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La Mini sfreccia veloce lungo la strada assolata. Preferisco non guardare il tachimetro, illudendomi che Diego stia rispettando i limiti di velocità, e tengo lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

È quasi giugno. Il paesaggio scorre davanti a me come le scene di un film a rallentatore...
Colline dorate di grano, punteggiate da larghe macchie di papaveri, si alternano a promettenti vigneti e fazzoletti di terra rossastra. Filari di ulivi secolari, che sembrano conoscere ogni segreto della mia terra, straordinaria e unica, si stagliano all'orizzonte.

Diego ha abbassato il volume della musica per chiacchierare con Mary, che è palesemente attratta da lui in ogni fibra del suo essere.

Li osservo, li studio, mentre ridono complici e gioiosi...Mi chiedo se Mary si renda conto di conoscerlo da così poco tempo.
Le voglio bene e non vorrei vederla soffrire, almeno questa volta.

Sospiro, cercando di scacciare i pensieri negativi che porto sempre con me come una zavorra, consapevole che spesso mi spingono a dire cose di cui poi mi pento. Chi mi conosce bene, come lei, potrebbe pensare che l'esperienza del divorzio dei miei genitori abbia incrinato le mie illusioni sull'amore. Non lo so, forse.
Di certo, il fatto di non aver ancora incontrato un ragazzo che mi abbia fatto perdere la testa non aiuta. Chissà se mai succederà...

Tornando a Mary, questa volta ho deciso di tenere la bocca chiusa, in senso letterale. Non voglio fare la solita pessimista ogni volta che si tratta delle sue questioni di cuore.
Così, infilo le cuffiette dell'iPod che tengo sempre pronte nella tasca del giubbotto e chiudo gli occhi...

Mi isolo dal mondo, lasciandomi cullare dalla voce di Gaia con 'Tokyo'.
Sto bene. Mi rilasso, e quasi quasi sto per fare un pisolino quando qualcuno comincia a chiamarmi insistentemente, e la voce di Diego mi pone una domanda che non riesco a capire.

«Scusa, puoi ripetere?» dico, togliendo una cuffietta.

Vedo che Diego gira la testa verso Mary, le sorride, poi mi guarda attraverso il retrovisore, incrociando il mio sguardo. «Mary mi ha raccontato perché oggi andate a Firenze...»

Ahhh... e cos'altro gli avrà detto... ?Un pizzico di fastidio mi irrigidisce, ma cerco di non darlo a vedere e di restare calma.

«Sì... beh... Non potevo perdere questa occasione, sapendo che l'avrebbero portato dalla Francia...»

Diego annuisce, fissando la strada davanti a sé.
Per un attimo, cedo alla tentazione di osservarlo nello specchietto...
Ha un piccolo neo intrigante sullo zigomo destro, a cui non avevo fatto caso prima...

Torno a rilassarmi sul sedile, sperando che abbia finito di fare domande. Sono, come dire, piuttosto riservata quando si tratta dei miei affari personali, specialmente con chi non conosco bene. Tendo a diventare un po' aggressiva...
Comunque, lui mi sembra un tipo a posto.

«E so che vorresti diventare una critica d'arte, giusto? Tra l'altro, hai un'ottima media di voti!»

Sgrano gli occhi, incredula.
Non so, forse sa anche qual è il mio colore preferito di lingerie?!

No, così proprio non va, mi dico, abbassando il viso giusto quel tanto da fissarlo sgomenta, nascosta dalla frangia che mi ricade sugli occhi. Decido di sferrare il mio colpo basso...

Il Gioco del Male Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora