14. Vasi grigi e braccialetti azzurri

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26/09/2024
Allora diarietto, posso tranquillizzarti dicendoti che non mi si è spezzato il cuore, e che ho un po' di cose da dirti.
Sono andata a scuola come sempre, con l'unica differenza rispetto alle altre giornate che le lezioni non sono state tutte noiose; alla terza ora infatti avevamo l'interrogazione di inglese sulle storie della Windsor.
Ovviamente la maggior parte della classe espose la storia di Yeri e Dexter, dicendo che era per ricordare Camille e non dimenticarci di lei.
Ma io non ho di certo bisogno di una ricerca per ricordarmi di Camille, chiunque qui fa già abbastanza per non farmela dimenticare...
Tornando a noi, cominciai ad esporre la mia ricerca: "Not your typical little mermaid".
Esposi con sicurezza fino a quando non arrivai a metà, e per sbaglio buttai lo sguardo fuori dalla porta: una figura vestita di nero mi stava osservando, non si vedeva il volto perché era coperto da una maschera sempre nera.
Ad un certo punto mi indicò con l'indice una cosa appesa al muro: l'orologio.
'Orologio... vuole dirmi che il tempo scorre o che sto perdendo tempo?'.
A quel pensiero se ne aggrappò un altro:
'Camille'.
Velocemente mi diressi verso la porta e uscii dalla classe.
Sentii il prof di inglese urlarmi dietro:
"Signorina Lukasiak, torni subito qui!".
Non lo ascoltai e continuai a correre dietro a quella figura nera, che aveva cominciato a correre a sua volta.
Quando la raggiunsi capii che mi stava portando in aula magna.
Fece uno scatto per andare verso il palco, ma quando ci arrivai anche io... non la vidi più.
"Cazzo. Avrei dovuto cominciare a seguirlo nel momento in cui l'avevo notato fuori dalla porta".
"Signorina Lukasiak, ma che cosa le è preso? Stava andando così bene... adesso sarò costretto a metterle un nove in inglese e una nota. Stia attenta alle sue azioni, potrebbero condizionare il suo voto in condotta".
Sinceramente avrei voluto dirgli che del voto in condotta me ne interessava tanto quanto mi interessa di Lexi o Royce, ma rimasi zitta visto che avrebbe anche potuto mettermi cinque e mezzo e una nota.
Detto ciò, non appena rientrai in classe tutti mi guardarono a bocca aperta, il che non mi avrebbe nemmeno dato tanto fastidio, se non fosse stato che continuarono per tutta la lezione, tanto che ad un certo punto mi stufai:
"Sono solo uscita dalla classe, non ho mica fatto un colpo di stato... rilassatevi".
Tutti mi guardarono ancora più straniti di prima.
'Che palle'.

Finite le lezioni mi misi la cartella in spalla, uscii dalla classe, ma non riuscii ad uscire dalla scuola perché qualcuno mi prese il polso e mi trascinò in una stanza lì vicino: la biblioteca.
Solo quando entrai mi accorsi che era stato Sawyer a portarmi lì.
"Buongiorno anche a te suppongo" gli dissi.
"Voglio parlarti, Lena".
Presi una sedia e mi sedetti, Sawyer fece lo stesso.
Mi guardò negli occhi, e ci mise un po' per trovare le parole giuste.
"Io sono il Giardiniere".
Il mio cuore perse un battito, ma feci finta di niente e gli intimai di continuare.
"Non è stata una cosa che ho potuto scegliere. Da piccolo vivevo in una casa con quattro uomini anziani, non avevamo un legame sanguigno probabilmente, non mi sono mai fatto questa domanda. Anche io a quell'età sognavo il Giardiniere, e anche io volevo vedere come faceva a sistemarmi le paure, ma ogni volta che provavo a vedere, il Giardiniere mi diceva che se avessi scoperto come faceva... non mi sarei più svegliato, per quello non volevo che tu mi guardassi mentre lavoravo. Uno di quei quattro anziani ogni sera si sedeva vicino ad un vaso grigio, e si addormentava lì. Quando gli chiedevo perché non dormisse nel suo letto, lui mi rispondeva che gli altri anziani russavano e non voleva dormire con loro. Quando avevo quattro anni, morì un anziano, poi un altro, ed un altro ancora. Quando a badarmi rimase solo un anziano, quello che dormiva vicino al vaso, sapeva che dopo poco avrebbe fatto la stessa fine degli altri tre, così mi disse le sue ultime parole: 《Devi promettermi che quando ti lascerò e vivrai qui da solo non guarderai mai dentro a quel vaso grigio 》, dopodiché morì. Ovviamente non mantenni la mia promessa, ma come potermi biasimare? Avevo quattro anni".
Fece una piccola pausa.
"Aprendo il vaso entrai accidentalmente nel mondo del Giardiniere... in quello che era diventato perciò il mio mondo. Scoprii tutte le tecniche del mio nuovo lavoro, e diventai a tutti gli effetti il Giardiniere perfetto".
Si morse il labbro.
"Mi dispiace di non avertelo detto prima, Lena. Mi dispiace di averti mentito, e mi dispiace di aver guardato dentro quel vaso, se non l'avessi fatto non sarebbe successo nulla...".
Mi alzai in piedi per sgranchire le gambe.
Quell'ultima frase mi lasciò con delle domande in testa, ma vedere Sawyer così abbattuto mi fece pensare che non era il momento giusto per fargliele.
"E mi dispiace per ieri sera, mi ha baciato Alessia, io non ero assolutamente d'accordo".
Gli sorrisi, e gli spettinai i capelli.
"Sta' tranquillo, ne sono sicura".
Sawyer a quel punto si alzò così velocemente che persi l'equilibrio e barcollai all'indietro, ma lui mi mise una mano sul fianco e poi premette le sue labbra sulle mie.
A quel punto persi quasi del tutto il mio baricentro e, se non fosse stato per la mano di Sawyer sul mio fianco, sarei sicuramente caduta all'indietro.
Non sapendo molto bene cosa dire, feci il broncio e mi lamentai:
"Che cavolo di bacio era? Non l'ho nemmeno sentito".
Sawyer mi guardò con un sopracciglio alzato, poi rise, mi mise una mano dietro la testa e mi baciò di nuovo, questa volta per bene.
"Soddisfatta?"
"Sì, ora sì".
A quel punto guardai l'ora: dovevo letteralmente correre.
"Scusa Sawyer, devo andare ad allenamento, e anche molto in fretta"
"Sta' tranquilla. A domani" mi rispose sorridendo.
Presi lo zaino, uscii dalla biblioteca e corsi sul serio in spogliatoio.
Per fortuna ci misi poco tempo a prepararmi.
Non appena salii sul palco, Judith mi accolse con parole che non mi aspettavo:
"Oggi non ripeterai più di quattro volte Infinity. Voglio che tu capisca il significato di questa gara".
Dopodiché si avvicinò a me, e mi mise al polso un braccialetto di metallo con dei piccoli fiocchetti azzurri, particolarmente scomodo.
"Lo toglierai solo se vincerai".
La fulminai.
"Ma è scomodissimo".
"Non lamentarti".
Fece una piccola pausa.
"Ho accettato che fossi tu a partecipare ai nazionali al posto di Camille per una ragione: solo tu sei alla sua altezza, e all'altezza delle sue coreografie. Purtroppo Lena, devo ammettere che sul podio dei nazionali non ci vedrei alcuna ballerina diversa da te. Mi hai dimostrato cosa significa avere talento, perciò fossi in te non mi preoccuperei tanto del fatto che il braccialetto è scomodo... non credo lo terrai per molto tempo. Se perderai, non potrai toglierlo, e sarà la prova che mi sono sbagliata su di te. Però, chissà perché, ho la sensazione che non mi deluderai".
Rimasi spiazzata da quelle parole, e decisi semplicemente di annuire, perché non sapevo cosa dire.
Dopodichè ballai Infinity esattamente quattro volte, e tutte e quattro Judith mi disse che ero andata benissimo, anche se la seconda volta sbagliai un passo.
Pensavo che quel maledetto braccialetto avrebbe intralciato i miei movimenti con le mani durante il balletto, invece ballare fu molto più facile del previsto, non lo sentii nemmeno.
Dopodiché tornai nello spogliatoio, mi cambiai, e ritornai a casa molto più felice di quanto mi sarei mai aspettata.

Sei felice diarietto? Io sì, fin troppo.
Non sono accadute tantissime cose, eppure a me sembra che questa giornata sia stata più piena che mai.
Domani ho i nazionali, spero vada tutto bene... mi sento carica, eppure sto tremando.
Speriamo sia solo l'adrenalina.
Augurami buona fortuna, io invece ti auguro una buona notte.
Oggi mi sento veramente di buon umore, perciò ti mando anche un abbraccio.
(Sì, ma non agitarti troppo, ti assicuro che non ti dirò una cosa del genere un'altra volta).
Detto ciò, dormi bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 17 ⏰

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