14 Capitolo

18 5 1
                                    

Attendevo con ansia il giorno del mio diciottesimo compleanno. Ero convinto che, una volta maggiorenne, avrei potuto finalmente prendere in mano la mia vita in modo più serio.
La maggior parte degli adolescenti ha questo tipo di pensiero ed è convinta che crescere in fretta li renda più autonomi, ma non è sempre così.

Anche se si è maggiorenni, a quell'età c'è ancora bisogno di un punto di riferimento e di trovare la propria strada grazie ai consigli e alle linee guida di una persona adulta che ti sostiene.

Ho sempre pensato che appoggiarsi a qualcuno fosse sinonimo di debolezza e che, a volte, non fosse un vantaggio. Tuttavia, la necessità di farlo a quell'età si fa sentire spesso. Non sapevo se qualcuno in famiglia stesse organizzando una festa a sorpresa per il mio compleanno, ma avevo una strana sensazione che fosse così.

Provai a parlarne con Miky per capire se stessero organizzando qualcosa, ma era stato addestrato molto bene affinché non sapessi nulla.

<<Miky, secondo te organizzeranno qualcosa per la mia festa?>>
<<Non lo so, perché mi fai questa domanda?>>
<<Solo per curiosità.>>
<<Non credo, altrimenti te lo avrei detto.>>
<<Va bene, ho capito.>>

Non sapevo se dovessi organizzare qualcosa e coinvolgere i miei amici, quindi ho aspettato fino all'ultimo per capire cosa fare. Poi, parlando con Mary, mi disse:

<<Non organizzare nulla per il tuo compleanno perché sei già impegnato.>>
<<Ah davvero? Va bene allora.>>
<<Sì, non ti dico altro.>>
<<Va bene, Mary.>>

Mia sorella era sempre stata molto premurosa nei miei confronti, come aveva dimostrato più volte, e non esitò a organizzarmi una festa a sorpresa, coinvolgendo i miei amici e parte della famiglia.

L'unica certezza che avevo era che mia madre non sarebbe mai venuta. Da quello che so, e stando ai racconti di Mary successivamente, mia madre aveva contribuito inviando una piccola somma tramite bonifico sul conto di Mary per rendersi utile, ma senza garantire la sua presenza, che credo fosse la cosa più importante.

Fu davvero una bellissima festa, organizzata in una struttura sportiva con piscina all'esterno. Non mancava nulla perché Mary, insieme alle mie zie, aveva pensato a tutto. Ognuno di loro aveva contribuito per rendere quel giorno speciale, e così è stato. Era un giorno di festa, e per tutti noi contava solo divertirsi e nient'altro.

A fine giornata, Mary mi disse:
<<Ti sei divertito? Ti è piaciuta la festa?>>
<<Tantissimo, Mary, ed è grazie a tutti voi che tutto questo è stato possibile.>>
<<Lo meriti, fidati.>>

Mi sentivo davvero felice, anche se continuavo a guardarmi intorno, notando l'assenza di mia madre, la persona che mi aveva messo al mondo. Che strana sensazione di solitudine. Non capivo nemmeno perché continuavo a fare certi pensieri, in fondo, quella sera avevo tutto.

La location mi aveva anche regalato un ingresso gratuito per la piscina per il giorno successivo al compleanno. Fu davvero un bel gesto da parte loro, che apprezzai tantissimo.

Quello fu un momento in cui sentii di dover pensare seriamente al mio futuro e di credere in me stesso. Nel 2010 ho portato a termine gli studi, riuscendo a diplomarmi con tantissimi sacrifici, grazie soprattutto al supporto delle mie zie, sia morale che economico.
Dopo il diploma sapevo di avere un futuro davanti, dovevo solo capire quale strada intraprendere, dato che non volevo andare all'università.

Di fronte al mio futuro, però, non c'era solo il desiderio di andare avanti e realizzarmi; purtroppo, l'ombra di mia madre continuava a essere presente e costante, anche a chilometri di distanza. Sapevo perfettamente di dover fare i conti continuamente con le sue interferenze, senza riuscire a liberarmene.

Non è stata mia madreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora