2. Circo di gatti

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11/9/2024

Non so se sia per il fatto che tu abbia pregato per me o per pura fortuna, diarietto, ma stamattina quando mi sono svegliata ho visto dalla finestra di camera mia che per misericordia divina non pioveva.
Ho acceso il telefono solo una volta arrivata alla fermata del bus, ed un messaggio da Irene ne illuminò lo schermo:
"Pronta per il primo giorno?".
Senza pensarci un secondo le risposi:
"No, e suppongo che anche tu non lo sia".
Ovviamente la sua risposta fulminea fu:
"Bingo".
Mi guardai attorno e cercai con lo sguardo Paige, che ovviamente stava correndo per raggiungere la fermata.
Paige è la mia vicina di casa, ha occhi verdi e azzurri, capelli castano scuro mossi, quasi ricci, e porta degli occhiali con montatura fine argento. Si è iscritta anche lei alla Windsor, ma lei allo scientifico. Mi ha detto che nella lista dei suoi compagni di classe per fortuna non c'è Royce.
Da piccole non ci stavamo molto simpatiche. Più che altro io volevo giocare con lei, ma lei non voleva giocare con me, così litigavamo quasi sempre, come penso facciano tutte le bambine piccole. Con il tempo però il nostro legame si è rafforzato, fino a quando non siamo diventate praticamente migliori amiche, anche se il termine forse più corretto sarebbe sorelle.
Ovviamente lei è sempre un po' in ritardo perché quando si prepara ci mette più cura rispetto a me. Comunque stamattina non le ho potuto dire nulla perché anche se era arrivata dopo non aveva perso il bus, quindi non avevo dovuto chiedere all'autista se, per cortesia, poteva aspettare un attimo.
Appena arrivata a scuola ebbi solamente un paio di minuti per salutare Paige e cercare Irene tra i corridoi. Non fu difficile trovarla, era vicino al suo nuovo armadietto. Parlammo un po', e poi ci separammo dato che stavano per cominciare le lezioni.
Entrai in palestra e mi sedetti di fianco ad una ragazza bionda che scoprii chiamarsi Alessia. Non c'erano molte facce nuove a parte lei, un gruppetto di sei ragazze e sette ragazzi.
Nei giorni prima dell'inizio della scuola non avevo voluto guardare chi sarebbero stati i miei compagni di classe, così, a mia sorpresa, scoprii di avere in classe una mia ex compagna della scuola materna: Cristina. Non è cambiata di una virgola da quando l'ho vista l'ultima volta: capelli lunghi neri, occhiali con la montatura oro ed occhi marrone chiaro. Quando la salutai mi rispose con un sorriso timido, e sistemandosi gli occhiali con l'indice in modo abbastanza impacciato, come si farebbe in un primo giorno di scuola per l'appunto.
Le ore scolastiche volarono, e all'ultima ora il professore di religione ci disse di fare la cartella venti minuti prima rispetto all'orario di uscita perché saremmo andati in giardino.
Mentre attraversavo il corridoio incontrai Paige che era andata in bagno, ma si era bloccata a guardare nell'aula di teatro: stavano allestendo le cose per lo spettacolo del giorno dopo. In particolare era pieno di rose, teschi finti molto luccicanti, scorpioni (alcuni veri e altri no) e serpenti. Tutte cose che probabilmente in teatro avranno un senso, ma da fuori danno solo un'impressione macabra.
"Che circo di gatti" disse Paige.
Le stavo per pestare il piede, ma purtroppo lo spostò.
Odio quando lo dice.
Probabilmente ti starai chiedendo cosa intendiamo con "Circo di gatti", e perché utilizzo tutte queste frasi strane, come per l'appunto questa, o "Ex storico".
Alla seconda domanda non sono sicura di saperti rispondere, ma alla prima riesco.
Prima che ti risponda però devi mettere il cinturino sul cuore e promettere che NON dirai mai nulla a nessuno di ciò che sto per dire.
Oh beh, non lo dirai per forza perché sennò ti brucio.
Praticamente io ho paura dei gatti.
Suona ridicola come paura, ma sono sicura che da qualche parte, nei meandri nascosti della mia testa, c'è un motivo più che sensato per il quale ho paura dei gatti. In particolare dei gatti con gli occhi gialli. Comunque, io ho paura dei gatti, e Paige dei circhi: ha paura dei clown, dei maghi inquietanti, e non le piacciono gli animali che vengono sfruttati in quei posti. Perciò, non si sa bene come e quando, forse due anni fa è venuto fuori questo termine: "Circo di gatti" che io e Paige traduciamo come: "Posto pauroso", ed usiamo nel quotidiano come se fosse una cosa più che normale.
Ora che sto rileggendo ció che ho scritto mi chiedo se sia preoccupante questa cosa.
Forse siamo solo pazze.
Ma d'altronde chi non lo è?
In ogni caso, una volta che Paige tornò in classe, io girai l'angolo per andare in giardino, ma purtroppo andai a sbattere contro qualcuno: Royce, che con la sua inconfondibile voce mi disse:
"Occhio Lukasiak, spero tu non mi sia venuta apposta".
Puoi immaginare la mia felicità.
"Quello può succedere solo nei tuoi sogni, mi dispiace per averteli infranti... o forse no".
Fece una smorfia, ed io me ne andai, perché in quel momento Royce era l'ultimo dei miei pensieri. Invece decisi di andare a parlare con Cristina dato che non la vedevo da un po'.
"Ehi! È da tanto tempo che non ci vediamo, come va?" le chiesi, mentre mi sedevo sul prato, pregando che non mi si sporcassero i jeans.
"Tutto bene dai, anche se..." disse lei, poi si bloccò.
"Anche se? Se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo senza farti troppi problemi, sul serio, stai tranquilla" le dissi mettendole una mano sulla spalla, cercando di rassicurarla senza essere invasiva.
Mi accorsi solo in quel momento che aveva veramente un buon profumo. Odorava di mango e qualcos'altro di dolce.
Lei mi rispose cercando di sorridere:
"No nulla, lascia stare... invece, continui a fare danza per caso?".
Mi sorprese un po' quella domanda. Ho smesso l'anno scorso, anche se all'inizio non doveva proprio andare così... .
"No, ho smesso l'anno scorso, te invece?".
A quelle parole Cristina si incupì, girò la testa e guardò da un'altra parte.
"Io continuo" disse con tono atono. Non sembrava arrabbiata, e nemmeno delusa.
Era semplicemente triste.
Ma era la tristezza più lacerante che avessi mai visto, e non per lei, ma per me. Se prima mi guardava con uno sguardo incerto, ora guardava il bellissimo prato della Windsor con occhi persi, poi si girò a guardarmi con gli stessi occhi di prima. Sembrava stesse cercando qualcosa nei miei, qualcosa che potesse alimentare la sua speranza che io non avessi realmente mollato danza, ma dato che non lo trovava, rigirò la testa cercando di perdersi di nuovo nel prato, senza però voler cercare i miei occhi anche se penso volesse farlo. Mi faceva sentire in colpa vederla così... .
Mi venne in mente che non solo d'aspetto non era cambiata di una virgola, ma anche di carattere. Alla materna io e lei eravamo le più fragili, quelle che avevano sempre paura ad esporsi e si aprivano solo con poche persone. Con il tempo io sono cresciuta, ho imparato a farmi rispettare e a godermi la vita senza farmi troppe paranoie, ma lei no. Lei non è mai cambiata, è sempre rimasta così.
"Se vuoi vengo a vederti a qualche lezione, così magari ti rallegro un po' " dissi, cercando di smorzare l'atmosfera cupa che si era creata. Come dissi quella frase però, Cristina si girò di scatto e mi disse:
"No, non serve. Stai tranquilla fa lo stesso, sul serio lascia stare".
Mi sembrò un po' strano il fatto che avesse rifiutato con così tanta foga, ma ci passai sopra e salutai Cristina non appena la campanella suonò.
Comunque ora che ci penso mi sembra una cosa ancora più strana di quanto avevo ipotizzato lo fosse all'inizio, perché non l'ha detto come se fosse imbarazzata, perché se fosse stato così mi sarebbe parso normale, invece l'ha detto con l'espressione più seria che io abbia mai visto.
C'è qualcosina che non mi quadra in questa faccenda, ma attualmente direi che lascio stare.
Preferisco aspettare ancora un po', magari era solo un po' nervosa ed ha risposto in quel modo, anche se non credo... comunque per ora me ne starò zitta zitta per i fatti miei, se succederà qualcosa di strano agirò di conseguenza.

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