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L'interno della casa della zia di Mary, nonostante il fascino d'altri tempi, ha mantenuto una certa dignità e, tutto considerato, lo trovo ancora affascinante.
A dire il vero, mi garba molto... C'è qualcosa di intrigante nell'eclettismo del Novecento.

Quando noto il piccolo tavolino rotondo, coperto da una lunga tovaglia di merletto bianco e già apparecchiato con cura – tre tazze da tè in fine porcellana bianca, accompagnate da piattini e cucchiaini – non posso fare a meno di chiedermi se avesse previsto il nostro arrivo, dando per scontato che ci saremmo fermati a prendere il tè con lei.

Nonostante Mary mi abbia assicurato di non averla avvisata, trovo questa coincidenza piuttosto strana...

Mary si accomoda sul piccolo divano, estrae il cellulare dalla borsetta e inizia a scrivere. Seguendo il suo esempio, faccio lo stesso. Ma non sapendo cosa fare nell'attesa, la osservo con curiosità.

«Perché mi fissi?» sussurra, senza distogliere lo sguardo dal display, le lunghe ciglia abbassate sulle guance rosate.

Alzo le spalle e mi adagio contro lo schienale imbottito del divanetto, cercando una posizione più comoda. «Cos'altro dovrei fare?»rispondo, laconica.

Mary interrompe la scrittura per un attimo e mi rivolge un sorriso comprensivo. «Che c'è, ti stai annoiando?»

Faccio una smorfia, e lei scoppia a ridere per qualche secondo, poi riprende a scrivere tranquilla.

Io, invece, insoddisfatta, mi sporgo verso di lei e sbircio il suo cellulare, chiedendo: «Posso sapere con chi stai chattando? Ancora con lui, Diego?»

«Chattando?!» esclama risentita. «Giulia, sto scrivendo!»

«Questo lo vedo...»replico sarcastica, enfatizzando con gli occhi.

«Una storia,» sussurra piano, troppo concentrata a far scivolare velocemente i pollici sulla tastiera. «Anzi, sto prendendo qualche appunto, se proprio lo vuoi sapere, che utilizzerò dopo... quando...»

«Mmm... tutto molto esilarante.»

Mary si blocca e mi fissa, inclinando la testa di lato. «Giulia Baldi, se ti degnassi ogni tanto di leggere quello che scrivo su Wattpad... Sei proprio una pessima amica, lo sai?»

Rido. «Dai, non prendertela... sai bene che, se non lo faccio, è perché non ho tempo!» Cerco di giustificarmi, ma lei mi lancia un'occhiataccia eloquente. Alzo le mani in segno di resa.

«Va bene. Ti prometto che, finito l'ultimo esame del trimestre, mi metterò con santa pazienza a leggere la tua storia.»

A quell'affermazione, Mary mi regala un sorriso enorme, ma quando le chiedo se la storia è molto lunga, la sua espressione si rabbuia di nuovo.
Sospiro.
Cosa posso farci se non riesco proprio a leggere i romanzi d'amore?
Quelli che piacciono tanto alla mia amica e di cui sono sicura lei si diletta a scrivere...
Li trovo insopportabili, soprattutto quelli contemporanei, saturi di scene di sesso volgare e esplicite. La vera morte del romanticismo, direbbe qualcuno.

In tutti questi anni, ne avrò letto sì e no mezza pagina...

«Di che genere è la storia che stai scrivendo?» chiedo, titubante, cercando di sondare il terreno prima di ritrovarmi incastrata nella peggiore delle mie ipotesi. «Voglio dire...» Ma le parole mi muoiono sulle labbra.

Mary mi mette una mano sulla spalla e, divertita, dice: «Non preoccuparti, non è uno di quei romanzi... Cioè, almeno non del tutto.»

Sbuffo e scuoto la testa.

«No, davvero! È un fantasy-romance... c'è un pizzico di sesso, ma tranquilla! Solo il minimo indispensabile.»

«Ah... e io che pensavo avessi scritto il nuovo episodio di Cinquanta sfumature...»

Mary si lascia andare a una risatina maliziosa e mi dà una leggera manata sul braccio. «Ma ti pare?! Comunque, devi sapere che sei tu la mia musa ispiratrice per la protagonista, che si chiama Catherine.»

Rimango a bocca aperta. Quel nome mi suona familiare... l'ho già sentito, ma quando? Mah...

«Io?» esclamo, allibita. «Perché?!»

Lei mi guarda dolcemente per qualche istante. Il suo sguardo è così eloquente che non servono parole tra noi. Mary mi considera come una sorella amata e, soprattutto, mi stima per come sono.

Però... che cavolo... addirittura farmi diventare la protagonista della sua storia! È assurdo. Io che, a dire il vero, mi sento così... così timida!

Il Gioco del Male Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora