Episodio 10

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L'abito da sera di Elena è costoso, un abito nero attillato che aderisce alle sue curve. Gli occhi di Alì brillano di desiderio mentre le si avvicina, le sue dita che scorrono sul tessuto setoso. L'uomo raggiunge la cerniera sul retro del suo vestito e lentamente, in modo provocatorio, la apre. Il vestito cade via, rivelando la lingerie nera di pizzo di Elena e la pelle morbida.
Lui le ghermisce le natiche e lei cerca di respingerlo con un gemito. La rabbia alimenta la sua forza, ma lui è... semplicemente troppo forte, troppo potente.

La afferra per un polso e con uno strattone misurato la spinge sul letto. Prima che lei possa fare qualcosa si getta su di lei.
Le afferra i polsi, la presa è salda ma non dolorosa.  Glieli blocca sopra la testa. Lei lotta, il suo corpo si contorce contro il suo, ma è inutile. Lui è troppo forte. Troppo abile. Ogni nozione di difesa personale acquisita negli anni sembra scomparire, annacquata nella sensualità di quel maschio.

Alì si sporge in avanti, il suo respiro caldo contro il suo orecchio. "Non andrai da nessuna parte, Elena," mormora. "Non finché non avrò finito con te."

Sente l'altra mano di lui scivolare lungo il suo corpo, le sue dita sfiorano la curva dei suoi fianchi, la curva della sua vita, il rigonfiamento del suo seno.  Elena rabbrividisce, il corpo la tradisce anche se la sua mente urla e protesta. Non lo vuole, non vuole provare questa intensa attrazione verso di lui. Troppo tardi. 

Il suo corpo sta già rispondendo, i suoi capezzoli si induriscono, il suo sesso si contrae per il bisogno.

Lui le slaccia l'abito da sera, le sue dita le sfiorano la pelle, facendola sussultare. Indossa un reggiseno e delle mutandine di pizzo nero, il tessuto è delicato, lasciando ben poco all'immaginazione. Lui le afferra i glutei, la sua presa ferma e possessiva, facendola contorcere.
Lei scalcia debolmente, il suo cuore le martella nel petto mentre cerca di respingerlo. 

Si sente perfino ridicola di fronte alla determinazione dell'uomo. Alì con facilità la volta a pancia sotto, contro il materasso. Il viso della giovane donna premuto contro le lenzuola fresche. Il fondoschiena atletico, nudo, totalmente in pasto al predatore.

Lei sbatte i pugni sul letto furiosamente, una lacrima di frustrazione cola lungo la guancia destra. È completamente sopraffatta, totalmente alla sua mercé. E lo odia, odia quella sensazione di vulnerabilità, di impotenza. Allo stesso tempo riconosce una parte di lei che se ne crogiola, che lo desidera ardentemente.
"Noooo!" urla di rabbia mentre lui le strappa gli slip.

Sente la lingua di Alì guizzare tra le natiche, facendole gettare la testa all'indietro. Emette un gemito basso, il suo corpo trema di desiderio. Cerca di resistere, cerca di aggrapparsi al suo orgoglio, ma è inutile. È completamente domata, totalmente scioccata e sconfitta.

Lui continua a esplorare il suo corpo, le sue dita e la sua lingua lasciano una scia di fuoco al loro passaggio. Lei si lascia andare, la sua mente è vuota, il corpo è molle. Non sta più lottando, non sta più resistendo. È completamente arresa, totalmente sua.

Alì gira nuovamente Elena sulla schiena, divaricandole le gambe. Le immerge la testa tra le cosce, la lingua che le guizza fuori per assaggiare il sesso pulsante. Elena getta la testa all'indietro, gemendo di piacere. Non aveva mai provato niente del genere prima.

Alì continua a leccare e succhiare, le sue dita esplorano le pieghe bagnate della sua intimità. Elena sente che si sta avvicinando sempre di più al limite. Non ha mai desiderato niente di più che venire in questo momento, darsi completamente ad Alì.

Proprio quando sta per raggiungere il limite Alì si allontana, crudele. Elena lo guarda, confusa e frustrata.

Alì sorride, "Non ancora, mia cara. Voglio assaporare ogni momento di tutto questo."

Elena lascia uscire dalle un gemito frustrato, ma non può negare il brivido di quell'inseguimento. Non è mai stata così eccitata prima, così disperatamente desiderosa di liberazione.

Alì continua a  stuzzicarla, portandola sull'orlo dell'orgasmo, ancora e ancora. È persa in una foschia di piacere, completamente alla sua mercé.

Alì la tira a sé, sussurrandole all'orecchio, "Ora mi appartieni, Elena. E mi prenderò sempre cura di ciò che è mio.". Alì le mostra il grosso membro circonciso. Grosso, il glande violaceo e arrogante che si mostra a lei goloso e minaccioso. Si conficca in lei lentamente.

Elena lascia uscire un sospiro di soddisfazione, completamente nuda e tremante tra le sue braccia. È stata domata completamente, compiutamente. E non si è mai sentita così viva.

L'arrogante maschio scivola in lei lentamente, i suoi movimenti sono precisi e misurati, che rivelano un'esperienza da amante inestinguibile. Lei sussulta, il suo corpo si allunga per accoglierlo. Ora fa male. Ma è un dolore buono, del tipo che la fa sentire viva, desiderata.

Lui inizia a muoversi, le sue spinte si fanno forti e profonde. Ognuna la fa gridare di piacere. Lei affonda le unghie nelle lenzuola, il corpo squassato ad ogni affondo. Lei sente che si sta avvicinando sempre di più al piacere, il suo orgasmo cresce dentro di lei.

Alla fine, Alì le permette di venire. Elena lascia uscire un urlo di piacere, il suo corpo trema per la forza del suo orgasmo. Non ha mai provato niente del genere prima, così completamente sopraffatta dal piacere.

Getta la testa all'indietro, il suo corpo trema mentre si separa. Lui la segue subito dopo, fa appena in tempo ad estrarre il membro enorme e massaggiandolo le indirizza addosso i fiotti caldi del suo piacere. Crolla sul letto accanto a lei. I loro corpi umidi di sudore.

La confusione di Elena è totalmente inedita, la sua disfatta è totale ma... ripeterebbe l'esperienza mille e una volta.


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