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Bussai sulla porta della sala quattro dove ero stata convocata, da dentro la voce della maestra Celentano mi diete il permesso per entrare. << Buongiorno maestra >> fu la prima cosa che dissi alla donna che mi sorrise << buongiorno, come stai? >> << tutto bene maestra >>. La vidi annuire contenta della mia risposta, << senti Luna, ti volevo fare i complimenti per l'esibizione di ieri in puntata. Mi sei piaciuta tanto, però vorrei iniziare a sperimentare qualcos'altro; vedere i tuoi limiti e cosa puoi fare >>.

Mi sarei aspettata un simile discorso prima o poi, ma riceverlo così presto mi fece capire che non potevo contare più di tanto sulla mia confort zone. << Va bene, sono, ovviamente, pronta a sperimentare; alla fine siamo qui per metterci in gioco >> quello che dissi lo pensavo veramente, ma non ero tranquillissima nel farlo.

<< Come ben tu sai a me piace partire molto con calma, no? >> mi chiese ironicamente la maestra, cosa che non mi tranquillizzò affatto. << Non ti spaventare Luna, perché la coreografia, che ora vedremo, se te l'ho data, è perché sono certa che tu la possa fare >> continuò la maestra cercando di rassicurarmi vedendo la mia faccia. Il video che mi venne mostrato mi mandò completamente nel pallone, si trattava di una coreografia completamente al di fuori dei miei schemi; non che fosse difficile a livello tecnico, ma a livello mentale sapevo che mi avrebbe distrutta.

<< Cosa ne pensi? Si sincera perché le bugie hanno le gambe corte >>, osservai la maestra per brevi secondi; sapevo che dire la verità era via più semplice per affrontare questa assegnazione. << Sicuramente è molto al di fuori dei miei schemi. Non ho mai fatto una coreografia di tale portata; sarà difficile, si ma ci proverò con tutta me stessa >> la voce tremava dal nervoso e la maestra non po'tè che notarlo. Ci salutammo con la promessa che mi sarebbe venuta a vedere in sala prossimamente quando la coreografia ormai era sulla fase di perfezionamento.

Mi diressi verso la sala relax dove trovai Rebecca con Chiara, le due vedendo la mia faccia intuirono che qualcosa non andava. Mi andai a rifugiare nel bagno per sciacquarmi il viso, << tesoro tutto bene? >> mi domandò la mia compagna di squadra. Scossi la testa in senso negativo, avevo provato a fare la forte davanti la maestra, ma quell'assegnazione mi aveva completamente destabilizzata. Sarebbe stata una sfida sopra la sfida; per me trovarmi lì era già pesante, in più dover affrontare questi scalini diventava improponibile.

<< La maestra mi ha assegnato un pezzo, io non so se riesco a farlo >> confessai alle due ragazze. Rebecca mi guardò attentamente cercando di capire cosa stessi pensando, << non è difficile a livello tecnico, è qui >> continuai indicandomi la testa con un dito. Mi spostai verso le gradinate per potermi sedere; volevo a tutti i costi riuscire a superare queste difficoltà e sapevo che amici era il posto giusto. Ogni giorno per me era una sfida, stavo iniziando a sentirmi meglio, ma quello che avevo appena ricevuto mi aveva nuovamente mandato al punto di partenza. Sbuffai pesantemente, ce l'avevo con me stessa per questo blocco che mi impediva di affrontare certe situazioni; << Lu, vedi che ci riuscirai. In caso ti servisse aiuto noi ci siamo, non vietarti di chiedere a qualcuno una mano >>. Quelle parole di Rebecca mi arrivarono dritte al petto, certe cose solo Adriano me le aveva dette ed ora sentirle dire da qualcuno che conosco da così poco tempo faceva effetto.

Uscì dalla sala relax rischiando di prendere in pieno Nicolò, mi scusai col ragazzo in modo frivolo e scappai dagli studi.

*

Quel pomeriggio passai la maggior parte del tempo in sala con Isobel a montare la coreografia; gli errori erano tanti e le volte che mi fece riiniziare il pezzo molte di più. Mi fece presente che sembravo troppo rigida nei movimenti, ne ero consapevole di quelle parole; il mio corpo, se pur ci provassi, si rifiutava di apprendere quella coreografia.

Tornai in casetta sbuffando, quel mio atteggiamento nervoso attirò l'attenzione di alcuni miei compagni che si trovavano in cucina a preparare la cena. Arrivata in cameretta chiusi la porta alle mie spalle e mi buttai sul letto a pancia in giù, non avevo voglia di fare niente se non stare da sola. Un lieve bussare alla porta mi fece girare di poco la testa per vedere chi fosse, Nicolò mi guardava dalla soglia della stanza aspettando delle mie parole << non ho voglia di parlare >>, tornai con la testa alla posizione originale.

Sentì la porta chiudersi nuovamente, mi aspettavo che il ragazzo fosse andato via dopo il mio rifiuto, invece sentì il materasso abbassarsi. << Che c'hai ciccia? >> quel soprannome mi scombussolò lo stomaco, << niente >> mentì spudoratamente << se hai niente allora siamo tutti pazzi di là >>. Mi girai lievemente per guardare in faccia il cantante, non mi aspettavo di sentirmi dire quella frase << ti va di raccontarmi che succede? È da questa mattina che hai il muso lungo >>, sospirai di nuovo rassegnata alla fermezza di Nicolò.

Prima di iniziare a parlare pensai che quello era il momento giusto per poter mettere un tassello in più alla mia crescita dentro la scuola; aprirmi non era mai stato il mio forte e qui stavo iniziando ad imparare a farlo. << È per l'assegnazione. – furono le mie prime parole. – La maestra mi ha dato un pezzo che è tutt'altro per me >> vidi il cantante ascoltarmi attentamente << e tu non credi che l'abbia fatto per farti crescere a 360 gradi? >>, la domanda del ragazzo era più che giusta e non lo potevo negare. << Certo! Ma io non riesco a farla, mi vergogno! >> per la prima volta da quella mattina ammisi il mio blocco ad alta voce << e di cosa ti dovresti vergognare ciccia? >>, usò di nuovo quel nomignolo, << del giudizio della gente, e se sembrassi una stupida? >>.

<< Le persone giudicheranno sempre, ma non per questo tu devi ascoltarle. Pensa a te e a quanto sei brava, solo così potrai raggiungere i tuoi obiettivi >>, sapevo che quelle parole fossero reali ma non era semplice per me. << Non è semplice, ho bisogno di tempo >> mi girai nuovamente su un fianco dandogli le spalle, non volevo farmi vedere ancora più vulnerabile. << E ne avrei di tempo ciccia, siamo qui apposta. Vedrai che prima o poi sfonderai ancora di più su quel palco >> sentì un tuffo al cuore a quelle parole, stavo iniziando ad affezionarmi a Nicolò, riusciva sempre a confortarmi e non era cosa da poco.

Sentì la sua mano posarsi delicatamente sulla mia spalla e girarmi di nuovo verso di lui, << ora andiamo a cenare che si fredda la roba? >> mi chiese con un sorriso dolce << va bene >>. Lo segui a piccoli passi guardando la sua figura imponente rispetto la mia, quando arrivammo nel salone gli altri ragazzi erano già a tavola << ve l'ho portata! >> esordì il cantante attirando l'attenzione dei nostri compagni. Ci accomodammo al tavolo, dove i piatti erano già stati posizionati e tenuti al caldo << tutto ok? >> chiese Ilan << si, piccoli problemi di percorso >> lo rassicurò il cantante al posto mio.

*

Le luci delle camere ormai erano spente, ciò significava che era quasi ora di andare a dormire. << Rebecca tutti sono interessati di te. Ilan, Vybes >> se ne uscì di punto in bianco Sienna << e ho capito che ci posso fare io! >> rise la ballerina interessata << tu invece con Nico? >>. Mi girai verso Rebecca cercando il suo sguardo tra le luci soffuse << io cosa, non c'è niente da dire >> mi difesi subito << si vabbè! Sempre insieme state >> diete corda l'australiana. << Ma non è assolutamente vero! >> mi scappò una risata nervosa << guarda come si agita! Tempo un mese dico io che scatta l'inciucio >> continuò ad infilare il dito nella piaga Rebecca << io mi metto a dormire, buona notte! >> stroncai le loro fantasie, << non si scappa così dai discorsi eh! Prima o poi sputerai il rospo >> ridemmo tutte e tre insieme. 


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spazio autrice:  buongiorno gente! pronti per la puntata di domani? io sono parecchio curiosa :)

Posso e lo farò// Nicolò FilippucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora