Episodio 13

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Alì sente il potere scorrere in ogni fibra del proprio corpo mentre la tiene stretta, il suo braccio avvolto intorno a Elena, impedendole ogni movimento di fuga. Avverte la tensione che attraversa il corpo di lei, il calore del suo respiro rapido, e il contrasto tra il suo tentativo di allontanarsi e la sua forza che la trattiene. Il contatto con la sua pelle, ancora umida e liscia, è un piacere intenso, quasi palpabile. Ogni scossa dei suoi muscoli sotto le dita di lui gli conferma l'energia di lei, la sua resistenza, ed è come se si stesse nutrendo di quella stessa lotta, in un gioco che gli dà un senso di appagamento e dominio.

Mentre il destriero avanza con il ritmo regolare e deciso, Alì sente ogni piccola vibrazione del corpo di Elena premuto contro il proprio. La linea della sua schiena, la curva della sua vita che si adatta perfettamente alla sua presa, sembrano fatte per lui. Il sottile tessuto del bikini lascia poco spazio all'immaginazione, e Alì ne avverte ogni dettaglio, come se fosse parte di lui. Percepisce l'adrenalina che ancora scorre in lei, rendendola consapevole e tesa. È questa energia selvaggia e ribelle che lo attrae, una forza che non vuole essere domata, e proprio per questo diventa ancora più affascinante.

Mentre la tiene immobile, i suoi occhi guizzano per cogliere ogni sua reazione. Sente il tremito lieve che percorre Elena, un contrasto di resistenza e vulnerabilità che gli strappa un sorriso soddisfatto. Si abbassa verso di lei, il suo respiro calmo e controllato in netto contrasto con quello di Elena, che invece cerca di nascondere l'agitazione. In quel momento, per lui, il tempo sembra rallentare: non esiste nulla al di fuori del loro contatto, della sua supremazia su di lei e di quella scintilla di sfida che Elena non può nascondere.

Con uno sguardo che tradisce il piacere di averla nelle proprie mani, Alì mormora tra sé, sentendo che ogni istante di quell'inseguimento, ogni mossa che l'ha condotta lì, è stato perfettamente orchestrato. Tiene le redini con una mano, mentre l'altra rimane ferma sulla sua vita, una presa solida che conferma il suo completo controllo.

Il destriero di Alì continua a galoppare, percorrendo il lungo viale alberato che porta al castello, il suo respiro sincronizzato con quello del cavallo mentre il corpo di Elena rimane saldo contro il suo. Ogni movimento di lei nel tentativo di trovare una posizione comoda è inutile: Alì le mantiene le braccia strette lungo i fianchi, impedendole di ribellarsi. Il suono degli zoccoli del cavallo rimbomba sul terreno compatto, e il sole del mattino getta lunghe ombre sulle loro figure intrecciate, quasi fossero un unico corpo.

Dopo qualche minuto di silenzio teso, Elena prova di nuovo a divincolarsi. Alì, avvertendo il suo tentativo, aumenta la pressione sul suo fianco, tirandola ancora più vicina. "Non ti conviene continuare a resistere," le sussurra con un tono calmo ma intriso di un'autorità che non lascia spazio a repliche.

"Non mi conosci abbastanza, se pensi che smetterò di provare," replica lei, la voce ferma ma un po' roca per il respiro affannoso. Anche se sente di essere in svantaggio, non intende cedere alla volontà di Alì senza opporsi.

Alì ride piano, un suono basso e profondo che vibra contro la sua schiena. "Credo di conoscerti già meglio di quanto tu stessa voglia ammettere, Elena," risponde, con un'ombra di compiacimento nella voce. "La tua forza è ammirevole, ma la tua ostinazione ti tradisce. Dovresti imparare quando è il momento di arrendersi."

Elena stringe i denti, cercando di ignorare la vicinanza invadente e il tono presuntuoso di lui. "Arrendermi? Non credo tu sappia chi sei di fronte, Alì. Io non mi arrendo. Mai."

Lui le lascia sfuggire una risata appena accennata, avvicinandosi con il viso fino al suo orecchio. "Eppure eccoti qui. Se davvero fossi così indomabile, Elena, saresti riuscita a scappare, non trovi?" Il suo respiro caldo le sfiora il collo, e per un momento Elena sente una fitta, una consapevolezza amara che non riesce a negare. La stretta di lui è ferma, e il ritmo deciso del cavallo sotto di loro le ricorda quanto sia effettivamente alla sua mercé, per quanto non voglia accettarlo.

"Non è finita," mormora lei, ostinata. "Ci sarà un'altra occasione, e tu non avrai il piacere di tenermi in questo modo." La sua voce è carica di sfida, un tono che tradisce un misto di rabbia e determinazione.

Alì le risponde con una calma glaciale, quasi come se si stesse divertendo. "Oh, ma io adoro le sfide, Elena. Per quanto tu cerchi di negarlo, sono sicuro che presto imparerai a rispettare la mia volontà." Le sue parole sono un avvertimento, ma contengono anche una promessa sottile, una sorta di fascinazione oscura che la lascia senza parole, anche se non lo ammetterebbe mai.

Proseguono il tragitto in silenzio, con le mura del castello che iniziano a stagliarsi in lontananza, imponenti sotto il sole mattutino. Elena, pur cercando di mantenere un'espressione indifferente, avverte la tensione accumulata in ogni muscolo del suo corpo, il contrasto tra il suo desiderio di resistere e la presa inesorabile che lui le impone.

Alì, consapevole del conflitto interiore di lei, sorride soddisfatto, come se ogni parola e ogni silenzio fossero parte di un gioco che ha già vinto.

Il cavallo di Alì rallenta man mano che si avvicinano all'imponente struttura del castello, le cui torri e mura massicce si stagliano contro il cielo chiaro del mattino. Il cancello principale è già aperto, incorniciato da pilastri di pietra intarsiata, e le guardie disposte lungo l'ingresso si irrigidiscono nel vedere Alì arrivare con Elena stretta a sé, una figura tanto intensa quanto inaspettata al suo fianco.

Il destriero avanza con passo sicuro nel cortile interno, le zampe che sollevano piccole nuvole di polvere sulla pietra chiara del suolo. Elena trattiene il respiro, osservando con la coda dell'occhio l'ambiente intorno a lei: colonne di marmo decorate, vasi di bronzo stracolmi di fiori rossi e aranciati, e piccole fontane dalle quali zampilla acqua cristallina. È un ambiente di sfarzo e potere, una dimostrazione tangibile del controllo che Alì esercita su tutto ciò che lo circonda.

Alì la lascia scendere con un movimento deciso, e appena i suoi piedi toccano il suolo freddo, Elena si libera dalla presa, voltandosi immediatamente verso di lui con sguardo fiero, quasi provocatorio. Le guardie non distolgono lo sguardo da lei, attente a ogni suo movimento.

Alì scende agilmente dal cavallo, senza smettere di osservare Elena, il suo sguardo penetrante che la scruta come se potesse leggerle ogni pensiero. "Bentornata," le dice, la voce bassa ma carica di una strana intensità.

Elena si costringe a mantenere il suo sguardo fermo, non volendo mostrare alcun segno di cedimento. "Non sono affatto al sicuro, non con te," replica, la voce fredda. Ma anche mentre parla, non può evitare di avvertire la tensione crescente, la consapevolezza di trovarsi nel cuore del territorio di lui, priva di alleati e apparentemente senza vie di fuga.

Alì sorride, divertito dalla sua resistenza, e fa un cenno verso le guardie. "Accompagnatela nelle sue stanze. E assicuratevi che non manchi nulla di ciò che potrebbe desiderare." Poi si rivolge a lei con un ultimo sguardo intenso. "Avremo modo di parlare ancora, Elena."

Le guardie si avvicinano a Elena, la sua figura fiera tra di loro, e la conducono verso una scalinata di marmo che si snoda in curve eleganti lungo il perimetro interno del castello. Ogni gradino risuona sotto i suoi passi, e il suono sembra echeggiare nei vasti spazi della struttura, sottolineando il silenzio che la circonda.

Le pareti, decorate con ricchi arazzi e rilievi finemente scolpiti, le sfilano accanto mentre sale. Qui e là, ampie finestre lasciano entrare la luce del mattino, che si riflette sui pavimenti lucidati e sugli arredi lussuosi, creando un ambiente tanto splendido quanto claustrofobico. Elena avverte ogni occhio delle guardie dietro di lei, percepisce il peso del loro sguardo addosso. Si mantiene composta, ma il suo sguardo scorre rapido su ogni dettaglio, alla ricerca di vie d'uscita o di possibili punti di vantaggio.

Dopo aver percorso diversi corridoi, le guardie si fermano davanti a una porta imponente, decorata con intricati intagli. Uno di loro apre la porta e fa cenno a Elena di entrare. Lei avanza, mantenendo l'aria indifferente, anche se dentro di sé sente il battito del cuore che si fa più rapido.

La stanza in cui entra è ampia e lussuosa, con pareti rivestite di tessuti pregiati e mobili in legno scuro e lucido. Un letto a baldacchino con tende di seta occupa il centro della stanza, mentre una serie di cuscini ricamati e tappeti finemente decorati completano l'arredamento. Tuttavia, Elena nota subito le finestre alte, protette da griglie di ferro, e la sola porta d'ingresso che viene richiusa con un tonfo sordo dietro di lei. Indossa ancora quel ridicolo bikini.

Furiosa va verso la doccia.


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