Silvia's POV
Mi duole la testa, necessito di fare una passeggiata da sola. La ramanzina dei miei genitori la mattina non ha aiutato. Mamma ha aperto la porta stamane trovando dentro Adam con me. Imbarazzata ci ha svegliati pregando il ragazzo di andarsene. Lui lo ha fatto, mortificato ma mai quanto me. Rossa in viso sono scesa per fare colazione biascicando insonnolita delle scuse per i miei.
<<Non abbiamo fatto niente di male, solo dormito>>
Mia mamma mi scruta a labbra serrate. Papà sospira.
<<Tesoro, sei molto giovane e ti crediamo. Tuttavia non ci hai chiesto il permesso. Il ragazzo si è intrufolato di notte>>
Tesa mi sono torturata le mani e ho alzato gli occhi da cucciola smarrita.
<<Mamma, papà scusate. E' notti che dormo male dopo ciò che è successo alla festa . lo so bene, non è una scusante ma necessitavo di non dormire sola>>
<<Potevi dirlo a noi però>>
<<Dai Cristina>>-la placa mio padre-<<Non hanno fatto nulla, erano vestiti. Ok ci ha mentito ma per...paura forse?>>
Annuisco.
<<Paura di cosa? Siamo i suoi genitori ed è da noi che deve venire se si sente impaurita o sola o altro>>
<<Mamma, a sedici anni se permetti non dormo abbarbicata a te sul divano>>
<<Ok come dici tu ma non è solo questo>>
Mio padre tenta ancora di placare mamma invano. Papà è sempre stato quello buono e ragionevole.
<<Cosa? Cosa c'è adesso?>>
<<La novella storia con Adam Rivera è ovvio che ti distrae dallo studio. Non è così forse? I tuoi voti sono calati. Noi paghiamo tanto per te>>
<<Lo so scusami anche per questo, io...non è per lui>>
<<E per cosa?>>
<<Mamma>>-alzo appena il tono, io che di solito sono così remissiva-<<Alla festa ho visto sangue. Tanto sangue. E' ovvio che mi sento distratta. Adam non centra, lui mi aiuta a superare tutto a dire la verità>>
<<Ok sarà così ma ti voglio a casa entro le otto ogni giorno, e sono anche troppo permissiva. I pomeriggi li passerai a studiare, come facevi prima e il tuo ragazzo lo vedrai a scuola, intese?>>
<<Tutto chiaro, non posso vivere come una normale adolescente forse perchè viviamo in una città stregata>>
<<Questa è buona. Mi hai capita signorina?>>
<<Sì!>>-grido mentre afferro il mio zaino verde sbiadito e corro alla porta per andare a scuola. Ma è presto e una bella passeggiata mi farà bene. Sospiro mentre cammino velocemente e mi lego i capelli in una coda alta. A volte i genitori non capiscono nulla ma come dar loro torto? Sono assente in questi giorni è vero ma non per quello che credono loro. Penso ad Adam, sono innamorata di lui ma Felix invade ogni mio pensiero e ogni cosa in me si fa tetra. Perchè questa vecchia storia non mi lascia in pace? Vedo lui ovunque io vada. Non so perchè ho deciso di addentrarmi nel bosco, forse voglio starmene in pace o farmi impazzire di paura da sola. Ho sempre amato fare la scout nel bosco ma ora proprio no allora che ci faccio qui? Cammino tenendo d'occhio l'orario e prendo la scorciatoia che mi porterà a scuola. Per un pò sento solo i miei passi sincronizzati con il mio respiro. C'era qualcuno in camera mia iri notte: e se Felix giungesse ai miei genitori e facesse loro del male? Non posso parlarne con loro, mamma è molto pragmatica, non mi crederebbe almeno penso. Mi porterebbe da uno strizzacervelli che penserebbe io abbia lo stress post-traumatico. Questa cosa che solo Vicky sa mi fa impazzire: io voglio parlarne con qualcuno, non ce la faccio a tenermi tutto dentro, sento che impazzirò. Inoltre Vicky non mi ha più detto niente su come possiamo sconfiggere Felix. Mi blocco sui miei passi perchè sento altri passi cadenzati. Sono ritmici, eleganti. Mi si rizzano i peli sulla nuca e mi do della scema: dovevo fare la strada provinciale. Non oso muovermi. Quando sbuca una faccia mi volto all'improvviso e urlo. E' solo Mina.

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Amico immaginario
HorrorAttenzione: storia horror, consigliabile a un pubblico +14. Silvia è costretta a trasferirsi in America con i genitori a 14 anni, in seguito al fallimento dell'azienda agricola di famiglia. Silvia odia essere un peso per qualcuno, così non protesta...