Dark Baghdad

Episodio 12

Elena, con il bikini rosso scarlatto che le aderisce al corpo, si immerge nella piscina con un tuffo deciso. L'acqua fresca la avvolge, attenuando la tensione che la avvolge. Si dirige verso la grata che ha scoperto, la sua mente concentrata sul compito che la attende.

Con un respiro profondo, si immerge e si avvicina alla grata. La afferra con entrambe le mani e inizia a tirarla con forza. La grata è tenace, il deposito della ruggine aumenta l'attrito, ma lei non si arrende. Dopo qualche secondo di sforzo, la grata cede e si apre, rivelando un tunnel subacqueo totalmente buio.

Riemerge per qualche secondo per riprendere fiato, inspirando profondamente per ossigenare i polmoni. Non sa per quanto sia necessario stare in apnea, ma è ben allenata.

Elena esita per un momento, il cuore che le batte all'impazzata. Non sa cosa troverà dietro quella grata, ma sa che deve scoprirlo. Con un altro respiro profondo, si immerge nel tunnel.

L'acqua è fredda e viscosa, e l'oscurità è totale. Elena nuota a bracciate lente, cercando di spostare la densa massa d'acqua. Dopo qualche minuto, vede una luce alla fine del tunnel. Si avvicina, e quando emerge dall'acqua, si trova in una stanza quantomai misteriosa. Riprende fiato vigorosamente.

Elena emerge dall'acqua scura del tunnel, i capelli  incollati al viso e il cuore che le batte all'impazzata per la meraviglia e per la fatica. Si trova in un ambiente completamente diverso da quello che si aspettava. Le pareti sono di un bianco accecante, lisce come il vetro, e il soffitto è alto e privo di qualsiasi elemento decorativo. Ma la cosa che più la sorprende sono gli enormi schermi che coprono quasi interamente le pareti. Sugli schermi, immagini in movimento mostrano due piccoli sottomarini, dalla forma aerodinamica e futuristica. Sono a metà tra un mezzo turistico e militare con linee fluide e luci che pulsano ritmicamente. Non sa dove le due imbarcazioni siano attraccate.

Si avvicina a uno degli schermi e lo tocca con la punta delle dita. 

Il vetro è freddo e liscio. L'immagine sullo schermo si ingrandisce, rivelando dettagli incredibili dei sottomarini: circuiti intricati, tubi trasparenti che pulsano di un liquido blu, e strani simboli che non riesce a decifrare. È un mondo a parte, un mondo che sembra uscito da un film di fantascienza.

Un brivido le corre lungo la schiena. Dove si trova? Cosa sta succedendo? E soprattutto, perché Alì ha fatto costruire questo luogo? Sentirsi così piccola e insignificante in questo ambiente tecnologicamente avanzato la spaventa, ma allo stesso tempo la affascina. È come se fosse entrata in un altro mondo, un mondo dove le leggi della natura sembrano non valere. Sente di essere ad un punto di svolta per la sua indagine.

Mentre osserva i sottomarini sugli schermi, si chiede quale sia il loro scopo. Sono armi? Mezzi di trasporto? O forse qualcosa di completamente diverso? Mille domande le affollano la mente, ma non trova nessuna risposta.

D'improvviso il frastuono di una sirena taglia l'aria.

L'allarme risuona stridente, e le porte del laboratorio si spalancano all'improvviso. Elena si volta di scatto mentre una schiera di uomini, evidentemente guardiani di Alì, fa irruzione nella stanza, puntando dritti verso di lei. Il loro sguardo è implacabile, il loro intento evidente: fermarla e riconsegnarla nelle mani del padrone.

Uno dei guardiani si avvicina con un ghigno sicuro, e con voce bassa le sussurra, "Signorina, sembra che la sua piccola incursione sia finita qui."

Elena lo osserva con calma gelida, senza battere ciglio. 

"Non cantare vittoria troppo presto," risponde, il suo tono affilato come una lama.

In un istante, l'uomo si lancia su di lei, ma Elena si sposta con una rapidità sorprendente, lasciando che il suo corpo si muova con una fluidità letale. Scivola fuori dalla sua presa e, con una torsione improvvisa, lo colpisce al volto con un calcio ben assestato. Il colpo lo manda all'indietro, facendolo cadere a terra pesantemente.