Quattro

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Aria's diary

Oggi ho avuto un altro attacco di panico, il numero 50.

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Il lunedì è l' incubo di un po' tutti, con lui inizia una nuova settimana di dolori, sacrifici e rotture di palle.

Lancio la sveglia, che non smette di suonare neanche quando la spengo, contro il muro. Oggi più che mai la mia pazienza è nulla.

Mi sono svegliata con la luna storta, e quando succede, niente può migliorare il mio umore.

Ok, forse un milione di euro si.

Mi butto giù dal letto e trascino i piedi fino al bagno.

Mi siedo sul cesso e inizio a svuotare la mia vescica.

Il mio cane entra in bagno, si siede a guardarmi e abbaia senza una ragione apparente.

Neanche mentre piscio posso stare in santa pace.

Quando scendo in cucina per fare la colazione noto che anche il resto della famiglia è di cattivo umore.

Mi siedo al mio solito posto e inizio a spalmare la Nutella su una fetta di pane.

Mentre lo mangio mi sento osservata da mio fratello, che mi è di fronte, ma lo ignoro.

Lui si schiarisce la gola.

Alzo gli occhi al cielo e sposto il mio sguardo su di lui.

«Cosa c'è?»

«Dove sei stata ieri sera?»

Per poco non mi strozzo.
Merda, mi ha vista uscire?

«Nel mio bel lettuccio a leggere, perché?»mento cercando di sembrare sicura di me.

Lui ghigna.
«Perché quando sono venuto a darti la buonanotte, non eri in camera»

E ora?

Mio padre alza di scatto la testa dal giornale e d'improvviso sembra interessato alla conversazione.

«Ah si?» chiede curioso di sapere la verità.

«Devi dirci qualcosa, Aria?»mi chiede mio fratello.

Mi schiarisco la voce.
«Ero in bagno»mento, un'altra volta.

Loro mi guardano con circospezione, poi si lanciano delle occhiate tra di loro.

«Va bene»mi risponde mio fratello schioccando la lingua.

Poi continua a mangiare ignorandomi.

Merda, sono sicura che mi abbia vista.

Faccio finta di nulla e divoro la fetta di pane e Nutella.

Quando finiamo la colazione, sia io che mio fratello corriamo a prepararci e, una volta pronti, nostro padre ci accompagna a scuola.

Solita routine, stessa voglia di impiccarsi.

***

Il professore di letteratura è in ritardo, come al solito, e mentre tutti gli altri chiacchierano tra loro io mi perdo nei miei pensieri.

Perché tutti mi evitano come la peste?

Perché sono oggetto di scherno da quando ne ho memoria?

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