19. TEST UNIVERSITA'

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I primi di Settembre con una compagna di architettura ci presentammo ad una facoltà di design per fare il test di ammissione.

Parlando scoprii che Sasha aveva fatto gruppo con Alissa passando l'estate tra cene di classe e serate ricorrenti.

"Si, lo so... ho visto le foto sui social." risposi io.

"Ma vi sentite ancora?" mi chiese Selena.

"Ci siamo sentite solo una volta dopo gli esami, poi ognuno ha preso la propria strada." risposi sincera.

"Ecco, ad una delle cene c'ero anche io e si è lasciata andare ad alcuni commenti..." disse in difficoltà.

"Che tipo di commenti?" chiesi io.

"Ha parlato della tua situazione familiare e ha detto che sei cambiata molto dopo ciò." riferì.

"Ah, e com'è che sarei cambiata? Sentiamo." risposi io pronta.

"Ecco, ha detto che non l'aiutavi più... che ti sei incattivita." ammise in evidente difficoltà.

Io sorrisi scuotendo la testa.

"Ascolta, tu sei libera di credere ciò che vuoi, tanto ormai ci sono abituata alle male lingue nei miei confronti, ma io non sono una persona che si sveglia e dall'oggi al domani decide di diventare stronza, ok? Ci sono stati degli episodi che non ho affatto gradito da parte sua, e raccontando le mie cose personali a mia insaputa, dimostra che avevo ragione, solo che io a differenza sua, non andrò mai a spifferare le sue. Mi dispiace. Ma puoi farle sapere che avrei gradito ne parlasse in faccia con me, piuttosto che alle spalle. E inoltre avvertila anche di stare attenta a sputare merda nei miei confronti, perchè se apro io il vaso di pandora su cose che la riguardano, sono cazzi amari per lei." conclusi.

Per la prova d'ammissione fummo divise in due classi diverse ed io già innervosita per ciò che avevo appena sentito, ad un tratto mi resi conto di essere nel posto sbagliato.

Per le due intere ore di prova un professore dell'università che controllava la classe non fece altro che parlare senza alcun rispetto per noi che stavamo sostenendo "l'esame" anche se definirlo così è un insulto a quelli veri. Era indecente. Avevo studiato un c***o di libro che pareva un mattone in un solo mese per questo?

Di fronte a me avevo domande il cui il 90 % erano di calcio. Ma sbaglio o sto facendo l'ammissione all'università di design? Ok la cultura generale, ma di fronte a me solo il 10 % era attinente all'architettura e al design.

"Ma è uno scherzo, questo?" mi chiesi. "Cioè... io ho studiato quel c***o di mattone  per un mese intero per sentirmi chiedere chi ha vinto lo scudetto nel 1984? Chi è il giocatore che ha segnato il maggior numero di gol al mondiale del 1958? Chi era l'allenatore della squadra pinco pallino nel 19... e non lo?" Come se ciò non bastasse l'ambiente era pieno di ricchi architetti che quella mattina avevano accompagnato I loro figli a sostenere l'esame per farsi riconoscere dai professori presenti. Tutti vestiti firmati da capo a piedi che si sorridevano fintamente solo per ottenere raccomandazioni.

E infatti ne ebbi la conferma durante l'esame, perchè ad un tratto il professore che ribattezzai "non sto mai zitto" ci guardò uno ad uno e chiese: "C'è qualche raccomandato qui presente?"

Io sgranai gli occhi. "No, non può averlo detto realmente." mi dissi. Ma rimasi ancora più scioccata quando un attimo dopo uno studente senza alcun pudore alzò la mano sorridente esclamando: "Io!"

"Ah, e saresti?" chiese il prof con la puzza sotto al naso.

"Io sono il figlio dell'architetto Balducci." rispose lui fiero alzandosi in piedi.

"Ah, ma dai! Lo conosco molto bene." attaccò bottone il prof.

"No, no, io sto vivendo un incubo. Non è possibile che tutto questo sia vero..." mi dissi provando repulsione.

"Ma dove c***o sono finita?" mi chiesi una volta uscita.

"E' una candid camera questa? Ditemi che è tutto finto." pensai tra me.

Ovviamente io non avevo alcuna raccomandazione e ne andavo fiera, e anche se l'avessi avuta non mi sarei di certo messa a sbandierarlo ai 4 venti.

Fu una delle esperienze più assurde che abbia mai vissuto.

"Non mi aspettavo uno schifo del genere da una facoltà appena aperta." ammisi all'uscita una volta riunita alla mia compagna di classe, dopo essere state divise in due aule differenti.

"Non ci credo... che roba!" esclamò disgustata alla fine del mio racconto.

"Non so quale sarà il risultato, ma una cosa è certa, io non frequenterò mai un posto del genere." le dissi.

Dovete sapere che nessuno a fine liceo ci aveva indirizzato verso quale facoltà fosse più adatta per ciò che volevamo fare, perciò stavamo tutti brancolando nel buio. Una cosa era certa, io ero pienamente convinta di non voler fare architettura perchè non mi aveva fatto una bella impressione all'open day. L'edificio era allo scatafascio, le persone dentro svogliate, il programma ripetitivo per I primi 3 anni, per noi che avevamo già una base artistica. Ciò significava dare esami per 3 anni su materie, fatte e rifatte e onestamente avevo il vomito di sentire sempre le stesse cose. Come avrei potuto passare 3 anni a ripetere le solite cose? No, non volevo attendere il quarto anno per imparare qualcosa di nuovo. Era uno spreco di tempo, e dovete sapere che io ho sempre avuto una concezione di tempo ed età singolare. Nella mia mente volevo arrivare a 25 anni massimo ed essere a lavoro, non ancora a studiare.

Così parlandone con mia madre iniziai a guardare altre facoltà ed accademie private, perchè in fondo tra pagare le rette pubbliche e tutte le spese annesse, e quelle private alla fine non c'era molta differenza di prezzo, speravo solo che il servizio fosse migliore.

SOLA in un mare di guaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora