Elena si osserva allo specchio, scrutando il riflesso della donna che è riuscita a plasmare per questa sera. Sa che sta per varcare una soglia rischiosa, ma la sfida velata di quell'invito era troppo intrigante per ignorarla. La sua immagine restituisce una versione di sé quasi irriconoscibile: elegante e sensuale, con un tocco di vulnerabilità calcolata.
Il vestito che ha scelto sembra abbracciarla come una seconda pelle. È di un nero profondo, che si perde nell'ombra, tagliato con un'audacia misurata. Il tessuto, una seta morbida e liscia, scivola lungo le sue curve con naturalezza, sfiorando la pelle come un sussurro mentre lei si muove. La scollatura è profonda, appena sufficiente a lasciare intravedere l'ombra del décolleté, insinuando senza rivelare, come un segreto che richiede attenzione. La schiena è lasciata quasi completamente scoperta, una linea morbida e seducente che termina appena sopra i fianchi, sottolineando la figura con elegante provocazione.
La gonna si allunga fino a sfiorare il pavimento, ma un sottile spacco laterale si apre audacemente lungo la coscia, permettendo un rapido scorcio di pelle ogni volta che lei fa un passo. Ogni movimento lascia trapelare una sensualità consapevole, sfiorando l'invito senza mai esplicitarlo. Ai piedi, indossa un paio di sandali neri, con un tacco sottile e raffinato che la slancia, facendola sentire più alta e decisa.
Si passa una mano tra i capelli, lasciandoli cadere sciolti e fluenti sulle spalle, un tocco di morbidezza a contrasto con l'oscurità del vestito. Il trucco, marcato quanto basta, accentua lo sguardo con ombre scure e profonde, mentre un rossetto rosso intenso, come un'accusa o una promessa, illumina le labbra.
Quando la limousine arriva, Elena esita un momento. Osserva l'auto, il luccichio elegante della carrozzeria, il riflesso delle luci della città che si confonde con la notte, e sente il battito accelerarsi, anche se il volto rimane impassibile. Sa che questa cena non sarà solo un incontro formale; Alì l'ha resa parte di un gioco che forse solo lui conosce. Eppure, è determinata a reggere quella sfida.
Si lascia scivolare sul sedile posteriore della limousine, appoggiando le dita sottili sul calice di cristallo pronto per lei. Sorseggia il vino, una nota complessa e raffinata che sembra assaporare lentamente, preparandosi mentalmente per l'incontro. Il suo cuore batte veloce, ma non si permette di cedere a nessun dubbio: è qui per la missione, e Alì Ibn Rashid sarà la sua chiave per risolverla, nient'altro.
Quando arriva al palazzo, Elena scende dalla limousine con sicurezza, consapevole di ogni sguardo, ogni ombra che l'osserva. Attraversa i lunghi corridoi come una regina, sentendo l'eleganza del vestito muoversi con lei, il lieve fruscio della seta che sembra quasi amplificare il silenzio. Entra nella sala e, per un istante, il suo sguardo incontra quello di Alì: lui è lì, perfettamente composto, gli occhi scuri che la divorano con una calma glaciale.
Sa che sta giocando una partita pericolosa, e per la prima volta non è sicura di chi sia il cacciatore e chi la preda.
Elena posa una mano sul fianco, controllando che la piccola ricetrasmittente sia ben nascosta sotto il tessuto del suo abito. È un oggetto discreto, grande quanto un bottone, programmato per trasmettere a intervalli regolari la sua posizione alla squadra d'appoggio. Un piccolo conforto in mezzo alla tensione crescente che sente, mentre la limousine la conduce verso la villa di Alì. Non ha lasciato nulla al caso: la micro-ricetrasmittente le permette di mantenere una certa tranquillità, consapevole che, qualunque cosa accada, qualcuno la monitorerà a distanza.
Quando l'auto rallenta, Elena osserva l'imponente ingresso della villa che si staglia contro il cielo scuro. La struttura è un insieme di linee geometriche moderne e dettagli squisitamente orientali, come i mosaici intricati che decorano le mura esterne e i lampadari a forma di lanterne arabescate. C'è qualcosa di mistico e seducente in quell'ambiente, ma anche un'ombra inquietante. La villa sembra quasi pulsare, viva, immersa in un silenzio irreale, rotto solo dal fruscio delle palme mosse dal vento.
Elena scende dalla limousine e viene immediatamente colpita dall'intensità dell'aria che la circonda. Non è solo il calore della notte, è come se quel luogo emanasse una forza palpabile. Cammina lungo il viale illuminato, affiancata da statue scolpite che raffigurano antichi sovrani e guerrieri, i loro volti scolpiti in un'espressione fiera e immortale.
Alì la attende all'ingresso della sala principale, e appena la vede avvicinarsi, un sorriso appena accennato appare sul suo volto. L'eleganza del completo nero che indossa esalta la sua figura slanciata e possente; la giacca avvolge le spalle larghe con precisione sartoriale, mentre la camicia aperta al collo lascia intravedere una pelle scura e muscolosa. I suoi occhi neri la osservano con intensità, senza mai distogliere lo sguardo, come se stessero leggendo ogni pensiero che Elena cerca di tenere nascosto.
"Benvenuta Elena, ancora più bella di quanto osassi immaginare" le dice, la voce bassa e morbida che le scivola addosso come velluto.
Elena risponde con un cenno formale, cercando di mantenere il controllo. Mentre lui le tende la mano per condurla all'interno, lei nota una sottile sensazione di elettricità scorrere tra loro, come un filo invisibile che li lega.
La sala è un mix di tradizione e avanguardia, con archi arabescati che incorniciano pareti lucenti di monitor e sistemi di controllo all'avanguardia. Le luci soffuse e gli arredi lussuosi danno all'ambiente un'aura quasi ipnotica, mentre piccoli dettagli tecnologici appaiono qua e là, come scanner nascosti e schermi olografici celati tra le tende di seta.
Inizia a camminare accanto a lui, mentre lui le descrive il luogo con un'aria apparentemente casuale. Ma Elena nota il sottotesto in ogni parola, la consapevolezza che le sta concedendo una visione selettiva di ciò che vuole farle vedere. Quando accenna a un'antica dinastia che ha regnato nella regione, le sue parole suonano come una dichiarazione di potere.
Con discrezione, Elena sfiora il fianco, cercando di attivare la ricetrasmittente. Ma quando guarda di sfuggita lo schermo di controllo della sua microtrasmittente, il segnale è sparito. La trasmittente non risponde, schermata da un sistema invisibile che la isola completamente. Si trova in una gabbia dorata, e le persone che dovrebbero essere al suo fianco sono state improvvisamente tagliate fuori.
Un brivido di inquietudine le scorre lungo la schiena mentre si rende conto che Alì deve essere perfettamente a conoscenza della sua vulnerabilità. Anche il suo sorriso è cambiato, ha assunto un'ombra di compiacimento e di controllo. Sa che è sola.

STAI LEGGENDO
Dark Baghdad
ChickLitUna spy story erotica, in cui seduzione, mistero e passione si fondono in un mix esplosivo! Contiene scene esplicite e violente. Non adatto ai minori.