Alì la osserva, un predatore che ammira la sua preda prima di sferrare l'attacco finale. Elena, con il suo abito nero che le fascia le curve, è un'opera d'arte vivente, esposta nel suo palazzo, una gabbia dorata che lei crede sia una trappola. Ma non si rende ancora conto di quanto profondamente si sia già infilata nei suoi meandri.
I suoi occhi, verdi e penetranti, si muovono nervosamente sulla tavola imbandita, sfiorando di tanto in tanto il piccolo oggetto sotto il vestito. La sua ricetrasmittente, la sua unica ancora di salvezza, è morta. Lo capisce dal silenzio sordo dell'invisibile auricolare. Il panico inizia a serpeggiare nei suoi lineamenti, un'ombra che offusca la sua bellezza.
Alì sorride, un sorriso sottile e crudele. La sua reazione è esattamente quella che ha previsto. La paura è l'arma più potente a sua disposizione, il catalizzatore che accelererà la sua discesa.
"Sembra che ci sia qualcosa che ti preoccupa, Elena," dice, la voce vellutata che nasconde un'acciaio affilato. "Vuoi parlarne?"
La domanda è un invito, un'apertura. Ma è anche una sfida, un modo per testare la sua determinazione. Alì si diverte a giocare con le sue emozioni, a farla danzare al ritmo del suo piacere.
Elena stringe le labbra, cercando di mantenere la calma. Ma il suo sguardo, pieno di apprensione, la tradisce. È intrappolata, e lo sa. E Alì, con un brivido di eccitazione, non vede l'ora di stringere la morsa.
"Non preoccuparti," continua lui, versando un altro calice di vino, "questa è la mia casa. Qui puoi sentirti al sicuro." Le parole sono un'ironia amara che solo lui può apprezzare.
Elena guarda il calice, indecisa. Sa che non può fidarsi di lui, ma ha bisogno di tempo per pensare, per capire come uscirne. "Grazie," risponde, la voce appena udibile.
"Dimmi, cosa ti ha portato qui, Elena? Sembri una donna così indipendente, cosa ci fai in un posto come questo?"
Elena, pur sapendo che Alì conosce la sua vera identità, decide di bluffare. "Sono una... una restauratrice," risponde, cercando di sembrare convincente. "Sto valutando alcuni pezzi antichi per un collezionista."
Alì sorride, un sorriso che non raggiunge gli occhi. "Un restauratrice, eh? Interessante. E quale tipo di pezzi antichi ti interessano?"
"Dipinti, sculture... oggetti preziosi," risponde Elena, cercando di guadagnare tempo.
"Ah, sì? E cosa ti ha portata a interessarti proprio a questo?"
Elena si rende conto che sta barcollando. "Ho sempre avuto una passione per l'arte," risponde, sperando che la sua risposta sia sufficiente.
Alì si avvicina a lei, l'espressione del volto imperscrutabile. "Eppure, mi sembra di aver sentito dire che le restauratrici di solito non si ritrovano in posti come questo, circondate da uomini d'affari come me."
Fa una pausa, lasciando che la tensione si accumuli. "Un restauratrice che parla fluentemente cinque lingue, che conosce le tecniche di combattimento avanzate e che ha una conoscenza approfondita delle operazioni sotto copertura. È un profilo piuttosto insolito, non trovi?"
Elena sente il sangue ritirarsi dal volto. È scoperta. Ma cerca di mantenere la calma. "E allora? Non è insolito che una persona abbia più interessi?"
Alì sorride, un sorriso che non lascia spazio a dubbi. "Certo, certo. Ma tu, Elena, sei un'agente speciale, e io lo so da tempo. Non cercare di ingannarmi."
Elena si rende conto che non ha più nulla da nascondere. "Va bene, hai ragione. Ma cosa vuoi da me, Alì? Perché mi hai portata qui?"
Alì si alza in piedi e si avvicina a lei. "Vuoi la verità? Sono stufo di tutti questi giochi. Voglio farti vedere qualcosa."
La prende per mano e la conduce attraverso una serie di stanze, fino ad arrivare a una porta massiccia. "Qui," dice, spingendo la porta.
Elena si ritrova in una grande stanza, arredata con gusto e completamente vuota. Non c'è traccia di prigioni o di torture. "Vedi?" dice Alì, con un tono quasi amichevole. "Nessuna cella, nessuna catena. Solo un uomo d'affari che ama l'arte e la bellezza."
Alì si gira verso di lei. "So che sei qui per indagare su di me. Ma ti assicuro che non ho nulla da nascondere. Anzi, forse potremmo collaborare."
Con questa mossa, Alì cerca di disarmare Elena, di farle abbassare la guardia. Ma Elena sa che non può fidarsi di lui.
Alì la guida attraverso una serie di corridoi intricati, ciascuno più sontuoso del precedente. Le pareti sono adornate da opere d'arte di inestimabile valore, i pavimenti sono ricoperti da tappeti orientali e l'aria è satura di un profumo intenso di incenso. Elena, pur ammirando la bellezza del luogo, non riesce a togliersi dalla mente il motivo per cui si trova qui.
Finalmente, si ferma davanti a una porta massiccia, intarsiata con madreperla. Con un gesto elegante, l'apre, rivelando un salotto di una raffinatezza sbalorditiva. Divani in velluto, un camino scoppiettante, una libreria ricolma di volumi antichi: tutto contribuisce a creare un'atmosfera calda e accogliente.
"Accomodati, Elena," dice Alì, indicandole un divanetto.
Elena si siede, cercando di nascondere la sua sorpresa. Ma mentre affonda nei morbidi cuscini, sente qualcosa di strano sotto i piedi. Il pavimento vibra leggermente, poi inizia a muoversi.
"Cosa sta succedendo?" chiede Elena, allarmata.
Alì sorride, un'espressione enigmatica sul volto. "Stai tranquilla," la rassicura. "Ti sto portando in un posto molto speciale."
Prima che Elena possa reagire, il pavimento sobbalza di nuovo, più violentemente questa volta. La stanza inizia a inclinarsi, e Elena sente lo stomaco rivoltarglisi.
In un attimo, Alì è accanto a lei. Con un movimento rapido, la avvolge con un braccio, stringendola a sé. "Stai attenta," le sussurra all'orecchio, la voce rauca e profonda.
Elena si aggrappa a lui, il cuore che le batte in gola. Il salotto si trasforma in un ascensore, che li porta in profondità sotto terra.

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Dark Baghdad
ChickLitUna spy story erotica, in cui seduzione, mistero e passione si fondono in un mix esplosivo! Contiene scene esplicite e violente. Non adatto ai minori.