Avevo finito di parlare in quel momento con i ragazzi, mi ero sfogata riguardo alla mia sfida che avrei dovuto affrontare la prossima settimana. Per ovvi motivi dovetti tenermi dentro, però, il peso sulla questione Nicolò; avevo intenzione di confrontarmi con Alessia il prima possibile. Sentivo ancora gli occhi gonfi per colpa del grande pianto che mi aveva colto prima, decisi di recarmi in cucina per vedere quale fosse la situazione in casetta; arrivai proprio nel momento in cui Francesca entrò dalla porta.
Sul mio viso si creò una smorfia di disagio, dal corridoio vidi i movimenti di Nicolò; con un grande sorriso gli si avvicinò e si presentò alla ragazza. Era ovvio che nel mio subconscio fossi consapevole che la ballerina non avesse colpe, ma vedere quell'interazione tra i due mi fece tremare dentro. Mi avvicinai alla ragazza e con indifferenza mi presentai, sentì gli occhi di Nicolò puntati sul mio viso; aveva notato i miei occhi rossi e gonfi. Appena le presentazioni si conclusero tornai in camera mia per sistemare le poche cose che erano rimaste fuori posto dal pre-puntata.
Mentre piegavo uno dei pantaloni la porta si aprì rivelando la figura di Nicolò, mi guardava senza proferire parola. Appena misi nell'armadio l'indumento, gli passai affianco facendo scontrare la mia spalla al suo braccio con irruenza; era visibilmente confuso dal mio atteggiamento. Andai nel giardino posteriore per poter prendere un po' d'aria fresca, fortunatamente lo trovai libero. Le lacrime tornarono a rigarmi il viso, odiavo questo tipo di situazioni; evitavo come la peste le relazioni affettive di qualsiasi tipo proprio per paura che accadessero situazioni del genere.
<< Ei >> i miei pensieri furono interrotti dalla voce di Maria, mi aveva già preavvisato che avrebbe voluto parlare con me. Sicuramente non era il momento più adatto per me, ma sapevo che Maria fosse in grado di estrapolare i sentimenti delle persone proprio in situazioni del genere. << Ciao Mari >> la salutai mentre mi passavo la manica della felpa sul viso in modo da asciugare le lacrime, << se ti mettevo a riempire la fontana di Trevi oggi ci saresti riuscita senza problemi con tutte queste lacrimone >>. Con quelle parole riuscì a strapparmi una piccola risata, << senti scema, ma piangi di più per la sfida o per quel cretinetto eh? >> come riusciva lei a comprendere gli atteggiamenti di noi ragazzi era incredibile.
Mi punzecchiai nuovamente il palmo della mano, << credo per la seconda >> risposi sotto voce. Ammettere ciò mi faceva sentire vulnerabile, << e non credi sia meglio confrontarsi per chiarirsi? >> domandò retoricamente la conduttrice. << Io, Maria, non mi sono mai permessa di lasciarmi andare così tanto con una persona. Ho sempre avuto un occhio di riguardo per queste situazioni, ho sofferto già abbastanza. Tra le poche amicizie fallite, e una determinata persona che ha abbandonato me, mamma e Adriano quando ero piccola è sempre stato difficile >>. Non avevo, ancora, parlato a nessuno di quel tassello della mia vita, tantomeno a Maria.
<< Di chi parli Luna? >> chiese lecitamente la conduttrice, il suo tono si fece preoccupato << di quello che dovrebbe essere mio padre, se così si può definire >>. Il mio tono si fece duro improvvisamente, << io, per colpa sua, ho sempre trovato difficile rapportarmi con chiunque; la paura di essere abbandonata nuovamente mi frena. Questa paura, inoltre, mi porta a sentirmi sempre inadeguata; mi do sempre la colpa dell'abbandono di papà. Come se non fossi stata abbastanza, o forse di troppo tanto da farlo andare via; questo io lo rifletto anche sulla mia vita sociale >>.
Era la prima volta che confessai tutto ciò. La mia persona, estremamente riservata, non aveva mai fatto parola su quest'argomento preferendo lasciarlo privato; dirlo, sicuramente, non avrebbe fatto molta differenza. << Luna, perché non me ne hai mai parlato? Sai è una cosa importante confrontarsi su determinate questioni con persone adulte, inoltre mi fa capire tante cose di te >>. Sorrisi amaramente, << Mari non sarebbe cambiato nulla, se non passare per la vittima incompresa >> ed eccomi tornata a giudicarmi da sola << nessuno qua fa la vittima, sia chiaro. È un tuo punto importante e bisogna che tu ne parli per comprendere che la colpa non è certamente tua >>.
<< E allora perché se ne vanno tutti? >> chiesi disperata, quella domanda ronzava nella mia testa da quando avevo solamente sei anni. << Io non ti voglio giudicare assolutamente, ti conosco ancora poco ma non credi che, magari, ti metti tu uno scudo per allontanate le persone? Proprio per difenderti dalla paura di essere ferita? E in questo caso lo scudo lo stia mettendo con Nicolò? >>. Quelle parole mi colpirono come un pugnale dritto al petto, aveva centrato il punto del discorso.
<< Fidati di me Luna, parlaci invece che fare la faccia di bronzo >> annuì a quelle parole, << ci proverò >>. La conduttrice mi salutò raccomandandosi nuovamente con me, quella conversazione mi aveva lasciata scombussolata. Decisi di tornare in casetta e andare a mangiare qualcosa, erano in pochi al tavolo e tra loro c'era proprio colui che mi stava facendo dannare. Quando si accorse della mia presenza alzò di scatto la testa, percepivo la sua voglia di parlarmi ma in quel momento non me la sentivo minimamente; avevo bisogno di prendermi il mio tempo.
Mi sedetti vicino a Chiara, la ragazza mi guardò attentamente << tutto bene? sei sparita per un po' >> mi chiese dolcemente. << Si tranquilla, parlavo con Maria >> la ballerina annuì capendo la situazione, << comunque già prima ti volevo dire che la coreografia di oggi era veramente bella. Non pensarci troppo all'ultimo posto, credo si tratti veramente di gusti personali >>. Non feci in tempo a rispondere alla mia compagna che Nicolò si inserì nel discorso, << vero Luli, sei stata bravissima >> lo guardai duramente e non gli risposi, mi rivolsi nuovamente alla ballerina. << Potranno essere stati pure gusti ma la sfida la devo fare comunque >> gli dissi amareggiata, << sono certa che andrai alla grande amore >> gli sorrisi grata delle belle parole che spendeva spesso per me.
Quando la conversazione cadette spostai, vagamente, lo sguardo in direzione del cantante. Era visibilmente scosso, non sapeva effettivamente il motivo per cui mi stessi comportando così con lui; speravo solamente che ci potesse arrivare, sempre se già non l'aveva fatto. Quando il mio sguardo si incontrò col suo, lo distolsi immediatamente iniziando a giocherellare con il poco cibo che era nel mio piatto; Chiara mi poggiò una mano sulla gamba per rassicurarmi. Lei non sapeva nulla di me e Nicolò ma non era stupida, aveva capito perfettamente ci fosse qualcosa e temevo che anche gli altri lo stessero iniziando ad intuire; proprio ora che la situazione era arida.
Posai le stoviglie nel lavello e andai verso la mia stanza, era arrivato il momento che mi mettessi a dormire. Il mal di testa ormai si era impossessato di me a forza di piangere, avevo solo bisogno di dormire e svegliarmi l'indomani per parlare con la maestra circa la mia sfida e i pezzi che avrei dovuto portare. Quando misi piede in stanza trovai Francesca intenta a sistemare le sue cose, fino a quel momento i miei contatti con lei si erano limitati alle presentazioni; non avevo minimamente pensato al fatto che stesse in camera con me e Rebecca.
Cercai di mandare giù il groppo alla gola, << ciao >> salutai solamente quando ricevetti un sorriso da parte sua. << Luna giusto? Devo ancora memorizzare i nomi >> mi chiese poi in conferma, << si, giusto >> sembrava una brava persona; non volevo farmi pregiudizi per colpa di situazioni esterne. << Se devi dormire dimmelo così continuo domani qui, non vorrei disturbarti >> a quelle parole non potei che allentare la morsa nei suoi confronti, << tranquilla, mi faccio prima una doccia >>.
Dovevo assolutamente risolvere quella situazione al più presto, non mi potevo vivere la settimana della sfida con un fardello del genere sulle spalle con il rischio di compromettere il mio percorso. Il problema era: riuscirò a mettere da parte l'orgoglio e parlare con Nicolò? Riuscirò a dirgli ciò che ho detto a Maria?
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spazio autrice: hola! devo dire che questo capitolo mi piace veramente molto. voi fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio :3
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Posso e lo farò// Nicolò Filippucci
FanfictionQuello studio era più piccolo di quanto avessi potuto immaginare, l'avevo sempre visto da una tv e sembrava immenso così da potersi confondere meglio tra la gente e passare inosservata. Le persone scalpitavano alla visione di noi ragazzi entrare ed...