20. ACCADEMIA E MOSTRO

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Alla fine mi innamorai di un'accademia delle Belle Arti che non faceva fare nemmeno il test d'ingresso a chi proveniva da licei artistici convenzionati, tra cui il mio. Il loro programma era ricco di cose nuove che mi incuriosivano, inoltre c'erano in palio borse di studio per gli studenti più meritevoli, e ciò significava dimezzare le spese da sostenere, perciò d'accordo con mia madre scelsi quella con l'obbiettivo preciso di ottenere la borsa di studio, e ci riuscii per tutti e tre gli anni. Mi diplomai con il massimo dei voti felice di aver dato il massimo anche stavolta.

Ma facendo un passo indietro e tornando all'estate della maturità, a livello familiare ci furono diverse situazioni spiacevoli.

Mio padre venduto il suo negozio in pieno Agosto lo aveva svuotato della merce rimanente che non aveva voluto liquidare, e aveva accatastato malamente tutto quanto dentro il garage di casa.

Questo lo scoprii solo una volta rientrata da due settimane di meritate ferie.

Quando dopo diverso tempo, tornai alla mia vecchia casa e lui mi mostrò il garage, io rimasi sconvolta e lo fui ancora di più quando vidi l'atteggiamento scocciato che aveva nei miei confronti. Era offeso con me perchè aveva dovuto fare il trasloco del negozio da solo. O così mi aveva fatto credere.

Lo aveva fatto semplicemente per farmi sentire in colpa, ma bastò una piccola ricerca sul profilo Facebook dell'amante per scoprire che in quelle due settimane lui non lo era stato affatto. Era venuta LEI a dargli "una mano". Ciò fu successivamente confermato da persone del quartiere che li avevano visti insieme.

L'idea che quella persona fosse entrata nella casa della mia famiglia dove ero nata e cresciuta, per quanto estremo possa sembrare, mi faceva letteralmente ribrezzo. E ciò, se possibile, generò in me un ulteriore distacco affettivo da quelle mura che erano appartenute per generazioni alla mia famiglia. Mi sentii come se qualcuno avesse invaso la mia privacy, il fatto che avesse visto la mia camera, o ciò che ne rimaneva, mi nauseò.

Anche in questo caso, alla prima occasione in cui mi resi disponibile ad aiutarlo, lui proseguì a fare la vittima.

Eravamo sulla soglia del magazzino.

"Ma che bordello c'è qui?" chiesi io sconvolta.

Gli oggetti erano ammassati in modo scomposto in pile di scatole in equilibrio precario, e molte di esse erano oggetti fragili, come vasi e altri oggetti decorativi per la casa. Perchè oltre a restaurare I mobili o crearli da zero e dipingere, mio padre vendeva oggetti di decorazione per la casa. Tappeti, vasi, luci, soprammobili, candele, ecc. Un ammasso di cose che dimostra quanto poco fosse imprenditore.

Li aveva gettati lì senza alcun riguardo.

"Eh, ho svuotato tutto il negozio da solo." si lamentò lui tornando a fare l'offeso.

"Ho dovuto farmi prestare la macchina a nonno per fare i viaggi, e inoltre ho dovuto prendere a noleggio un furgone per le cose grandi." disse con il broncio.

"Ma perchè non hai dato via a stock la merce per fallimento?" chiesi io scuotendo la testa.

Appena sentì nominare la parola fallimento mi fulminò con lo sguardo, segno che avevo toccato un tasto dolente. Nonostante fosse la verità non voleva ammettere di aver fallito, ma così era.

"No, perchè mi danno troppo poco." fu la sua risposta piccata in tono presuntuoso.

"Bravo, perchè adesso che valore pensi che abbia la roba ridotta in questo stato?" risposi io toccando una scatola di candele deformate nel trasloco.

Lui si innervosì. "Eh, per forza, ero da solo a fare i viaggi, caricare, e tutto quanto..." insistì per farmi sentire una merda. Gli dava fastidio che sua figlia non lo avesse aiutato, e perciò era colpa mia se la roba era in quello stato. Intanto dove sta scritto che dovessi sgobbare io per rimediare ai suoi danni? Inoltre dopo l'anno di merda che avevo appena passato, con esami annessi, avevo il diritto di riposarmi 2 settimane. Ed il suo problema era proprio questo. Che io mi fossi riposata alla casa al mare di cui non era più proprietario. Gli giravano le scatole che io avessi fatto le "ferie" mentre lui era stato a sgobbare. Come se lui le ferie non le avesse mai fatte per tutto l'anno, visto che ogni benedetto venerdì partiva per Venezia e rientrava a metà settimana solo per divertirsi con la sua amante.

SOLA in un mare di guaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora