni, stranamente io mi sentivo preparata. La maestra prima di iniziare l'interrogazione informò Francesca del fatto che lei era esonerata dato i pochi giorni che era entrata. La prima ad essere chiamata dalla maestra fui proprio io, che fortunatamente riuscì a rispondere a tutte le domande rendendo visibilmente contenta la mia insegnate; non si po'tè dire uguale degli altri ragazzi.
Quando tornammo in sala relax, Alessia, Daniele e Chiara si confrontarono sul loro risultato, erano visibilmente scossi e la risata che gli uscì fu di puro nervosismo. Dopo pochi secondi entrò con forza la maestra che ci informò che i miei compagni di squadra avevano la maglia sospesa per via del loro atteggiamento. << Ale vedi che ti farà sicuramente rifare l'interrogazione, a te come a gli altri, e vi ridarà la maglia >> cercai di rassicurare la ballerina che era scossa dalla situazione.
Non mi trattenni a lungo in sala relax poiché avevo una lezione da fare, la sfida sarebbe stata domani e dovevo perfezionare ogni minimo dettaglio. La paura di uscire dalla scuola era veramente tanta, il pensiero di farlo senza aver chiarito certe situazioni ancor di più. Mentre provavo gli occhi attenti di Giulia scorrevano sul mio corpo, la vedevo soddisfatta di ciò che stava guardando, appena la musica finì scoppiò in una risata accompagnata dai suoi stessi applausi << ok! Bellissima Lunetta >> mi disse contenta. << Andava bene? Non ne sono molto sicura, vorrei rifarla di nuovo >> gli chiesi incerta, << era perfetta così Luna, per me puoi andare a casa >> << preferisco rimanere ancora un po' qui >>.
Vidi la professionista uscire dalla sala con un sorriso in volto, la seguì con lo sguardo fin che la porta non si chiuse. Andai verso lo stereo e feci ripartire la base, provai allo sfinimento i pezzi che avevo preparato per la sfida; non mi sentivo più le gambe tante erano le volte che avevo ripetuto gli stessi movimenti. << Oi Luna ci sei? >> fu la voce di Maria ad interrompere il mio flusso di pensieri, << ciao Mari, ci sono >> risposi col fiatone alzando la schiena dal pavimento freddo. << Che dici di tornare in casetta? È tanto che stai provando, rischi che domani sei stanca >> mi invitò la conduttrice a tornare in casa per potermi riposare in visione della registrazione del giorno dopo. << Stavo per andare >> informai la donna che mi salutò raccomandandosi, ancora una volta, di riposare e che mi avrebbe fatta controllare.
Quando tornai in casetta davanti a me trovai un volto a me nuovo, guardai la ragazza con sguardo confuso. Mi girai per la casetta in cerca della figura di Diego, se quella ragazza era lì poteva collegarsi solo alla questione del cantante; intercettai il ragazzo poco più distante dalla mia posizione. Non stavo capendo nulla, decisi di avvicinarmi alla ragazza per potermi presentare << ciao, piacere Luna >> dissi attirando la sua attenzione, << oh ciao, Antonia >>. La situazione che si era venuta a creare era veramente analoga, andai verso il cantante per capirne meglio; mi disse che domani Rudy avrebbe deciso chi dei due tenere in squadra, quindi ricorrendo alla famosa eventuale sostituzione.
Potevo lontanamente immaginare lo stress che stesse provando in quel momento Diego. Sapere che il tuo insegnate non ha più la stessa fiducia e la stessa voglia di tenerti come all'inizio, è demoralizzante. Penso che se mai fosse capitata una cosa del genere a me, sarei caduta in una crisi profonda; sapere che la maestra abbia fiducia in me è un punto cardinale del mio percorso, se mai dovesse cambiare idea mi sentirei smarrita.
Quando entrai in camera, per l'ennesima volta, trovai Nicolò sul mio letto; stranamente quel giorno era da solo. Sbuffai pesantemente << vai via, quando sarò pronta ti cercherò io >> esordì freddamente facendo nascere un velo di delusione negli occhi del cantante. Sapevo benissimo che così facendo l'avrei allontanato, ma poco importava; avevo bisogno dei miei spazi, dei miei tempi e se me lo trovavo sempre vicino si sarebbe prolungato il tutto. << Per favore Luna, ho bisogno di parlare >> la sua voce era frustrata, << la mia risposta la conosci >> lo liquidai facendo finta di essere impegnata a sistemare qualcosa che già era in ordine.
Quando se ne andò mi buttai a pancia in giù sul letto, dalla mia bocca uscì un urlo strozzato. << Perché, perché, perché?! >> mi domandai ad alta voce cercando delle risposte ai miei pensieri; se avessi avuto meno problemi, meno nodi da snodare, sarebbe stato tutto più semplice. Continuavo ad ostinarmi nel chiudermi a riccio pur avendo visto che da parte del cantante ci fosse desiderio di chiarirsi, di potermi fidare eppure mi risultava tutto così difficile.
La mancanza del cantante stava iniziando a farsi sempre più insistente, mi mancava sentirlo vicino, le sue continue rassicurazioni. In quel momento particolare, poi, mi maledicevo della poca fiducia che riserbavo alle persone; se avessi più stima nei confronti della fiducia forse adesso potrei trovare coraggio per la sfida di domani in colui che evito da una settimana. Decisi di mettere a tacere le voci che ronzavano nella mia testa andando a farmi una doccia calda, era l'unico modo che ogni volta riusciva a calmarmi.
Quando uscì dal bagno, andai in salone dove intercettai Gabriel sul divano con le cuffiette alle orecchie. Mi allungai verso di lui poggiando la testa sulle sue gambe, occupando il resto del divano con il mio corpo; avevo bisogno di tranquillità e Gabriel, ero certa, sarebbe stato in grado di darmela. Con lui avevo instaurato un rapporto bellissimo, sentivo di avere un secondo fratello parlando con lui; capitava spesso che mi raccontasse delle sue avventure fallimentari in amore o delle varie cose che gli erano successe durante il periodo scolastico e non potevano mancare i discorsi più seri.
Passarono svariati minuti durante il quale, Gabriel, mi accarezzò i capelli sciolti. << Vuoi parlare Lu? >> non mi ero resa conto che si era sfilato le cuffie, mi girai verso il suo torace così che mi venisse più facile guardarlo. << Le cose sono sempre quelle Gabri >> gli dissi con tono triste, << non so' sempre quelle, se voi cambia' la situazione lo puoi fa >> sapevo quanto lui ci tenesse a non vedermi così male e quelle parole ne erano un'ulteriore conferma. << Parlaci domani prima della puntata, fidate de Gabri tuo >> si inchinò verso di me lasciandomi un bacio sulla fronte, << grazie Gabri >> restammo così per svariato tempo.
Ero gradata di aver trovato una persona genuina come lui, lo vedevo così simile a me su tante cose e questo mi aveva portata ad avvicinarmi al cantante. Rischiai di addormentarmi sulle gambe del ragazzo che però mi svegliò, << Lu, dai vai a dormire che sei stanca e domani è lunga >> mugugnai a quelle parole << mi porti tu? >> chiesi con la voce impastata dal sonno << almeno mettete seduta che sennò se accappotamo >>. Con gli occhi ancora chiusi mi misi seduta aggrappandomi, poi, come un koala su Gabriel; non era la prima volta che capitava, ma quel giorno fu diverso. Sentì la premura con cui compì quel gesto, stava cercando di trasmettermi tutta la sicurezza che aveva.
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spazio autrice: salve! come state? oggi classifica un po' deludente, ma sono certa che Nico si rifarà settimana prossima. per quanto riguarda la nostra storia, chissà se Luna parlerà con Nicolò prima della puntata e, se si, come andrà! nel mentre Vybes è un cucciolone.
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Posso e lo farò// Nicolò Filippucci
FanficQuello studio era più piccolo di quanto avessi potuto immaginare, l'avevo sempre visto da una tv e sembrava immenso così da potersi confondere meglio tra la gente e passare inosservata. Le persone scalpitavano alla visione di noi ragazzi entrare ed...